Disturbi alimentari, riapre la Casa Lilla: spazi comuni, ambulatori e giardini nella nuova sede

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I disturbi alimentari sono in forte crescita: a Piacenza sono 200 i pazienti in cura all’Ausl, dei quali circa un’ottantina sono minorenni. Negli anni si è parlato spesso di realizzare uno spazio idoneo destinato alle persone che soffrono di anoressia, bulimia e altre patologie legate all’alimentazione. Oggi il progetto è diventato realtà: sono già una decina le giovani ospitate all’interno di Casa Lilla, che verrà inaugurata ufficialmente a maggio, alla presenza dell’assessore regionale Raffaele Donini.  La nuova sede dell’attività di riabilitazione psico nutrizionale per i disturbi del comportamento alimentare, è collocata all’interno del nucleo antico dell’ospedale Guglielmo da Saliceto ma ha un accesso indipendente dall’esterno (in via Campagna): è un luogo accogliente dedicato all’assistenza e alla cura delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DAN) ma non ha l’aspetto di un luogo di cura. La struttura residenziale dispone, infatti, di una stanza per il pasto assistito, di un ambulatorio medico, uno studio per la dietista e due studi per le psicologhe.  Si aggiungono due splendidi giardini esterni dove verranno organizzate attività ricreative, tra le quali un progetto di pet therapy. Casa Lilla ha permesso di concentrare in questa nuova sede gli ambulatori e i servizi attualmente dislocati in spazi poco funzionali all’attività. Il trasloco dei servizi è stato completato a metà marzo e la struttura fa capo al dipartimento di Salute mentale e Dipendenza patologiche guidato da Massimo Rossetti. Casa Lilla si avvale di un’equipe multiprofessionale composta da medici nutrizionisti, psicologi, dietiste, un coordinatore infermieristico e di staff di infermieri che collaborano con altre figure professionali (psichiatra, neuropsichiatra infantile, medici di famiglia e psicologi dei servizi territoriali).

Puntoeacapo: prevenzione e cura – La pandemia da covid-19 ha inciso enormemente sull’aumento della patologia e il numero di persone colpite da disturbo dell’alimentazione e della nutrizione (DAN) è cresciuto del 30%. “La pandemia ha incrementato l’isolamento sociale e ancora oggi riscontriamo il manifestarsi di un disagio riconducibile al periodo della quarantena, ma che purtroppo viene riconosciuto in maniera tardiva”, afferma la dottoressa Mara Negrati, per anni responsabile dell’Unità operativa di Nutrizione clinica dell’Ausl di Piacenza e oggi presidente dell’associazione Puntoeacapo. L’associazione  – nata nel 2010 per diffondere la cultura della prevenzione e del trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – ha chiesto insieme alle altre realtà del Coordinamento nazionale “che sia approvata una legge specificatamente dedicata a queste patologie. In particolare – evidenzia Negrati – chiediamo che il Fondo per il contrasto dei disturbi legati all’alimentazione diventi strutturale per garantire il diritto di cura”. La dottoressa Negrati evidenzia a tale proposito i benefici della riabilitazione psico nutrizionale progressiva: “Il modello di cura è basato sulle più recenti evidenze di efficacia cliniche, e consiste in un piano di rialimentazione concordato con le pazienti e  accompagnato da interventi psicologici individuali volti a ricostruire un rapporto sano con il cibo”.

Il progetto – Per realizzare la struttura residenziale, l’Ausl di Piacenza ha ristrutturato una porzione dell’area monumentale del nucleo antico dell’ospedale di Piacenza. Nell’avvio del percorso e nella progettazione dell’area, un ruolo chiave è stato giocato dal Rotary Club di Piacenza in collaborazione con l’associazione Puntoeacapo. Il Rotary Club Piacenza ha contribuito al finanziamento dell’intervento e ha messo a disposizione diverse competenze per realizzarlo. La dottoressa Negrati ha lavorato insieme al dottor Augusto Pagani (già presidente dell’Ordine provinciale dei Medici), a Marco Rovellini (presidente della società MAE Spa) che ha donato parte della somma necessaria e all’architetto Carlo Ponzini, che ha donato il progetto di restauro. Responsabile del procedimento è l’ingegnere Valerio Tagliaferri; direttore dei lavori è l’architetto Eleonora Livrerio.

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