Confindustria Piacenza, aziende in ripresa
Rota: “L’ospedale per noi è un’urgente priorità”

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E’ in buona salute l’industria piacentina, forte di un fatturato complessivo in crescita del 7,76% e dell’occupazione con davanti il segno più (0,83%). Ma per essere competitivi a livello globale, per gli imprenditori di casa nostra, c’è ancora un po’ di strada da fare. “Servono infrastrutture, prima di tutto – ha detto il presidente degli imprenditori piacentini Alberto Rota nel corso della 73esima Assemblea di Confindustria Piacenza –. Collegamenti veloci con Milano, ponti per i mezzi pesanti, una strada mediana per alleggerire la via Emilia”. E il nuovo ospedale. “Senza voler fare pressioni che non ci competono, diciamo chiaramente: per favore facciamo il nuovo ospedale, ne ha bisogno il territorio. Una struttura moderna ed efficiente come valore aggiunto per la nostra realtà, per il nostro tessuto connettivo. Non ha importanza dove sarà realizzato, la scelta spetta alla politica, ma mi piacerebbe veder posare la prima pietra l’anno prossimo, entro la fine del mio mandato”.
All’Università Cattolica si è svolta un’assemblea molto partecipata, con la presenza di autorità locali e parlamentari, ospite d’onore il direttore scientifico dell’istituto italiano di Tecnologia di Genova, Roberto Cingolani, che ha parlato di “Vivere e lavorare con le nuove tecnologie”.
“L’andamento è positivo – ha commentato Rota -; la congiuntura semestrale ha segnato un complessivo in crescita del 7,76% , con un fatturato interno che segna + 9,83% e quello estero che sale del 5,96%. L’occupazione al +0,83% classifica la nostra provincia tra le migliori in regione. Penso però che il nostro mercato sia ormai il mondo, le aziende devono internazionalizzarsi e digitalizzarsi per aumentare e migliorare le prestazioni. L’innovazione è necessaria per mantenere il passo. Poi, sul fronte delle risorse umane, va potenziato il progetto di alternanza scuola–lavoro”.
Quindi Daniele Fornari, docente dell’università Cattolica e direttore del laboratorio Rem, ha presentato l’esito di un’indagine condotta, insieme agli studenti, sulla diffusione del Piano Industria 4.0 voluto dall’ex ministro Calenda nelle aziende piacentine cui hanno preso parte 64 aziende del territorio.
Tra i dati emersi il tasso di sviluppo dell’industria piacentina rispetto all’anno scorso (+6,5%), giudicato “eccellente” dal professor Fornari. Per quanto riguarda l’innovazione, il 41% delle aziende si è definito “low digital”, il 39% “medium digital”, il restante 20% invece “high digital”. Questi ultimi, dice Fornari, hanno visto un aumento del proprio giro d’affari che ha sfiorato le due cifre, fermandosi al 9,8%. Per l’80% degli intervistati, inoltre, è stato investito in nuove tecnologie il 3,5% del proprio giro di affari. Significativo l’uso degli strumenti del Piano Calenda con il 69,5% delle imprese esaminate che ha usufruito del superammortamento degli investimenti e il 33,9% del credito d’imposta per ricerca e sviluppo. Ancora indietro risultano, le imprese piacentine, nel campo digitale dove si è investito soprattutto nei settori logistica (44,1%) e produzione (42,1%). Note dolenti quelle che riguardano gli occupati e la formazione: il 36,7% dei dipendenti delle aziende piacentine è rappresentato da operai non specializzati, l’età media è di 42 anni (nell’ultimo ventennio è aumentata di 6 anni), solo il 28% delle aziende ha investito nella formazione incentrata sulle tematiche dell’Industria 4.0.
“Industria 4.0 sta accelerando il passo – ha sottolineato Fornari – , non bisogna restare indietro per non perdere concrete opportunità di crescita”. Per quanto riguarda il livello di conoscenza delle nuove tecnologie, gli imprenditori stessi si sono assegnati un 5 come voto: manca l’aggiornamento.
Di nuove tecnologie ha parlato, infine, Roberto Cingolani, spostando l’attenzione sulla sostenibilità ecologica come tema centrale del nostro tempo: “C’è una correlazione tra le zone dove sono concentrati conflitti mondiali, flussi migratori e disponibilità di energia per gli esseri umani. La tecnologia deve essere metabolizzata dalle popolazioni altrimenti si rischiano danni, e per questo serve una società informata. La sostenibilità tecnologica è uno dei temi del nostro tempo”.
Cingolani è uno dei più importanti scienziati italiani nonché direttore scientifico dell’Istituto Italiano per la Tecnologia di Genova, che promuove l’eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata e cerca di favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale. Nel piano 2018-2023 i temi della sua ricerca saranno incentrati su: intelligenza artificiale, genomica, nanomateriali, lifetech.

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