Legambiente: “Aria irrespirabile, tempo scaduto”
Barbieri: “Presto un tavolo contro l’inquinamento”

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Tira una brutta aria a Piacenza. Almeno a guardare i risultati del Dossier Mal’Aria 2017 confezionato dal circolo “Emilio Politi” di Legambiente, presentato nei giorni scorsi all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, da Laura Chiappa e Marco Natali (Legambiente Piacenza), Andrea Poggio (Legambiente nazionale) alla presenza del sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri e dell’assessore all’Ambiente Paolo Mancioppi. Dal report emerge come l’aria in città sia sempre più irrespirabile segnando uno dei risultati peggiori degli ultimi anni: nel 2017 per ben 158 giorni sono stati superati i limiti di inquinamento previsti per legge. Le centraline hanno registrato, per quanto riguarda le pm10, 83 sforamenti in via Giordani e 90 a Gerbido. Il limite consentito è di 35 all’anno. L’ozono, invece, ha superato i limiti per 75 volte, mentre le pm2,5, le particelle più piccole e pericolose, hanno segnato una media di 24, 26 e 27 microgrammi a Montecucco, via Ceno e Gerbido, contro i 25 previsti per legge. Gravissime le ripercussioni sulla salute: gni anno, secondo Legambiente, nel nostro territorio ogni anno muoiono 150 persone, per effetto dell’inquinamento dell’aria.
“Non abbiamo bisogno di convincere nessuno che la situazione dell’inquinamento sia grave – ha commentato la presidente di Legambiente Piacenza Laura Chiappa – pechè è sotto gli occhi di tutti. Vorremmo invece cominciare a delineare una piccola road map per cambiare il futuro di Piacenza”. Appello di fronte al quale il Comune di Piacenza non si è dichiarato insensibile. “Sono d’accordo con questo metodo – dice il sindaco Patrizia Barbieri – il confronto e l’aiuto reciproco su certe tematiche sono fondamentali. Vorrei che Legambiente diventasse uno degli interlocutori del tavolo di confronto sulle questioni ambientali della città”.
Secondo gli ambientalisti serve una programmazione di interventi sia emergenziali che strutturali. In condizioni di emergenza, per quanto riguarda il traffico, servirebbero più di tre giorni di blocco totale accompagnati da un’offerta adeguata di trasporto pubblico gratuito e dallo stop temporaneo di alcune attività industriali.
Per Legambiente occorre mettere mano a una revisione radicale del sistema della mobilità attraverso la redazione del Piano della Mobilità Sostenibile, il più possibile condiviso e partecipato. Sempre d’attualità sono le proposte che prevedono di applicare il Paer, piano regionale per l’aria, rendere più attraente e comodo il sistema del trasporto pubblico locale sia urbano che extraurbano, puntare sulle metropolitane leggere ferroviarie per collegare Piacenza a Cremona, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; aumentare le zone ztl e le zone 30; inibire il transito e la sosta dei veicoli davanti alle scuole; incentivare il bike sharring e prevedere il servizio di car sharring; progettare una rete interconnessa di piste ciclabili urbane ed extraurbane; completare e rendere facilmente utilizzabili i parcheggi esterni alle mura; utilizzare mezzi elettrici per la consegna delle merci; aumentare la cura del verde urbano; liberare le vie e le piazze del centro dalle auto con l’eliminazione dei parcometri e il loro utilizzo solo per i residenti; realizzare interventi strutturali per il risparmio energetico degli edifici, a cominciare da quelli pubblici.
Tra le misure strutturali si chiede la realizzazione dello scalo merci ferroviario al Polo Logistico di Le Mose, la chiusura dell’inceneritore di Borgoforte (per cui Legambiente si batte da anni) e una maggiore attenzione ambientale alle nuove autorizzazioni per attività produttive per arrivare – in futuro – alla “delocalizzazione delle industrie più inquinanti, che oggi distano poche centinaia di metri dal centro storico della città”.

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