Piano di riqualificazione Terrepadane, Italia Nostra:
“Diverse criticità da valutare attentamente”

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L’area dell’ex consorzio agrario

Il progetto di riqualificazione dell’ex consorzio agrario Terrepadane (il grande comparto di 130mila metri quadrati tra la Lupa e via Pennazzi) – su cui è già stato annunciato il via libera della giunta Barbieri -continua a far discutere. Dopo i mal di pancia emersi nella stessa maggioranza (il consigliere comunale di Forza Italia Mauro Saccardi voterà contro), viene resa pubblica, con una nota, la posizione critica della sezione di Piacenza di Italia Nostra.

Il comunicato del Consiglio Direttivo di Italia Nostra sezione di Piacenza

“Riguardo alla progettata riqualificazione dell’area dell’ex Consorzio Agrario di Piacenza, la sezione di Piacenza di Italia Nostra fa presente che tale intervento presenta alcune criticità per il suo impatto, criticità che vanno considerate con attenzione affinché gli aspetti positivi della rigenerazione urbana non vengano vanificati o, peggio, superati da quelli negativi.
Come già argomentato da associazioni, da semplici cittadini e anche da consiglieri comunali, altri 14.500 metri quadrati di superficie commerciale “paracadutati” in una città che vede già in crisi il commercio, in particolare quello di vicinato e di dimensione medio-piccola, sono da valutare attentamente. Anche perché negli ultimi anni, mesi e anche in queste settimane sono state autorizzate aperture di nuovi supermercati e aree commerciali di grandi dimensioni in varie zone, da via Emilia Pavese a via Passerini/corso Europa e persino in aree non molto distanti da quella del Consorzio Agrario come piazzale Velleia/via Calciati. Ricordiamo che per la sua ampiezza l’area del Consorzio Agrario influirà sicuramente sulle arterie commerciali più prossime come via Roma/via Colombo/via Emilia Parmense ma anche su via Farnesiana e viale Dante (e oltre, dal centro storico alle periferie), arterie che in questi anni si è cercato di rivitalizzare con costosi interventi che rischiano di essere vanificati dallo spostamento di parte della clientela sulle nuove strutture commerciali del Consorzio Agrario.
Oltre all’aspetto commerciale, va considerato anche quello abitativo, che vede già nella nostra città migliaia di vani sfitti (pure in edifici di recentissima costruzione), mentre sono già partiti o sono approvati ulteriori palazzi e quartieri, per esempio a barriera Genova o nell’ex Manifattura Tabacchi. Senza contare le espansioni dei Comuni circostanti, che hanno già prodotto un mercato saturo, per eccesso di offerta di case, in una città con abitanti stabili o in decrescita. Questo si traduce in abitazioni invendute, sia nuove sia usate, che devono essere svendute o rimangono vuote per anni e rischiano il degrado, il che naturalmente incide sulla vivibilità del quartiere in cui si trovano e dunque della nostra città.
In conclusione, se non valutata attentamente nei suoi indici urbanistici e commerciali e in un ambito non solo di quartiere ma dell’intero Comune di Piacenza e limitrofi, la riconversione di un’area di dimensioni ampie come quella del Consorzio Agrario rischia di avere effetti negativi su altre aree della città, e questo può compromettere il vantaggio complessivo derivante sia da tale riqualificazione sia dai finanziamenti del Bando Periferie che tale intervento consente.
Da associazione attenta anche all’aspetto architettonico e storico della città, dobbiamo aggiungere che a nostro parere diversi edifici del Consorzio Agrario potrebbero essere oggetto, anziché di demolizione, di un’accorta riqualificazione, come pure l’intera area dell’ex Mercato Ortofrutticolo, interessante esempio di archeologia industriale e di architettura razionalista degli anni Trenta del secolo scorso”.

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