Da Piazza Cavalli al Daturi, la città
verrà scoperta attivando le “pietre magiche”

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di Thomas Trenchi – Tanto semplice quanto ingegnoso. Lo studente universitario Leopoldo Rodriquez ha preso il codice QR – uno dei prodotti della contemporaneità non ancora sfruttato in toto – per renderlo un megafono di “piacentinità”. «Miro a rendere ancora più accattivanti e connesse le vie delle città, i monumenti, le piazze, gli eventi, i luoghi di interesse, in maniera assolutamente interattiva», riassume brevemente il ragazzo, che ha concepito una «conversazione unica tra Piacenza e cittadini».

Con la collaborazione di attori e videomaker, è stato creato un docufilm sul patrimonio del territorio. In centro storico verranno collocate delle pietre corredate di un codice a barre leggibile tramite la fotocamera di smartphone o tablet. Interfacciandosi con esse e seguendo un tragitto preciso, compariranno gli spezzoni del video sullo schermo dei dispositivi. «In un primo momento il servizio previsto include un itinerario culturale dove l’attore è lo stesso utente, che verrà condotto da un “cicerone” multimediale. La guida non si limiterà a narrare le storie della città, ma aiuterà a raggiungere le destinazioni successive», aggiunge Rodriguez.

L’idea, denominata “iStone”, conta sul sostegno finanziario del bando comunale Giovani Progetti. E in futuro potrebbe diventare tanto altro. «I più piccoli potrebbero usufruire di attività didattiche allestite ad-hoc. I giovani universitari e le start-up potrebbero promuovere o collegare le loro proposte ad iStone. Non solo: gli artisti avrebbero la possibilità di lanciare opere che si attivano per mezzo della pietra». Logicamente, gli sviluppi fisiologici di tale invenzione sarebbero nel settore turistico: «Il collegamento attraverso il codice QR è un linguaggio internazionale che potrebbe trasmettere velocemente le mappe interattive dei luoghi, i video-guida tradotti in lingue straniere o il calendario degli eventi locali. L’espansione di iStone verrà incentivata dalle pubblicità riprodotte attraverso le pietre».

Rodriquez ha messo momentaneamente in pausa gli studi presso il Politecnico di Milano, per misurarsi (anche professionalmente) con la sua estrosità. «L’innovazione sta nel far parlare la città stessa, racchiudendo la sua voce in un canale virtuale e nelle sue membra fisiche». Con una squadra di amici, colleghi ed esperti, è stato predefinito un percorso in cui, pietra dopo pietra, vengono rivelati i connotati di Piacenza. Si parte da Piazza Cavalli: in questa scena gli utenti, scansionando il codice QR, guarderanno un video su YouTube di benvenuto e un’interpretazione canora dell’attore Simone Borlenghi sulle dinamiche urbane. L’ installazione di Piazza Cavalli sarà quella principale: l’unica rappresentata da un monolite.
Con lo stesso meccanismo, si proseguirà verso Palazzo Gotico, il Duomo, la Basilica di Sant’Antonino, l’ex-macello, le mura romane, la Basilica di Santa Maria di Campagna, il bastione di Porta Borghetto, Palazzo Farnese e infine l’arena Daturi. Il giovane ipotizza di collocare le targhe rocciose in punti strategici, per esempio in una delle bacheche affisse sul teatro Municipale. Qui, leggendo il codice col telefonino, comparirà l’architetto Andrea Brogni mentre riflette sulla natura del dialetto. In una seconda sequenza, invece, si sottolineerà il contrasto tra i suoni folcloristici e il silenzio austero della chiesa sullo sfondo, focalizzandosi su due ambienti vicini ma opposti in tutta la loro incoerenza musicale.

Le clip, con una durata di circa tre minuti, alimenteranno una caccia al tesoro in giro per Piacenza, tra quei luoghi che spesso si vedono e raramente si osservano. «Le vie possono affascinarci, tenerci compagnia e portarci in posti lontani nel tempo», conclude Rodriquez. «Piacenza ha tanto da dire e iStone ambisce al difficile compito di stupire e cogliere impreparati».

Dal sito www.sportelloquotidiano.com

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