Ospedale, Foti: protocollo superato
No alla Pertite, è l’ora dei privati

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Tommaso Foti

Alla fine il centrodestra si ricompatta e oppone un secco No – a questo punto unanime – all’ipotesi ospedale nell’ex Pertite, i 276mila metri quadri oggi liberi tra via Emilia Pavese e via Primo Maggio, una fra le più importanti delle numerose aree militari caratterizzanti la nostra città.
Il No questa volta è pronunciato in modo netto da Tommaso Foti, leader di Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni segue il riallineamento operato nei giorni scorsi dalla Lega: il tutto dopo il forte richiamo al programma elettorale del sindaco Patrizia Barbieri, richiamo risuonato come monito alle forze della sua alleanza, dopo la ventilata apertura di alcune di esse – Lega e FdI appunto, come riportato a suo tempo nei giornali cittadini – all’ipotesi Pertite. Foti, tuttavia, non si è limitato ad escludere la citata destinazione: la conferenza stampa convocata per annunciare l’esclusione dell’ex polveriera dal novero delle ipotesi, ha rappresentato l’occasione per FdI di rilanciare la palla a Bologna , dopo la visita piacentina del presidente Pd dell’esecutivo Stefano Bonaccini. Questi, senza troppi giri di parole, aveva posto il problema nei termini seguenti: cari piacentini, avete l’opportunità, unici in Emilia Romagna insieme a Cesena, di aumentare in maniera più che considerevole la competitività e naturalmente la qualità della sanità cittadina e provinciale attraverso un nuovo ospedale all’altezza del XXI secolo. Il denaro lo mette la Regione, a voi la scelta dell’area dove costruire. Ora, Foti contesta questa generosità: per l’esponente di destra la Regione ha il dovere di essere più precisa, sia nel quantificare i costi e le relative coperture, sia nello stabilire e nell’indicare “criteri omogenei e ben definiti” per l’individuazione dell’area più idonea. La quale, a questo punto e secondo Foti, non può che essere ricercata nel privato, considerando le ipotesi ex militari (oltre alla Pertite nel protocollo d’intesa tra Comune, Difesa, Demanio, Ausl e Regione compariva anche l’ex Caserma Lusignani di Sant’Antonio) ormai tramontate, “per motivi – ha puntualizzato il deputato piacentino – tecnici ancor prima che politici” (la Lusignani è “piccola”, la Pertite dovrebbe garantire ai militari lo spazio per una pista di collaudo per carri armati, ndr).
Foti, dunque, coglie l’occasione per portare in consiglio un ordine del giorno volto a impegnare l’assemblea di Palazzo Mercanti al rifiuto dell’ipotesi aree militari, quindi a rigettare il protocollo risalente alla giunta Dosi e a rivolgersi verso l’acquisizione di un’area privata, a svellere i paletti posti dalla Regione (“la rinuncia alle opzioni pubbliche sia motivata”) e, infine, a riaffermare un minacciato ordine gerarchico in seno al centrodestra. Va in questo senso la vibrata rivendicazione di coerenza rispetto al tema ospedale-dove: “Il copyright della non disponibilità della Pertite non lo lasciamo a nessuno”. E certamente non pensava a Legambiente, né ai girotondini del comitato per il parco.

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