Milza: “La cooperazione ora merita
rappresentatività in giunta camerale”

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Francesco Milza con Papa Francesco
Francesco Milza con Papa Francesco

Contro gli aspetti negativi del capitalismo Papa Francesco ha pronunciato una forte denuncia rivolgendosi ai settemila soci di Confcooperative che affollavano l’Aula Nervi durante l’udienza  che il presidente Gardini aveva fortemente voluto in occasione dei 70 anni dalla sua ricostituzione avvenuta nel 1945 (nata nel 1919, Confcooperative era stata sciolta nel periodo del ventennio fascista).
“Una giornata storica per Confcooperative e la cooperazione tutta” l’ha definita Gardini ricordando come la Chiesa italiana abbia svolto un ruolo importante nell’accompagnare e sostenere la crescita del movimento cooperativo. Ha poi ribadito come l’obbiettivo della cooperazione deve essere, più che mai, quello di umanizzare l’economia e curare quei mali che hanno provocato la crisi. Poi rivolgendosi direttamente a Papa Bergoglio ha concluso il suo intervento: “Con la nostra forza di volontà e la Sua benedizione, Santità, noi ci impegneremo per fare il nostro meglio e lasciare ai giovani, alle generazioni che verranno, l’eredità di un mondo migliore”.
Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna e primo presidente dell’Alleanza delle cooperative di Piacenza, è stato tra quelli che hanno potuto salutare personalmente  il Papa (nella foto) traendone una forte motivazione a continuare il lavoro per raggiungere gli obbiettivi che l’Alleanza delle cooperative si è posti e compresi nel Manifesto dell’economia pulita che si articola su cinque punti: rispetto e responsabilità, autonomia e indipendenza, pulizia e trasparenza, onestà e regole, comunità e persone. Alla trasferta romana hanno partecipato 92 cooperatori piacentini, tornati pieni di orgoglio e animati da un forte spirito di appartenenza.
Milza ha poi ricordato come anche il Papa ha avuto parole di incoraggiamento per l’Alleanza delle cooperative Italiane invitando, pur rispettando le origini diverse, a trovare momenti importanti di sintesi per il bene del movimento e soprattutto per la ricaduta solidale a favore di una società più giusta dove il denaro non costituisca lo scopo, bensì solo lo strumento necessario per il raggiungimento di un equilibrio sociale che  realizzi la riconciliazione con i più deboli.
La strada per approdare ad una sola associazione di categoria che unirà sotto lo stesso tetto Legacoop, Confcooperative e Agci è ancora lunga, l’appuntamento fissato dal Congresso che si è tenuto nel dicembre scorso è per il primo gennaio 2017. Ancora due anni che sommati ai tre già trascorsi da quando fu avviato il progetto diventano cinque. A volerlo, tra gli altri, è stato l’attuale ministro del lavoro Giuliano Poletti, quando ancora guidava sia  Legacoop che l’Alleanza. Ora il testimone è passato nelle mani di Mauro Lusetti vicepresidente di Legacoop Emilia Romagna.
Presidente Milza con che ritmi stanno procedendo i lavori per traghettare tre centrali cooperative in un unico soggetto?
In questo momento sono attive 5 commissioni che stanno affrontando problematiche diverse. Il confronto è aperto e costruttivo. Teniamo conto che veniamo da storie e modelli di governance  diversi, ma anche da una diversa forma di radicamento sul territorio. E’ sulla governance che focalizzerei ora, nel senso che dobbiamo rivitalizzare il modello di partecipazione attiva dei soci. Occorre sviluppare un forte spirito di appartenenza che faccia sentire il socio protagonista. Solo così il movimento cooperativo riuscirà a dispiegare tutta la sua capacità interpretativa dei nuovi scenari sociali che si stanno manifestando.
La presenza nel governo di Giuliano Poletti, primo presidente dell’Alleanza, aiuta il processo in corso?
Certamente sì, attribuire al movimento cooperativo rappresentatività al pari di Confindustria è stata sicuramente una scelta responsabile che conferma come la cooperazione  possa candidarsi a giocare un ruolo da protagonista nella costruzione di una società e di un mercato capaci di stabilire la giusta armonia tra lavoro, economia e benessere. Affermare quindi l’idea che il pluralismo delle forme d’impresa è un bene per la società e per il mercato, un elemento essenziale di libertà per le scelte dei cittadini.
Benché abbiate ottenuto rappresentatività a livello governativo, si potrebbe dire che a livello locale non avete ancora avuto fortuna…
Certo, sarà infatti uno dei prossimi obbiettivi su cui intendiamo aprire un confronto in Camera di Commercio. Il settore della cooperazione merita una rappresentatività adeguata in giunta camerale. Penso abbia tutti i titoli per contribuire con le proprie idee e visioni a sviluppare progetti che interessano il nostro territorio. Ricordo che la Costituzione Italiana all’articolo 45 ne riconosce la funzione sociale auspicandone la promozione per favorirne l’incremento.

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