Emergenza scuola: lettera aperta
ai candidati al Parlamento

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La necessità di una svolta radicale in tema di politiche scolastiche è al centro dell’intervento di Bruno Cassinari, una lettera aperta ai candidati al Parlamento

“Le proposte programmatiche che caratterizzano la campagna elettorale in molti casi, se attuate, creerebbero seri problemi ai conti pubblici. In un settore però come la scuola la priorità non riguarda l’erogazione di risorse economiche, ma la necessità di una svolta radicale in senso meritocratico ripristinando l’autorità dei docenti con adeguati strumenti normativi e didattici.
Nel nostro Paese esiste una emergenza educativa ormai da molti anni. Le cause fondamentali sono da ricercarsi, in estrema sintesi, nella delegittimazione degli insegnanti, nel permissivismo pedagogico, teorizzato dalla casta degli esperti e in una forma di aziendalismo che considera l’alunno come un cliente. Si vuole tutto: si richiede che gli allievi siano preparati, ma si cerca in tutti i modi di promuovere i lazzaroni anziché garantire i mezzi idonei per convincerli a studiare (nemmeno la paura della bocciatura, vista come una sconfitta dell’educatore); si pretende che i professori riescano ad ottenere migliori risultati dai propri alunni, ma si tolgono loro le poche armi possibili, le uniche valide, per raggiungere questi obiettivi. Le buone intenzioni della “scolarizzazione di massa” sono state perseguite attraverso strumenti che si sono rivelati, nel tempo, inutili e dannosi: la scomparsa di premi e castighi e il livellamento nella votazione. Si è cercato di suscitare nell’allievo la “motivazione intrinseca” allo studio, ma si è raggiunto l’effetto opposto, ossia l’abbassamento del livello di rendimento, sostenuto e ingigantito dalla diffusa percezione che la scuola non fosse un investimento utile per il miglioramento della propria vita futura, ma un’inutile imposizione. Anche la recente riforma non considera questi problemi, anzi si muove in una direzione opposta con il coinvolgimento di genitori e allievi nella valutazione degli insegnanti e la quasi abolizione della bocciatura e del voto di condotta alle elementari e medie. Purtroppo non si sono ancora viste iniziative a favore della dignità degli insegnanti, intaccata da ragazzini viziati e arroganti, difesi da genitori polemici e aggressivi che hanno abdicato al loro ruolo educativo.
In un recente sondaggio, commissionato dal “Gruppo di Firenze” a Eurometra, emerge che una scuola più rigorosa ha l’appoggio dell’opinione pubblica: il 67% degli italiani vorrebbe maggiore severità, il 68% giudica sbagliata l’abolizione della bocciatura per l’insufficienza in condotta, il 75% considera utili i compiti a casa. Mi auguro che questi dati possano indurre i candidati al Parlamento a proporre una decisa inversione di rotta rispetto alle scelte fallimentari che sono state attuate nell’ultimo ventennio”.

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