Pannelli solari, rinnovati gli incentivi:
sgravi fiscali del 65%, ma solo su quelli di tipo termico

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pannelli 3Il Governo con la legge di stabilità 2016 ha confermato gli incentivi fiscali del 65% dell’importo dei lavori (con un rimborso ripartito in dieci anni) per l’installazione di pannelli solari ma solo se di tipo termico, cioè in grado di fornire all’abitazione acqua calda.
L’importo massimo dei lavori, su cui è possibile ottenere l’incentivo, è di 60mila euro.
L’installazione di questo tipo di pannelli rientra, quindi, nei lavori di riqualificazione energetica dell’immobile: la proroga si estenderà fino al 31 dicembre 2016, mentre, a partire dal 1 gennaio 2017 l’incentivo dovrebbe scendere al 36%, anche se si sta già parlando di una possibile stabilizzazione degli incentivi per la riqualificazione energetica al 65% per il triennio 2017-2019.
L’Italia, oggi, copre l’8% del proprio fabbisogno energetico grazie all’energia derivante da impianti fotovoltaici (posizionandosi al primo posto in Europa davanti perfino a colossi come la Germania) perciò, se da un lato è positivo che il Governo abbia scelto di proseguire sulla strada degli incentivi, la scelta di limitare l’incentivo del 65% solo a impianti solari in grado di riscaldare l’acqua potrebbe portare ad una contrazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.
L’unico modo, infatti, in cui sarà possibile (entro fine 2016) ottenere incentivi per l’installazione di pannelli solari fotovoltaici (che producano cioè soltanto energia elettrica) sarà di indicare i lavori nella categoria delle ristrutturazioni edilizie generali, ottenendo si un incentivo, ma solo del 50%, sempre in dieci anni.
Se da un lato, negli anni, troppo spesso, si sono installati grandi “parchi” di  impianti fotovoltaici (in fretta e magari su campi altrimenti fertili) per garantirsi contributi e incentivi (nei primi anni 2000 si potevano ottenere addirittura a fondo perduto) portando ad alcuni problemi (nel 2014, sulla base di alcuni dati di operatori del settore,  un impianto su quattro presentava problemi legati a mancata manutenzione, scarsa qualità dei materiali e a cattive installazioni) è anche vero che, con le nuove direttive europee che prevedono tutti i nuovi edifici a energia “quasi zero”, si è favorita la diffusione di impianti solari, legati anche ad abitazioni private o condomini.
Grazie all’innovazione tecnologica, inoltre, si è assistito ad un calo deciso dei prezzi degli impianti solari: in Germania, ad esempio, si parla di un calo del prezzo di circa il 14% e secondo le stime di GTM Research, al 2020 i sistemi solari  fotovoltaici costeranno in media il 40% in meno.
Oggi, il prezzo di un impianto solare fotovoltaico (che produce cioè energia elettrica) può variare dai 6.000 ai 13.000 euro ed ha una durata di vita di circa 30 anni, mentre nel caso di un impianto solare termico (che produce cioè acqua calda per l’abitazione) la durata è più breve (20 anni) e i prezzi variano dai 1.500 ai 3.500 euro (gli incentivi maggiori sono proprio su quest’ultimo tipo).
In media, un impianto fotovoltaico ha un funzionamento ottimale per 25 anni, periodo in cui l’efficienza dei pannelli si degrada lentamente fino ad arrivare all’80-85% di quella iniziale.
Dopo questo limite, l’impianto, prima di diventare inservibile, può funzionare ancora per una decina d’anni, ma con efficienza ridotta anche del 60% rispetto a quella iniziale.
È da ricordare come, anche alla massima efficienza, i pannelli fotovoltaici attuali siano in grado di trasformare l’energia solare ricevuta in energia elettrica con efficienze di conversione comprese tra il 13 e il 20% (solo alcune realizzazioni speciali di laboratorio si spingono oltre il 30%).
Per quanto riguarda il solare termico, invece, secondo alcuni dati di SosTariffe.it, un impianto medio, oltre a essere più facilmente installabile e più “piccolo” di un fotovoltaico (che invece richiede una superficie importante per la produzione di elettricità) può fornire tra il 50 e il 90 per cento del fabbisogno di acqua calda sanitaria di un’abitazione con una famiglia tipo di 3 persone e fino al 40% delle necessità di riscaldamento, garantendo, quindi, soprattutto se abbinato ai sistemi di riscaldamento tradizionali, risparmi consistenti in bolletta.

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