Ospedale sì, ma dove? Barbieri gela i pro-Pertite
Un bando per cercare nuove aree

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L’area della Pertite tra via I Maggio e via Emiia Pavese

Il dato sicuro è questo: praticamente tutti, ormai, sono convinti della ineluttabilità, quando non della necessità, della realizzazione del nuovo ospedale. Resta intatto, nel suo groviglio, il nodo legato al dove costruirlo, questo benedetto ospedale del XXI secolo. Ultimi ad esprimersi – in ordine di tempo, beninteso – i primari piacentini Fabio Fornari e Luigi Cavanna (gastroenterologo il primo, oncologo il secondo) i quali sottolineano con decisione la necessità di cogliere l’opportunità offerta da Regione e Ausl Emilia Romagna. Sia Fornari che Cavanna mettono l’accento sulle criticità che interessano l’attuale ospedale (persistenza di stanze da tre/quattro letti senza bagno interno, spazi angusti, problematiche legate al trasferimento dei pazienti dal nucleo storico dell’ospedale ai padiglioni del polichirurgico, e così via) e tuttavia anche loro, protagonisti della sanità piacentina, si arrestano di fronte all’indicazione dell’area sulla quale il nosocomio dovrà sorgere. E’ appunto questo il nodo da sciogliere: “L’ospedale si faccia, è indispensabile per una sanità piacentina competitiva e in grado di rispondere ai bisogni della cittadinanza. Dove farlo, però, lo decida la politica”.
Sul piatto, come noto, quattro papabili siti: l’ex Pertite (270mila mq nel quadrante Ovest della città); l’Opera Pia Alberoni (180mila mq di proprietà dell’ente religioso nel quadrante Sud); La Verza-Val Nure (area agricola privata di 168mila metri (periferia Sud); Caserma Lusignani (88mila mq più 15mila da esproprio, anche in questo caso quadrante Ovest, q.re Sant’Antonio). Ora, va detto che il pendolo della scelta continua ad oscillare, anche se l’attrazione più forte sembra esercitarla la Pertite. In questo senso si sono espressi il Pd cittadino, un comitato sorto ad hoc per sostenere tale opzione e – così sembra – anche una parte cospicua del centrodestra oggi in serpa a Palazzo Mercanti. Forze che, unite, sembrano in grado di portare la scelta proprio su quest’area ex militare. Ad opporsi, naturalmente, una sostanziosa fetta di opinione pubblica piacentina che da sempre sostiene le ragioni di una Pertite tutta a parco (l’ospedale lascerebbe a verde una cintura, una sorta di ciambella intorno agli edifici della cittadella sanitaria, come prospettato in una simulazione dal Comitato Pertite Bosco in Città). A stoppare gli entusiasmi dei pro-Pertite, tuttavia, è arrivata in questi giorni l’ammonizione del sindaco Patrizia Barbieri la quale, di fatto richiamando i suoi all’ordine, ha ricordato come nel programma elettorale suo e della coalizione la Pertite fosse destinata a parco.
E dopo il vertice dei capigruppo con l’assessore regionale Sergio Venturi, Barbieri decide la stesura di una lettera d’intenti da presentare in consiglio comunale in cui si esprime la volontà di procedere alla realizzazione del nuovo ospedale e, per quanto riguarda la scelta dell’area, l’indizione di una procedura ad evidenza pubblica per raccogliere manifestazioni d’interesse da parte di privati per la ricerca di nuove possibili aree.

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