Opinioni – C’è la giunta, è ‘Reggi tre’
Cacciatore nella trappola

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Alle sei della sera il rituale spettacolo della presentazione della giunta Dosi era convocato nel salone di Palazzo Gotico. Una cerimonia che si annunciava emozionante dopo giorni succedutisi tra annunci regolarmente disattesi e febbrili contatti tra gli ambasciatori delle due componenti del Partito Democratico, quella che fa capo a Reggi e quella che fa capo a Cacciatore. In mezzo il segretario Vittorio Silva che fino all’ultimo ha cercato di mediare un accordo. A pochi minuti dall’evento, invocato a gran voce da un battage mediatico inusitato,  l’accordo si rompe: le immagini del sindaco Dosi al telefono per le ultime febbrili e concitate iniziative per ricomporre la giunta liquefattasi  (quanto improvvisamente ?) sono devastanti. L’immagine di questo sindaco, pur brava persona, si mostra in tutta la sua impotenza e capacità decisionale uguale quasi a zero. Marcello Pollastri racconta i  dettagli sconcertanti a pagina 4.

La città assiste ammutolita alla diretta di Piacenza Sera, come nella corrida il pubblico manifesta il suo disprezzo per il matador con il silenzio. Dentro e fuori Palazzo Gotico i fazzoletti bianchi restano nelle tasche, lo spettacolo non è da sventolio ed applausi. Il luogo comune che descrive il sindaco persona indecisa è apparso talmente comune da sembrare vero, ora rischia, se le cronache lo confermeranno,  di diventare addirittura proverbiale.

Penso che noi cittadini dobbiamo preoccuparci perché non è più una questione di schieramento politico, ora il problema è amministrativo, di governo. Ogni qualvolta sarà necessaria una decisione assisteremo allo stesso spettacolo? Siamo di fronte ad un sindaco che si appresta ad amministrare Piacenza senza avere  i voti degli astenuti, senza quelli di chi preferiva  Paparo ed ora senza la “simpatia” degli elettori che avevano, al primo turno, “preferito” Cacciatore. Elettori della stessa sua parte politica! Se facciamo i conti, in questo momento, il consenso del sindaco potrebbe non arrivare nemmeno a un terzo dei cittadini con diritto di voto. E’ evidente che il problema è tutto interno al PD. Se era necessario, lo strappo andato in onda  martedì sera certifica la fine del progetto politico. Del PD esistono solo le macerie sotto i piedi di Reggi matador. Il sindaco è ancora lui, ombra naturalmente, in sella con Dosi e  nonostante sia accomodato dietro tiene in mano le briglia. Sotto le macerie è rimasto anche il segretario provinciale Vittorio Silva  scavalcato proprio da Reggi che ne era stato il primo elettore: purtroppo nel momento topico non  ha saputo interpretare i voleri del “padrone”.  Voleri che aveva manifestato chiaramente fin dalle cosiddette “primariette” interne al Pd. Erano state organizzate per scegliere il candidato sindaco da presentare alle primarie di coalizione. I circoli diedero una indicazione inequivocabile, Cacciatore. Dosi risultò addirittura terzo dietro Romersi. Ma Reggi riuscì a spostare, con una evidente forzatura,  l’ultima decisione dal comitato cittadino a quello provinciale. Qui  rappresentanti  di altri comuni della provincia furono “convinti” da Reggi ad offrirgli il quorum per decidere di affiancare  Dosi a Cacciatore. Così prese avvio la “trappola” per farci cascare Cacciatore ed eludere il risultato registratosi nei circoli cittadini. Successivamente seguì legittimamente una mobilitazione senza precedenti del modo cattolico:  parrocchie, Azione Cattolica e addirittura CL hanno contribuito a mettere insieme il successo di Dosi alle primarie. A posteriori si può dire, usufruendo della  sottovalutazione delle loro capacità da parte dell’entourage di Cacciatore. Silvio Bisotti è stato sicuramente protagonista  della mobilitazione del mondo cattolico. La frattura apparve insanabile, tant’è che iniziarono a circolare voci voto disgiunto a danno di Dosi. Cacciatore rispose facendo della lealtà e responsabilità i contenuti della sua campagna elettorale: i risultati si sono visti nelle urne.  1275 preferenze e il corposo contributo alla elezione di Dosi parvero  sufficienti a mediare l’appartenenza alla giunta. Al tavolo del segretario l’accordo  fu poi raggiunto, ma a pochi minuti dall’appuntamento mediatico per la presentazione della giunta la trappola si è chiusa. Una vicenda  a cui ascriverle i geni della prima repubblica suonerebbe come un complimento, forse ha più le caratteristiche di un comportamento da caimano… Non fa prigionieri. Ora da più parti si chiede di evitare la guerriglia in consiglio comunale, istanza responsabile e crudele. Auguriamoci che la responsabilità prevalga e che la buona politica dia segni di vita. La vicenda Reggi – Dosi – Cacciatore è da buttare.

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