Simonetta, che non ha mai scordato Piacenza

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Domenica 26 maggio andremo a votare per le Europee. Prima di conoscere chi si aggiudicherà gli scranni a Bruxelles, e prima di conoscere chi trionferà nel cervellotico concorso indetto dal Ministro dell’Interno, conosceremo la prima rivale del Piacenza ai playoff. La partita di andata, quella fuori casa, è fissata per il 29 di maggio. Siamo quasi al dunque. Mi hanno trovato il numero di Roberto Simonetta, l’ho chiamato. Un po’ per dirgli che era un grande, molto perché lui sa come si conquista una promozione in B col Piacenza.

Roberto Simonetta con Sebino Nela


Eccoci Roberto, ho appena rivisto la tua intervista in Album Biancorosso. Guardando la telecamera dici: “Sono contento di avervi fatto divertire.” Volevo confermarti che si, ci hai proprio fatto divertire.
A Piacenza è cominciata la carriera. Ero giovane, mi è stata data fiducia. L’averla ripagata inorgoglisce. Se posso, aggiungo una cosa: quando vi ho lasciati, avevo ancora un anno di contratto, ma Catuzzi disse chiaro che non rientravo nei suoi piani. Per quello andai a Trieste. Ero dispiaciuto, però sapevo di essere diventato calciatore professionista. Tra parentesi, abbiamo vinto il campionato quell’anno.
Soddisfazioni te ne sei tolte. Sono stato a Lucca qualche settimana fa, c’è ancora la tua foto nel bar dello stadio. La cosa curiosa è che mi sembra ieri che vestivi il biancorosso, sembra preistoria quel caffè ordinato al Porta Elisa.
La buona sorte mi ha aiutato. Ho sempre giocato in piazze attaccate alla squadra. Era la scossa, aiutava a dare il meglio. Deve essere stato l’esordio in serie A col Genoa. Avevo 16 anni. Il calore ricevuto a Marassi è rimasto appiccicato.
Da ex genoano, ne approfitto per chiederti un pronostico: si salva il Grifo?
Secondo me si salva.
Hai scritto di chiamarti dopo le 15.30. Cosa fai oggi di bello? Lavori part time, o semplicemente ti svegli ad orari aristocratici?
Gestisco una mia scuola calcio qui a Latina, sul campo dove ho imparato. Giovanissimi che occupano tutto il giorno e che mi fanno divertire.
A insegnare sei bravo: Signori ha imparato da te a usare il sinistro.
Beh no era molto giovane, ma ci sapeva fare. Comunque qualcosa ho insegnato anche a Del Piero. Eravamo insieme a Padova, nella gara delle punizioni arrivava sempre secondo.
Quando arrivasti, mi chiesi a cosa servivi. C’era Crialesi nel ruolo, non uno qualsiasi. Oggi sono felice per aver visto che servivi. Ti lascio due momenti che ci legano. Il goal vittoria a Mantova perché sembrava una partita scritta, invece l’hai riscritta. Il rigore sbagliato a Spezia, perché presi un treno di nomi. Avendo imprecato per l’errore, i tifosi di casa non lasciarono correre.
E non ricordi la rete con la Reggiana? Quella domenica lanciammo un segnale importante al campionato. Eravamo noi la squadra da battere.
Ti ho chiamato proprio perché sai come si conquista una promozione in B. Ci serve qualche dritta. Noi al campionato abbiamo detto che siamo tosti, che siamo quadrati, che ci crediamo. Non lo abbiamo convinto del tutto. L’Entella è rimasta la più considerata. In questa coda di spareggi cosa dobbiamo fare?
I calciatori devono fare quello che sanno, non si arriva a un soffio dalla promozione per caso. I tifosi devono trasmettere quel calore di cui parlavo prima. Può davvero fare la differenza. L’unica volta in cui sono stato coinvolto in spareggi promozione, ero a Padova. Fu vittoria, ma non entrai in campo. Prendilo come buon auspicio: anche stavolta non gioco.
Faresti comodo. Chiedo un’ultima cosa: tuo figlio ha smesso? Era bravo.
Alessandro è più bravo di me. Ha avuto poca fortuna con il professionismo. Oggi gioca in promozione, ha un buon lavoro, si diverte. Il papà è felice. Se abbiamo finito, dovresti farmi una cortesia. Porta il mio abbraccio a tutti i piacentini: vi voglio bene. E salutami “i Gemelli”. Scrivi proprio così: i Gemelli.
Grazie di tutto Roberto, per i gol, per gli assist, per la disponibilità. E per avermi fatto ridere quando ho chiesto se ricordavi Gianluca Perdoni: “Ma chi? Quel regazzetto che venne con la telecamera?” Esatto, quel regazzetto. Quest’anno siamo arrivati all’edizione numero 5 del suo torneo. Se vuoi venire, considera questo come invito.

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