Nuovo ospedale, Legambiente:
“In ogni caso mai alla Pertite”

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Le notizie sono due: 1) il nuovo ospedale si farà, poiché quasi tutti i gruppi consiliari si stanno orientando verso il via libera alla sua costruzione; 2) Non si ancora su quale area verrà edificato e proprio questa scelta si annuncia come foriera di polemiche aspre e laceranti.
Intanto, mentre a Palazzo Mercanti si riuniva la commissione speciale (è composta da un esponente per ogni gruppo), in piazza Cavalli andava in scena una manifestazione di protesta: una trentina di attivisti di Legambiente e del Comitato ‘Pertite-Bosco in città’ ha srotolato uno striscione con la scritta “Pertite: il parco c’è!!!”. Nelle intenzioni della galassia ambientalista l’intento di scongiurare che l’ospedale prossimo venturo, alla fine, venga costruito proprio alla Pertite, area che nei loro voti dev’essere destinata integralmente a parco. “ Vogliamo, – sottolineano in coro – e siamo qui per ricordarlo, che l’area in questione esca dal novero delle possibili opzioni. Che la Pertite, insomma, sia stralciata a priori. I piacentini, negli anni scorsi, si sono espressi in modo chiaro: quello che vogliono è un parco in città”.
“Come Legambiente – puntualizza Marco Natali – siamo scettici sulla realizzazione del nuovo ospedale. La prospettiva è quella di un cantiere che durerà 10-15 anni? Cosa ne sarà del vecchio ospedale? E il rischio di speculazione edilizia? Troppi gli interrogativi. In ogni caso, se proprio la costruzione del nuovo ospedale si renderà indispensabile, vogliamo fortemente sottolineare che la localizzazione non sarà alla Pertite: una vera follia. Quell’area è già stata destinata a verde pubblico da 30mila piacentini e nessuno può permettersi di ignorarlo”
La preoccupazione dei manifestanti trova parziale conferma nel possibilismo di alcuni gruppi politici nei confronti di una scelta che potrebbe ricadere proprio sull’agognato “parco in città”.

Il sit-in del Comitato Parco Pertite

Il Partito democratico, per esempio. Nel pronunciare un sì convinto al nuovo ospedale, il partito di Silvio Bisotti – per bocca del suo capogruppo in Comune Stefano Cugini – ha ventilato l’ex Pertite come sede maggiormente gradita. “Questo – specifica Cugini – non andrebbe naturalmente a detrimento della realizzazione del parco nella stessa area”. La quale, naturalmente, sarebbe a questo punto divisa (non si sa quanto equamente) fra la struttura sanitaria del futuro e il parco di cui si discute da anni.
A conforto di tale tesi, sempre dalla sponda pidina e dalla voce del suo capogruppo, giunge la proposta di un parco anche nell’area dell’ex caserma Lusignani (Quartiere Sant’Antonio), “parco – si specifica – integrativo e non sostitutivo di quello previsto (in condominio con l’ospedale, ndr) alla Pertite”. La precisazione, naturalmente, non rasserena gli animi dei fautori di una Pertite tutto-parco, che infatti promettono battaglia.
Intanto l’iter di avvicinamento alla realizzazione del nuovo ospedale – meglio: alla decisione di realizzarlo – si concretizza.
Dal comune si precisa che la decisione verrà presa entro la fine del mese di giugno, dopo che il consiglio avrà ascoltato, in sedute distinte, le relazioni del direttore dell’Ausl Luca Baldino (perché un nuovo ospedale; requisiti dell’area destinata ad accoglierlo; cosa fare del vecchio Polichirurgico) e del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini (quanti euro è disposto a investire l’ente regionale, nonché tempistica di disponibilità ed erogazione). Solo allora, con in tasca queste certezze, il Comune prenderà una decisione, sciogliendo i nodi e scegliendo finalmente anche l’area.
Per la cronaca ricordiamo che in ballo ci sono le due ex militari (Pertite e Lusignani) e due aree al momento private, quindi da acquisire (una dell’Opera Pia Alberoni al quartiere San Lazzaro; la seconda a La Verza). In mano all’amministrazione comunale vi è già lo studio analitico effettuato dall’Azienda Usl che passa in rassegna pro e contro delle quattro possibili location del nuovo ospedale, confrontando costi di acquisizione (per quanto riguarda le due aree private) e costi di bonifica e demolizione dell’esistente (per le ex militari).

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