Gatti: “Per Burzoni porta aperta; nuovo stadio quasi una certezza”

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Stefano Gatti tra passato, presente e futuro. Il patron biancorosso ci parla della stagione appena passata con la soddisfazione di un play-off da protagonista preannunciato dall’ antagonista Tesser e l’amarezza di una sfida con il Parma giocata con troppe defezioni. Un campionato con tante luci impreziosito dalle sette vittorie consecutive e solo scalfito in parte dalla mini-crisi invernale. Il rapporto con Franzini ed il legame speciale con il fratello-figlio Marco alla base del successo societario; la speranza di poter regalare alla città uno stadio nuovo e la convinzione di poterlo riempire riportando tifosi vecchi e nuovi soprattutto giovani. Gatti ci parla anche delle sua più grande soddisfazione e della più cocente delusioni nonché dei momenti più difficili del sui quinquennio con la certezza che certi errori sono serviti a crescere; il sogno Di Quinzio ed il rapporto contrastato con i cugini del Pro Piacenza con una porta però sempre aperta per Alberto Burzoni per costruire insieme un “grande Piacenza); il tutto condito dalla proverbiale passione viscerale con cui il Presidente vive a pieni polmoni tutto il mondo biancorosso.

  • Una stagione terminata con il sesto posto in classifica e gli ottavi di finale dei play-off. Un anno fa si aspettava un simile risultato?

 

“Sinceramente non me l’aspettavo. Ma proprio l’allenatore della Cremonese, Tesser, prima del derby dell’andata mi confessò che secondo lui il Piacenza era un a gran bella squadra perché una formazione che fa il record di punti in D e mantiene l’ossatura l’anno successivo può fare solo bene. I fatti hanno dato ragione a lui ed a noi anche se qualche rammarico resta, a gennaio per esempio forse si poteva fare qualcosa di più in sede di mercato .”

 

  • Tornando alla sfida con il Parma, considerando anche l’esito con la promozione dei gialloblu, rimane l’amaro di una sfida rimasta in equilibrio sino all’ultimo o la soddisfazione di aver giocato comunque alla pari con una big?

 

“Prevale il rammarico di non aver potuto disputare il ritorno al completo. Troppi giocatori non in forma con Abbate out e Saber con una infiltrazione, Franzini l’aveva preparata benissimo con l’intento di arrivare all’ultimo quarto d’ora in perfetta parità e giocarsi poi il tutto per tutto; poi quel palo di Taugoudeau all’andata….con un poco di fortuna in più potevano riscrivere la storia.”

 

  • Il momento migliore della stagione e quello più difficile?

 

“Le sette vittorie consecutive hanno rappresentato l’apice della nostra stagione, come detto prima se forse a gennaio ci avessimo creduto di più in sede di mercato, si poteva fare ancora meglio nel proseguo del campionato; la situazione più difficile quella a cavallo di novembre-dicembre quando la squadra era in difficoltà ed ha lasciato qualche punto di troppo per strada. Ma le squadre di Franzini hanno sempre in stagione quel mese in cui hanno un chiaro calo di rendimento. Anche con il portiere non siamo stati fortunati, Miori era giovane e non ha fatto male ma con un portiere esperto 4/5 punti in più potevamo averli ma purtroppo Pelizzoli aveva troppi guai fisici.”

 

  • Il giocatore che più l’ha sorpresa e quello che invece ha deluso?

 

“Pergreffi è stata una autentica rivelazione, l’abbiamo preso dai dilettanti senza che lui avesse mai giocato un solo minuto in Lega Pro, alla fine si è rivelato uno dei migliori marcatori dell’intero campionato, un scommessa assolutamente vinta. Nelle delusioni ci metterei purtroppo Razzitti, preso a luglio come leader dell’attacco ma che mi ha deluso sia dal punto di vista tecnico che comportamentale”

 

  • Cinque anni di presidenza. Tre stagioni per vincere la D ed una sola per ambientarsi in Lega Pro. Più facile quindi il professionismo che ambientarsi nei dilettanti?

 

“Nei professionisti vi sono più regole ed obblighi mentre nei dilettanti la gestione è più artigianale. Nel primo anno di D ci siamo dovuti ambientare in una serie che non conoscevamo, al secondo anno abbiamo pescato il Rimini che aveva un budget fuori portata mentre nell’anno successivo con Franzini in panchina abbiamo raccolto i frutti delle esperienze delle due annate precedenti. Purtroppo capita di incrociare spesso formazioni che drogano i campionati con spese folli; quest’anno Rezzato e Crema stanno facendo acquisti in Lega Pro con investimenti sopra il milione di euro, a queste cifre meglio non competere.”

 

  • Avete sempre affermato che con i Fratelli Gatti unici soci il budget poteva bastare per una buon campionato ma non oltre. Alla luce della passata stagione siete sempre della stessa idea oppure con poco in più si puo’ puntare al salto?

 

“Abbiamo mantenuto uno zoccolo duro di 8 riconfermati della passata stagione al quale abbiamo aggiunto Fumagalli, Bini, Masciangelo, Morosini e Colombi, presto arriveranno altri tre giocatori (uno per reparto). Con questi il budget è la completo, tuttavia come detto, se a Gennaio ci presentasse la necessità siamo pronti ad ulteriori sacrifici.”

 

  • In genere in società in cui due comandano vi sono sempre problemi di equilibrio. Come fate Lei e suo fratello a gestire in maniera cosi equilibrata e in totale accordo senza mai pestarvi i piedi o scontrarvi sulle scelte?. Da fuori sembrate in perfetta sintonia ed una coppia perfettamente in equilibrio.

 

“ Il segreto è che il nostro non è un rapporto tra fratelli ma tra padre e figlio, quando e’ mancato nostro padre Marco aveva 12 anni e l’ho visto crescere umanamente e professionalmente, tra di noi vi è totale sintonia, anche nelle differenze di vedute alla fine vi è sempre convergenza di interessi. Io lo consiglio come un genitore, questo è il segreto del nostro rapporto”.

 

 

  • Riavvolgendo il nastro dal 2012, quale è stata la situazione più difficile della vostra gestione?

 

“ I momenti difficili sono stati tanti, in particolare con una parte della tifoseria giustamente esigente nel voler tornare presto in alto. Anche con una porzione della stampa il rapporto non è stato facile, troppo spesso ancorata agli amarcord della serie A e della gestione Garilli. Ma i tempi sono cambiati e Garilli non c’e’ più e la serie A e’ un lontano ricordo. Tutti devono capire che il passato non macina e che il presente si chiama Gatti e serie C. Comunque se devo individuare due giornate particolarmente dure mi vengono alla mente le sconfitte interne con Seregno e Correggese, in quei momenti forse si è toccato il fondo”

 

 

  • Sozzi, Viali, Venturato e De Paola, prima di Franzini tanti allenatori cambiati. Pentito di qualche scelta fatta o rifarebbe tutto?

 

“Rifarei assolutamente tutto, certi errori ci sono serviti per crescere e far maturare la società.  Alcune scelte di gioventù ci hanno aiutato successivamente, era lo scotto da pagare per una realtà nuova come la nostra.”

 

  • Quanto e’ centrale Franzini nel vostro progetto?

 

“Determinante, è un allenatore aziendalista e fa parte della nostra famiglia ormai.”

 

 

  • Per la stagione attuale quale puo’ essere l’obiettivo realistico in classifica?

 

“ L’importante sarà confermare piazzamento dal terzo al sesto posto, poi ai play-off tutto può succedere. Vitale come visto in questa stagione, sarà presentarsi alle sfide decisive in buona condizione”

 

  • Sul mercato vi siete già mossi per tempo: Fumagalli. Colombi, Bini, Masciangelo e Morosini. Si dice che i migliori affari si fanno alla fine ma voi avete bruciato le tappe con la squadra che e’ in buona parte fatta, scelta ponderata quella di muoversi subito ed in via anticipata oppure frutto di coincidenze?

 

“No, e’ stata una strategia ponderata nei mesi scorsi per calmierare i prezzi e giocare di anticipo sulle concorrenti. Il mercato comunque e’ ancora lungo”

 

 

  • Un voto ai primo 30 giorni di Matteassi ds. Pensate di affiancargli qualcuno ( si era fatto il nome di Francani), oppure sarà solo lui l’uomo mercato? “

 

Si sta muovendo bene, attualmente è lui il nostro uomo mercato, affiancato però da mio fratello che ha già esperienza nel ruolo. Nei prossimi mesi valuteremo l’ingresso eventuale di Francani in società, ma senza fretta in quanto non è una priorità.

 

  • Un giocatore che l’ha impressionata e che vorrebbe portare a Piacenza.

 

“Sicuramente la mezz’ala del Como, Di Quinzio, un giocatore che mi piace tantissimo ma che non sarà facile portare a Piacenza”

 

  • Il suo rimpianto di mercato?

 

“Onestamente nessuno, tutti i giocatori che abbiamo seguito alla fine siamo riusciti a portarli da noi, per cui siamo soddisfatti di come abbiamo lavorato sul mercato.”

 

 

  • Quanto Taugoudeau e’ incedibile? Non si rischia di finire come la trattativa per Agostinone a gennaio? Lo sirene della B quanto possono distrarre il calciatore?

 

“Su questo aspetto bisogna fare assoluta chiarezza: Agostinone ce lo aveva cercato il Lecce a gennaio e sul piatto ha messo una offerta in contanti che ci soddisfava, tra l’altro  in un ruolo tattico che siamo riusciti a coprire con una certa facilità. Per il francese la situazione e’ diversa, non accettiamo nessun tipo di contropartita tecnica ma solo ed esclusivamente il conguaglio economico da noi richiesto anche in considerazione del fatto che il ruolo di regista e’ assolutamente delicato e non di facile sostituzione”

 

 

  • Capitolo spettatori. Più soddisfatto per i 6000 con Como e Parma o deluso per i 1500 di media a stagione? Parlerete con la Lega per cercare di giocare ad orari o giorni che possano favorire maggior afflusso?

 

“Giornalmente ci confrontiamo con la Lega per pianificare giorni ed orari che siano più compatibili per garantire un buon afflusso, tuttavia il dialogo non è sempre facile.  Per quanto ci riguarda puntiamo ad una presenza stabile di 2500 persone attraverso una attenta e metodica sensibilizzazione verso scuole e società sportive. La mia più grande soddisfazione è stata quella di rivedere nelle ultime partite gente che era anni che non veniva più allo stadio, da questo aspetto si può e si deve ripartire”

 

 

  • Meglio un girone sulla carta più facile come quello di quest’anno oppure un raggruppamento tecnicamente più impegnativo ma più attraente per il pubblico con più derby e trasferte vicine?

 

“Dal punto di vista tecnico è assolutamente indifferente in quanto prima o poi ai play-off affronti tutte le formazioni. Quest’anno per esempio sono arrivate in fondo Parma ed Alessandria che erano le più forti dei rispettivi gironi. Sicuramente però avere più derby e trasferte vicine aiuta sia dal punto di vista mediatico che di pubblico. Vedremo che scelte opereranno a Firenze”

 

 

  • Società. Ad oggi siete lei più suo fratello. Per questa stagione pensa si allargare la base societaria (si era parlato di Scorsetti)? oppure rimarrete ancora voi due? Riproporrete l’azionariato popolare?

 

“ La nostra porta e’ sempre aperta ad imprenditori seri e possibilmente piacentini. Tuttavia per ora siamo solo io e mio fratello e penso che per quest’anno non ci saranno novità. L’azionariato popolare ha un impatto marginale sotto il profilo meramente economico, più avanti forse lo riproporremo, ma a breve non e’ in agenda”

 

 

  • Con Burzoni nuovamente al Pro Piacenza si chiude definitivamente l’ipotesi di fusione (lui stesso ha affermato che al limite poteva entrare come sponsor). Due squadre in Lega Pro sono un vanto per Piacenza o solo una dispersione di pubblico e sponsor?

 

“Per me è un suicido, ma non è certo colpa nostra se si e’ creata questa situazione, non ci abbiamo provato ad unire le forze ma tutto è stato vano”

 

 

  • Quanto effettivamente siete stati vicini alla fusione due anni or sono e cosa fece saltare l’accordo?

 

“ L’accordo con Burzoni era stato verbalmente trovato, il problema è che il restante 75% del Pro Piacenza (Tacchini, Molinari e Scorsetti) parlava una lingua diversa ed era impossibile trovare un interlocutore univoco. Ora con Burzoni unico proprietario i giochi si possono riaprire, anzi lo invito pubblicamente a rivalutare la sua posizione in quanto le porte del Piacenza sono sempre aperte per lui.”

 

  • Nuovo Stadio. Mai Piacenza e’ stata cosi vicino ad avere un nuovo impianto. Con il cambio di amministrazione il progetto da voi presentato rischia dei ritardi oppure tutto proseguira’ senza intoppi.

 

“ Con la precedente amministrazione il progetto era già in fase avanzata con l’accordo di ottenere gratuitamente l’area attuale del Garilli e costruire a nostre spese una struttura nuova, a parole tutti i candidati si erano detti favorevoli al percorso considerando che una stadio rifatto rappresenterebbe una vantaggio per tutta la comunità. Siamo comunque in attesa di parlare con la nuova giunta per capire gli orientamenti”

 

  • Il recente progetto Invimit proposto da Reggi e’ in concorrenza rispetto al vostro piano o complementare?

 

“Il Progetto ci ha favorevolmente spiazzato in quanto di poggia su base diverse rispetto al nostro, per Piacenza l’impatto è a costo zero in quanto l’Invimit costruirebbe un impianto nuovo senza gravare sul Comune ed a noi ci addebiterebbe solo i  canoni annui ad un tasso del 3%. In teoria la spesa è già deliberata dall’Ente per cui non vi dovrebbero essere sorprese, anche se i tempi rimangono incerti.”

 

  • 5 anni fa Piacenza perdeva il calcio e si temeva di non rivedere per anni un certo tipo campionato. Ora abbiamo due squadre, una che ha fatto i play-off da protagonista e l’altre che li ha sfiorati. Se lo aspettava onestamente?

 

“Cinque anni fa mio fratello era il Presidente della Libertas, poi un atto di amore verso Piacenza ci ha fatto imbarcare in questa pazza avventura. Io ero nel consiglio di amministrazione del vecchio Piace per cercare di dare una mano a Fabrizio Garilli. Sappiamo bene come purtroppo e’ finita, ma poi è iniziato un nuovo percorso, non senza difficoltà e sofferenze ma che ora ci sta ripagando degli enormi sforzi fatti.”

 

 

Una nuova stagione dunque che si apre con tante speranze ed ambizioni per il Piacenza ed i suoi tifosi. Una Lega Pro che non fa più paura ed una società alle spalle che sembra solida e con tanti progetti futuri sia in campo che fuori. Un percorso che sta iniziando a dare i suoi frutti con una città che progressivamente sta tornando ad amare la sua squadra di calcio. La passione e l’impegno della famiglia Gatti merita il massimo rispetto di tutti anche in considerazione di qualche errore di percorso ben presto assimilato e che ha permesso la crescita della società. Quest’anno si e’ combattuto alla pari con Parma e Cremonese che ora sono in serie B; l’impressione è che manchi veramente poco per il definitivo salto di qualità, a patto però che tutte le componenti (giocatori, dirigenti, pubblico, istituzioni, sponsor e stampa) lavorino tutti indistintamente per il bene comune biancorosso.

 

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