Summer School, focus sulle rive del Po
Bertelli: “Piacenza città di fiume senza fiume”

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po river buffer zone 010ltIl Politecnico di Milano mira a proporsi come luogo di cultura e di dibattito sullo studio del paesaggio e della sua trasformazione. E sarà proprio il paesaggio fluviale – nelle sue innumerevoli implicazioni spaziali  – a porsi al centro della settima edizione dell’International Summer School OC OPEN CITY, la Scuola Estiva Internazionale del Politecnico di Milano che si svolgerà al Campus Arata di Piacenza, dal 5 al 23 settembre 2016. ‘Il territorio piacentino verrà proposto agli studenti (saranno oltre 100, circa la metà dei quali provenienti da Scuole internazionali) come un caso-studio esemplare anche – e forse soprattutto – in virtù della sua dimensione contraddittoria e paradossale: Piacenza è infatti “città di fiume senza fiume”, nel senso che pur essendo a ridosso del Po, sviluppa relazioni debolissime con la sua riva’, afferma Guya Bertelli, direttrice dell’International Summer School OC OPEN CITY, che aggiunge: ‘Queste oggettive debolezze strutturali (occasioni perse per implementare la qualità di vita degli abitanti) trovano in qualche modo riscontro nella sovrapposizione e nell’interazione di diverse forme di paesaggio: fluviale (appunto), agricolo, produttivo, urbano. In linea con le più recenti e innovative ricerche disciplinari, tale quadro problematico (che diventa sfondo per l’iniziativa didattica e di ricerca del Politecnico di Milano) nasce dall’integrazione tra gli scenari globali (a cui tutte le città europee, di qualunque dimensione, sono chiamate a rispondere in seguito al mutamento degli equilibri sociali, economici e ambientali) e le trasformazioni architettoniche locali, necessarie per la rinascita di ambiti obsoleti, dismessi o sotto-utilizzati’. Gli studenti del laboratorio internazionale progetteranno il nuovo litorale del Po: la riva del Grande  Fiume  – insieme alla “buffer zone” che divide la città e le sue infrastrutture dall’acqua –, sarà l’obiettivo specifico del Workshop 2016 e delle lezioni che lo accompagneranno nelle tre settimane di studio settembrine, che saranno caratterizzate da un ciclo di conferenze tenute da esperti e professionisti di fama mondiale. In tali occasioni verranno discusse le esperienze internazionali più interessanti attorno al tema della riqualificazione dei bordi fluviali e poste le basi per una riflessione più ampia: ‘Queste aree – evidenzia Bertelli – per diversi secoli sono state intese principalmente come una minaccia naturale. Così, progressivamente, sono state occupate da una serie di funzioni e infrastrutture – anche industriali e produttive – che, da una parte hanno costruito una barriera (fisica e virtuale) tra la città e il fiume, e dall’altra, hanno enfatizzato il processo di marginalizzazione di questi ambiti. Soltanto verso la fine del secolo scorso gli spazi fluviali sono stati studiati e interpretati anche come spazi complementari alla città stessa’. La settima International Summer School OC OPEN CITY mostrerà come questi ‘luoghi dimenticati’ possano in realtà diventare strategici per il raggiungimento di alcuni obiettivi di natura urbana e territoriale: ‘Tali aree – aggiunge Bertelli – disegnano i limiti della città stessa, ma allo stesso tempo migliorano la qualità dei suoi ambienti e possono stabilire relazioni alternative: basti pensare alla rete di città lungo il Po che Piacenza potrebbe sviluppare’. Si aggiunge la progettazione di nuovi usi urbani e di alternative forme di socializzazione lungo il fiume. ‘La riva fluviale del Po è oggi caratterizzata da grande variabilità e dinamismo: tali connotazioni ne permeano gli elementi, i fattori e i processi, definendone l’altissimo valore ecologico’, aggiunge la professoressa Bertelli, che spiega: ‘La linea di costa, come oggi la conosciamo, è frutto dell’interazione tra la natura dinamica dei flussi di acqua e la terra che li contiene. Essa è il risultato di molteplici processi geologici e dell’andamento del livello delle acque, ma anche delle attività umane che qui si sono insediate modificando i punti di contatto tra acqua e terra. Da questo processo di continua erosione e ricostruzione – aggiunge Bertelli – scaturisce un limite irregolare e in continua trasformazione. Al tempo stesso la sua posizione strategica – non lontana dalla città e da importanti linee infrastrutturali a livello nazionale – definisce questa fascia di river-front come lo spazio ideale per l’interscambio’. Gli studenti universitari saranno invitati ad immaginare e a sviluppare diverse ed alternative attività sociali ed economiche lungo il Po: ‘Da “luogo del loisir” ad area di produzione agricola innovativa e sostenibile, ed in linea con i temi della passata edizione (che si era concentrata sugli impatti fisici del ciclo del cibo); da “porta urbana” (non solo per la città di Piacenza) per l’intera Pianura Padana, a condensatore dei flussi del Po’, conclude Bertelli, sottolineando – infine – come l’obiettivo del workshop si traduca in un ‘una visione articolata, complessa e contemporanea’ in cui la qualità dei paesaggi complementari rinnovati ‘dia origine ad una sequenza di spazi capaci di identificare nel fiume l’elemento unificatore di riferimento’.

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