“Archinclasse”, la musica è finita… Perchè
non dare seguito a un progetto educativo d’eccellenza?

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di Luisella Reboli Dimaggio – “Formare la musica” era il titolo di un convegno tenuto a Piacenza nella Sala dei Teatini nell’aprile 2017, organizzato dal Conservatorio Nicolini. Il focus del convegno era l’insegnamento della musica a scuola. L’apertura era stata affidata all’esibizione musicale, con violini e violoncelli, degli allievi di tre classi di IV elementare della Caduti sul lavoro (4° circolo). La storia, in breve, è questa: nel settembre 2012 questo gruppo di bambini, con il nome di “Archinclasse”, è diventato il 7° nucleo del Sistema delle orchestre e dei cori giovanili e infantili dell’Emilia Romagna, sistema avviato in Italia dal compianto maestro Claudio Abbado, sulla base dell’esperienza venezuelana del maestro José Antonio Abreu. La specificità di questa straordinaria esperienza che l’ha resa d’avanguardia, consiste nell’essere stata inserita all’interno del curriculum, nel normale orario scolastico (2 ore settimanali condotte dalle esperte insegnanti Paola Busconi e Laura Garioni), nella gratuità, nella garanzia delle pari opportunità di accesso, nell’offerta della musica d’arte attraverso un apprendimento basilare di gruppo, con l’ascolto attivo, il canto, la coreografia, in un clima educativo di collaborazione e di condivisione. Allora, il Comune di Piacenza aveva sostenuto il progetto con l’allestimento di un’aula insonorizzata. La Fondazione di Piacenza e Vigevano aveva finanziato la didattica, l’acquisto e la manutenzione degli strumenti. Il gruppo si è esibito nel maggio 2016 al Teatro comunale Luciano Pavarotti di Modena, a Piacenza nella Sala degli arazzi del Collegio Alberoni in due occasioni, nella passeggiata musicale “Musica per le vie del Risorgimento” (per la celebrazione di Piacenza Primogenita), ottenendo un successo strepitoso. Istituzioni, assessori competenti, esperti di musica avevano messo in campo un sogno: far diventare Piacenza Città della Musica. La sfida dunque per Archinclasse era che questa pratica d’avanguardia avesse lunga vita.
Oggi questi bambini in V elementare sono arrivati alla fine del percorso. Le famiglie, da un anno a questa parte, si sono mosse per dare continuità all’esperienza, chiedendone la prosecuzione in diverse occasioni, agli enti preposti, alle istituzioni, alle autorità competenti. Nel marzo 2017 viene inviata una richiesta di attivazione, per l’anno scolastico 2018/19, di una sezione sperimentale a indirizzo musicale presso la scuola media Anna Frank. Il 19 aprile 2017 tale richiesta viene messa tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio d’Istituto. Un genitore si fa portavoce della richiesta di avvio di un indirizzo musicale per le classi prime, con orario aggiuntivo di 2 ore settimanali finalizzato all’apprendimento della musica e di uno strumento musicale. Nell’ottobre 2017 la richiesta viene reiterata e accompagnata da una cospicua raccolta di firme dei genitori. Fanno seguito dichiarazioni di disponibilità da parte degli stessi a incontri con tutte le istituzioni coinvolte.
La conclusione di questo iter burocratico è contenuta nella risposta degli Uffici Regionali e dello staff del Direttore Generale dott. Vasari: nel testo si rileva la condivisibilità della scelta del Provveditore dott. Bocedi di non procedere all’attivazione di cui sopra data l’impossibilità di contemperare le necessità espresse dal territorio con le concrete disponibilità dell’organico. Questa in breve la cronistoria.
La storia, al contrario, racconta l’evoluzione di un progetto educativo di altissima qualità, la sua unicità sul nostro territorio e l’impossibilità di darvi seguito. I due bacini d’utenza per l’offerta formativa di musica, Nicolini e Calvino, sono già ampiamente in esubero (a parte l’impossibilità per molte famiglie di indirizzare i loro figli verso queste due scuole). Per molti bambini che si sono avvicinati alla musica attraverso un bagaglio formidabile di sapere, conoscenze, gioiosa condivisione della musica d’insieme, suonando Mozart e Beethoven davanti a un pubblico in estasi, finisce qui. La referente dell’Ufficio Scolastico Regionale, nella parte conclusiva della sua risposta, accenna a “istanze gridate”. Allora è d’obbligo, da parte di chi si è attivato, chiedere se sostenere fortemente il progetto vuol dire “gridare”. La forma della comunicazione è sempre stata corretta. Ma la sostanza è semplicemente questa: non deve vincere un’idea di scuola che ha a che fare con l’istruzione, le tre “i”, l’educazione digitale e l’informazione che, secondo U. Galimberti, ha soppiantato l’educazione, la quale prevede la cura dei sentimenti, delle emozioni, insomma del cuore. La musica apre il cuore alle emozioni, con una fascinazione che non tralascia affatto il bagaglio di saperi già inclusi nelle conoscenze più “tecniche”, le quali avvicinano la musica, come è ben noto, (e non c’è bisogno di scomodare Platone e H. Hanslick) alla matematica e a un linguaggio che esprime rigore, disciplina e affinamento delle tecniche espressive. E non è solo questo. La stessa cura dello strumento è parte integrante di un iter educativo che ri-converte la maniacalità tattile tipica dei ragazzi, di solito riversata su oggetti tipo smartphone, e la indirizza su strumenti la cui cura non necessita di “modelli educativi” ma di educazione tout court, riguardo, passione, amore. Violino e violoncello sono strumenti di creatività, di libera espressione. Inoltre: quella fruita e prodotta da Archinclasse è, appunto, “musica d’insieme” cioè partecipazione attiva, condivisione e prevede necessariamente relazioni armoniche e rispetto dell’altro. Anche questa è educazione e formazione, nella loro accezione più nobile. Da ultimo: il tessuto sociale ospitato nella frazione di territorio in cui si trova la scuola elementare Caduti sul lavoro è molto variegato e per una parte considerevole è costituito da famiglie immigrate da diverse parti del mondo. Molte sono ben integrate e così pure i loro figli, grazie allo straordinario lavoro di tutto il personale insegnante e non, della scuola. L’esperienza di Archinclasse ha senz’altro rafforzato questo processo di robusta inclusione. Tuttavia queste famiglie, per ragioni che è intuitivo comprendere, non hanno concrete possibilità di far proseguire la formazione musicale ai propri figli. Ciò significa che questi non prenderanno mai più in mano uno strumento. Questo è contemporaneamente ingiusto, insensato e controproducente.
I genitori che si sono attivati per la prosecuzione dell’esperienza di Achinclasse, sono ancora fiduciosi che una soluzione possa essere trovata. L’organico di fatto relativo alla scuola media Anna Frank deve ancora essere messo a punto. Il Provveditore dott. Bocedi ricorderà senz’altro di aver proposto egli stesso alla delegazione che lo ha incontrato nella scorsa estate, che la domanda d’iscrizione dei figli fosse in qualche modo “personalizzata” con una indicazione “certa” per l’indirizzo musicale. Ciò è avvenuto così come si è proceduto alla raccolta di firme di cui sopra. Dunque sono stati fatti i passi suggeriti dagli stessi organismi competenti. Ad essi si chiede con forza di ripensare l’intera questione mettendo in campo la volontà “politica” di dare riscontro non a “generiche necessità espresse dal territorio” (come recita la risposta dell’Ufficio Regionale), ma a un iter educativo d’avanguardia fondato su articolate motivazioni culturali e didattiche tra cui primeggia l’innovativa educazione alla musica d’arte. Questa offerta formativa potrebbe diventare un polo attrattivo per un bacino d’utenza più allargato.

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