Quel sassolino nella scarpa
Piacenza Ville Lumière

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di Jennifer Ravellini – Fiat lux. Dicembre accende le vie di Piacenza di quella particolare atmosfera natalizia che si rinnova puntuale ogni anno e che fa tornare tutti un po’ bambini.
L’ingresso in città dal ponte di Po lascia a bocca aperta: i due filari di alberi illuminati invitano a raggiungere piazza Cavalli e a godersi le strade del centro. Tutti un po’ flâneur a passeggio in una Ville Lumière di provincia che suggerisce itinerari col naso all’insù. Splendida piazza Duomo con luminarie a raggiera intorno alla statua, buia come la Madonna Nera di Tindari, ma innalzata da un pilastro di luci a prospettiva ascensionale fatta apposta per avvicinare al cielo il cuore dei devoti. Bellissima piazza Borgo con il lampadario appeso come in un salone delle feste di un palazzo aristocratico. Suggestivo il saliscendi di via Felice Frasi sotto ad arcate luminose che danno risalto ad una strada ingiustamente trascurata dai percorsi abituali.
Chi non riuscirà ad osservare le Geminidi, le stelle cadenti visibili, neanche a farlo apposta, intorno alla notte di Santa Lucia, potrà sempre rifarsi con le Cinque Stelle in fila lungo il Corso. Dalle stelle delle vie più battute e commercialmente vitali alle stalle delle strade secondarie, con luminarie di basso profilo in corrispondenza delle attività commerciali. I mazzolini di tre stelle lungo via Alberoni o l’unica fila di luminarie in via San Siro risultano più tristanzuole che decorative. A volte si sa, l’intenzione e la buona volontà non bastano. Come nel caso dell’albero di Natale, tornato in Piazza Cavalli dopo alcuni anni di un’assenza più discussa che discutibile, ma un po’ fuori scala considerato il contesto. Non sarebbe stato meglio ripensarne la collocazione in una piazzetta più defilata per sorprendere l’occhio del piacentino medio ed ovviare l’effetto Lilliput?
Sacrosanta l’idea di diversificare gli addobbi, ma forse una coerenza, quanto meno nei colori delle luci, avrebbe reso la città più ordinata.
Agli avvocati del diavolo e agli ambientalisti convinti Virginia Woolf suggerirebbe di “spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto”, anticipando a Natale la Festa del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili in programma il 23 febbraio. Al grido di M’illumino di meno, si spegneranno i principali monumenti italiani e non, Trump Tower compresa. Che Palazzo Farnese e l’omonimo stradone, rimasti al buio, siano sulla stessa lunghezza d’onda?

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