Rischio commissariamento per AIDO Piacenza. Solo cinque le sezioni comunali ancora attive

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Fondata il 17 novembre del 1977, l’Aido provinciale piacentina ha percorso quasi cinquant’anni di attività sul territorio offrendo un importante contributo alla sensibilizzazione alla donazione di organi. Oggi il direttivo provinciale si trova costretto a gettare la spugna a causa della carenza di iscritti e dell’eccessiva burocrazia che mette a dura prova le piccole realtà di volontariato territoriali. Dall’inizio dell’anno, infatti, ben quattro sezioni comunali (Cortemaggiore, Ponte dell’Olio, Rivergaro, Pontenure) hanno chiuso i battenti per mancato rinnovo generazionale degli iscritti. In soli dieci anni, delle 19 realtà attive sul territorio provinciale, ne sono rimaste solo cinque: Cadeo, Monticelli, Lugagnano, Sarmato e Bettola. In occasione dell’Assemblea provinciale del 24 marzo, il presidente uscente, Roberto Mares esprime rammarico per l’eventualità di un possibile commissariamento associativo: “Purtroppo al momento non sono stati espressi nuovi candidati alla guida del Direttivo provinciale”, afferma Mares, che dopo due mandati, ha manifestato la volontà di non ricandidarsi alla guida dell’Associazione. Entro la metà di aprile avverrà una nuova convocazione del Consiglio provinciale e in caso di esito negativo, l’Aido piacentina verrà commissariata. “Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da fortissimi cambiamenti, soprattutto in campo burocratico: la digitalizzazione delle pratiche ha semplificato le modalità di iscrizione per la popolazione ma al tempo stesso ha creato nuove e complesse procedure a carico dei referenti delle singole realtà”. Il presidente Mares, evidenzia inoltre le novità introdotte dal Runts, il Registro unico nazionale del terzo settore. “Per iscriversi al Runts sono necessari sette consiglieri per ciascuna sezione comunale e non tutte le sedi locali hanno la possibilità di oltrepassare tale sbarramento”. Servono nuove leve, volenterose di proseguire l’importante lavoro svolto negli anni dal Direttivo provinciale, che chiude la sua attività con un bilancio in positivo e con numeri in crescita. Gli iscritti ad Aido, nel Piacentino superano le 11.400 unità: “I numeri del consenso alla donazione degli organi – che dal 2020 avviene al momento del rinnovo della carta d’identità – sono buoni e sono di poco inferiori alla media regionale. L’Emilia Romagna – ricorda Mares – è tra le tre regioni più virtuose (70% di sì alla donazione) e anche la provincia di Piacenza segue il trend regionale, con il 69,4% di consensi”. Sono in crescita anche le donazioni, con 80 cornee, 14 donazioni di rene (nel 2022 erano stati 4) e 5 di fegato (3 nel 2022) e un multitessuto: “Lo scorso anno, per la prima volta, evidenzia il presidente Mares – sono avvenute a Piacenza due donazioni di cuore ed è stata una grande soddisfazione per tutta la città”. In questi anni è proseguita senza sosta

l’intensa attività di sensibilizzazione sul territorio attraverso gazebo informativi e incontri nelle scuole al fine di informare migliaia di ragazzi sul tema della donazione di organi e tessuti. “La partita per la vita –  in ricordo di Michele Lizzori (che è stato vicepresidente provinciale di Aido Piacenza) – rappresenta per la nostra realtà provinciale – conclude il presidente Mares – l’appuntamento annuale che meglio racchiude le finalità associative e il grande cuore di Aido e dei suoi iscritti”.

Report trapianti: 2023 anno record

Il 2023 è stato un anno record per la Rete nazionale trapianti: per la prima volta le donazioni di organi hanno superato le 2 mila unità (2.042) e i trapianti eseguiti sono stati 4.462, ben 586 in più rispetto all’anno precedente. Non era mai accaduto prima che – in un solo anno – in Italia si eseguissero oltre 4 mila interventi e che il tasso di donazione nazionale salisse a quota 28,3 donazioni per milione di persone. Sono i dati che emergono dal Report annuale del Centro nazionale trapianti e che inviano un segnale di fiducia per il futuro: l’Italia si colloca oggi al secondo posto tra i paesi europei – dopo la Spagna – per numero di donatori. Emilia Romagna , Veneto e Toscana si confermano le tre regioni più generose, mentre è la Lombardia ad aver eseguito il maggior numero di interventi, ben 827 trapianti. I motivi di tale successo sono da ricondursi alla forte crescita di segnalazioni di potenziali donatori nelle terapie intensive  (+15,8% rispetto al 2022) e dall’impegno nell’applicazione del Nuovo Piano nazionale delle Donazioni. A rimanere alterato – purtroppo – è il tasso delle opposizioni al consenso, che anche lo scorso anno ha superato il 30% e in Italia sono circa 8mila le persone in lista d’attesa per un trapianto.

Nella foto, il consiglio uscente con il presidente Roberto Mares, Emanuela Signaroldi, Gina Torreggiani, Fabio Piazza, Cristina Baldini, Gianfranco Antonelli, Alberto Brenni, Simonetta Carini, Stefano Di Marco e Manuela Signaroldi insieme all’ex presidente regionale Mauro Marchiani e all’ex presidente provinciale Pier Carlo Cigala

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