Scuola digitale,
i docenti tornano sui banchi

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Con la riforma 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola”, i docenti italiani sono tornati sui banchi di scuola per formarsi. Tutti i maestri e i professori di ogni ordine e grado, infatti, devono partecipare alla formazione obbligatoria organizzata dalle singole scuole, dagli enti accreditati, dalle università. Il ministero dell’Istruzione ha puntato su nove priorità: il digitale, le lingue, l’alternanza scuola lavoro, l’inclusione, la prevenzione del disagio giovanile e l’autonomia didattica. Gli insegnanti sono chiamati a migliorare le loro competenze su questi aspetti, in un periodo in cui si discute di smartphone in classe come strumento didattico quando la scuola è ancora ben lontana dall’obiettivo di diventare scuola digitale e così come lontano sembra lo sviluppo delle competenze digitali da parte degli insegnanti.
In una società in perenne evoluzione in cui il sapere cresce, le tecnologie si evolvono, cambiano le caratteristiche psico-pedagogiche degli studenti, le modalità di apprendimento, le competenze e i bisogni, l’insegnante deve cercare di rispecchiare la dinamicità culturale attuale e di rispondere alle esigenze dei suoi studenti padroneggiando una gamma di strategie didattiche la più ampia possibile.
In una fase delicata per l’istituzione scolastica, spesso caratterizzata da un ampio divario tra docenti e alunni – soprattutto per quel che riguarda le competenze digitali – diventa così necessario che l’insegnante torni a essere un punto di riferimento aggiornato e pronto ad affrontare le sfide del presente.
Non tutti gli insegnanti, però, sono d’accordo che puntare sul digitale significhi innovazione: “La tecnologia è già pervasiva. La vera competenza è come accompagnare chi è digitale a non avere una visione manichea dell’esplorazione del mondo”. Critica anche Franca Pinto Minerva, storica pedagogista: “Temo che nella formazione dei docenti si trascuri la dimensione riflessiva che va oltre le tecniche e i contenuti. L’insegnante ha bisogno di essere motivato, stimato. Ancora una volta c’è il rischio di fare una formazione senza anima, la Legge107 non ha un processo di umanizzazione. Vanno bene le priorità fissate ma ci dev’essere qualche momento per parlare della consapevolezza pedagogica”. E per quanto riguarda l’uso dello smartphone come strumento didattico – come proposto dalla ministra Fedeli – ad opporsi è anche il pedagogista Daniele Novara: “Lo smartphone in classe è l’ultimo atto della consegna della scuola italiana alle lobby digitali. Il ministero confeziona come novità la svendita della scuola agli interessi dei colossi dell’informatica. La didattica digitale non appartiene in alcun modo alla didattica progressista e innovativa”.
Il piano del ministero ha messo sul piatto 325 milioni di euro oltre gli 1,1 miliardi della famosa carta del docente: dalla richiesta di formazione permanente degli insegnanti, alla costruzione del portfolio personale del docente, all’impegno dell’istituto – singolo o in rete – di garantire un’offerta formativa adeguata alle reali esigenze: la “Legge sulla Buona Scuola” cambia non di poco il panorama scolastico.
Per quanto riguarda la formazione, si segnala anche quest’anno l’Università Cattolica che mette a disposizione degli insegnanti che lo desiderano una corposa offerta formativa, con lo scopo di rendere sempre più completo il loro percorso professionale e più stimolante la vita di classe.
I corsi si svolgeranno nell’anno scolastico 2017/2018 presso le diverse sedi dell’Ateneo (Milano, Brescia, Cremona, Piacenza) ed afferiscono alle seguenti aree: Autonomia organizzativa e didattica; valutazione e miglioramento; Didattica per competenze, competenze di base, innovazione metodologica e competenze digitali; Competenze linguistiche e di lingua straniera; Inclusione, bisogni educativi speciali e disabilità; Coesione sociale, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale; Orientamento scolastico e professionale, scuola-lavoro e rapporti con il territorio; Educazione alla salute, all’ambiente e alla sostenibilità; Prevenzione della dispersione scolastica e del disagio giovanile, benessere scolastico e rapporti scuola-famiglia
Oltre ai corsi di carattere trasversale, sono presenti anche corsi di carattere didattico disciplinare; l’offerta è consultabile sul sito http://www.unicatt.it/cattolicaperlascuola/
La partecipazione ai corsi è finanziabile con la “Carta del docente” prevista dalla “Buona scuola”.

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