Produzione sostenibile per un “abitare verde”

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Questo momento epocale  di crisi, sta incidendo profondamente sulle nostre scelte di vita e sulle nostre abitudini. Se da un lato la situazione sembra arrivata ad un punto di non ritorno,  il sorgere di nuovi valori, legati alla sostenibilità e ad una economia “green”, possono rappresentare una strategia per ripartire.
Un’inversione di tendenza. Non più solo un orientamento rivolto al consumare, ma anche un ritorno al fare, all’aggiustare, al preservare. Questo atteggiamento, nella vita quotidiana, ha portato  alla riscoperta del passato, attraverso il “vintage”, proposto nell’abbigliamento e nelle nostre case che, reinterpretato, ci fa da trait d’union tra tradizione ed innovazione, quasi che, la sicurezza delle nostre radici, possa darci il coraggio per affrotare le nuove sfide del domani.
In architettura, questa tendenza è evidente nella nuova concezione della casa che, già dal processo costruttivo, attraverso l’innovazione tecnologica, riscopre materiali, valori, atmosfere legati alla nostra memoria storica, riproponendoli e rendendoli idonei per gli attuali stili di vita. Attraverso la ricerca e la tecnologia, le aziende sviluppano le performance dei materiali della tradizione, secondo una produzione sostenibile per prodotti a basso impatto ambientale. Un’innovazione partita da un progettazione ergonomica, dove la conoscenza dei rapporti dimensionali e fisiologici dell’uomo rappresenta la funzione di primo piano nella progettazione e che, in architettura, riguarda tutti gli aspetti, dalla scala urbana alla distribuzione planimetrica degli ambienti, fino alla realizzazione degli oggetti di uso quotidiano. Una progettazione cioè a “misura d’uomo”. Oggi, a questi aspetti armonico-funzionali, si è aggiunta una nuova visione, relativa al “benessere dell’uomo”, che non può prescindere da una progettazione sostenibile e dalla salvaguardia dell’ambiente.
Nelle nostre case la scelta degli oggetti è sempre maggiormente attenta, portandoci (anche per fattori contingenti) ad una scelta degli elettrodomestici orientata verso quelli meno energivori; tra i materiali, quelli che ci permettono di rendere più salubri gli ambienti in cui viviamo. L’attenzione è verso prodotti che non rilasciano sostanze nocive, che siano riciclabili, ma allo stesso tempo durevoli, flessibili nell’utilizzo, e che siano matericamente gradevoli, premiando i progetti e le aziende che meglio rispondono alle aspettative di benessere. Un atteggiamento, quello di oggi, orientato a ciò che è naturale, traducendosi in scelte rivolte al rispetto dell’ambiente e dell’uomo, a cominciare dalle scelte alimentari. Infatti, uno degli effetti della crisi, che possiamo leggere in chiave positiva, è proprio il rimettersi a cucinare partendo dalle materie prime, portando a riscoprire l’ambiente cucina come luogo centrale della casa. Il riadattare questo concetto negli attuali spazi domestici ha, di conseguenza, innescato una serie di nuove proposte progettuali, al fine di integrare la cucina nella zona living. L’orientamento è creare gradevoli ambienti open-space, al fine di sfruttare al meglio le attuali dimensioni delle nostre case, non rinunciando ad adeguati spazi conviviali. Le cucine diventano così piccoli progetti per un vivere sostenibile,  con cappe di aspirazione performanti, spazi per la raccolta differenziata, ma anche con piccole serre, dedicate alla coltivazione delle erbe aromatiche, ingredienti base della nostra tradizione culinaria. La necessità di un rapporto diretto con la terra e il cibo, ha portato all’attuale tendenza di dedicare il nostro tempo libero alla creazione di un orto. La richiesta di uno spazio esterno, anche un piccolo terrazzo, è mirata al soddisfacimento di un contatto fisico con la natura. Coltivare verdura o frutta, davvero naturale e a km  zero, ci appaga, facendoci riscoprire la stagionalità ed antichi valori che credevamo perduti.
Dagli orti sui terrazzi agli orti condominiali agli orti urbani. Questa diffusione rappresenta una via d’uscita dal risultato, non certo edificante, della  realizzazione delle periferie delle nostre città, un comportamento che dovrebbe far riflettere tutte le figure professionali coinvolte nella progettazione territoriale. Attraverso la realizzazione degli orti urbani è possibile innescare una serie di effetti positivi sull’uomo e sull’ambiente, quali il favorire la socializzazione, l’amicizia, svolgendo un’azione terapeutica contro le cosiddette malattie sociali, ed inoltre rappresenta una delle possibilità per riqualificare zone urbane degradate.
Le nostre città saranno sostenibili se, oltre alla riduzione delle emissioni dannose e il consumo delle risorse,  sarà soddisfatta anche l’esigenza di renderle belle e di favorire il contatto con la natura. Rientrano in questa visione le progettazioni dei “winter garden”, una riscoperta  dei giardini d’inverno, riproposti per un recupero sostenibile delle città, grazie anche alle innovazioni tecnologiche. Questi sono apprezzati luoghi di ritrovo e condivisione, con un ruolo di piazza polifunzionale, quale sede espositiva, spazio per concerti, luoghi comunque che predispongono allo stare bene, con noi stessi e con gli altri. Città più verdi anche attraverso la realizzazione  di girdini verticali, tecnica  ideata dal botanico francese Patrick Blanc.  Queste pareti verdi, installate all’estero o all’interno, non svolgono solo un ruolo estetico, paragonabili per la loro bellezza ad un’opera d’arte, ma anche funzionale. Con la loro applicazione è possibile aumentare le perfomance degli edifici, in chiave sostenibile, al fine del migliorameno termico ed acustico, otrechè svolgere un’azione di filtraggio e depurazione dalle sostanze inquinanti degli ambienti urbani. Infine spazi verdi verticali trattati ad orti, anch’essi volti alla valorizzazione degli edifici e al benessere psico-fisico.
Il nostro bisogno di ristabilire il contatto con la terra, si traduce nel desiderio di vivere in case attraversate dalla natura, dove la progettazione architettonica è parte integrante della vegetazione. Una architettura che, muovendo dall’esperienza “organica” di F. L. Wright,  annulla le barriere tra interno ed esterno, creando ambienti costruiti dall’uomo, incorniciati dall’ambiente naturale. Attraverso un armonico accostamento tra i materiali creati – quali  il cemento, il vetro, il ferro -, a quelli naturali -quali il legno, la pietra, l’argilla, la terra cruda-, viene esaltata la percezione della mancanza di un confine tra l’interno e l’esterno.
Ma più d’ogni altro, il desiderio di vivere in simbiosi con la natura è, per molti, la realizzazione di una casa sull’albero, un luogo che da bambini rappresentava il rifugio ideale, mentre nell’immaginario degli adulti, una possibilità per fuggire dalla quotidianità. Questa tipologia abitativa è molto antica, e a tutt’oggi è ancora in uso in una popolazione primitiva della Nuova Guinea. Forse per soddisfare i nostri antichi istinti, retaggio di memorie ancestrali, le case sugli alberi sono oggi riproposte con successo. Sono le “tree-house”, case sugli alberi realizzate nel totale rispetto della natura ed ecosostenibili, da architetti e designer specializzati. Tra gli altri  in germania l’architetto Andreas Wenning ha già prodotto una serie di interventi residenziali, che sono stati raccolti in una pubblicazione, negli Stati Uniti l’architetto Mitchell Joachim, specializzato in ecological design e da sempre interessato ad applicare i principi fondanti dell’ecologia e della sociologia all’architettura e al design. In questo caso gli studi sono rivolti alla possibilità di far “crescere” un’abitazione, una sorta di casa-albero,  ecosotenibile e completamente biodegradabile.
Questa nuova tendenza sta diventando non solo una realtà architettonica, ma anche industriale. Ad esempio, l’azienda britannica “Blue Forest” propone una vasta  gamma di modelli e vanta già parecchie realizzazioni in molte parti del mondo. Realizzazioni che non riguardano solo la residenza, ma sono estese anche alle scuole, proposte come estensione degli ambienti esistenti, quali eco-aule, centri studio, spazi di apprendimento, ovviamente costruite sugli alberi.
La ricerca di un nuovo modo di vivere, nel rispetto e in armonia con la natura, sono le attuali necessità per l’uomo.  Una società, la nostra, che per apprezzare e salvaguardare l’ambiente ha bisogno di riscoprire la bellezza, poichè, come ci ricorda Oscar Wilde:  “ La bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed è un possesso per tutta l’eternità.”

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