La surreale Radio Shock
si rifà il look

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di Thomas Trenchi – A distanza di undici anni dalla messa in onda della prima intervista all’allora sindaco Roberto Reggi, Radio Shock si rifà il look avviando una stretta collaborazione con l’emittente liceale Gioia Web Radio: le nuove puntate verrano registrate nello scantinato di viale Risorgimento, a contatto con il mondo studentesco. Un mese fa è stata diffusa un’anticipazione di questa sinergia, attraverso la puntata “Radio shock incontra Gioia Web Radio” (si può ascoltare sul sito sportelloquotidiano.com). Sotto il metaforico segno del “2.0”, verrà preservata una certezza: lo stile incalzante e frizzante delle interviste, condotte da una ventina di pazienti del dipartimento di salute mentale dell’ospedale di Piacenza.
«Il nostro progetto va contro le barriere dell’ignoranza, supera lo stigma e i pregiudizi. L’idea è stata lanciata nel 2006 da Davide Rossi e Massimo Seccaspina, due operatori sanitari della comunità per psicotici “Barattiera” che hanno preso spunto dall’esperienza di “Radio Rete 180 – La voce di chi sente le voci” fondata nel 2003 dal Centro Psicosociale di Mantova», spiega il coordinatore e primario del centro Emanuele Guagnini, prossimo alla pensione. Radio Shock – progetto capofila in Italia – è alla ricerca di sponsorizzazioni, «ma soprattutto di contatti per farsi conoscere in tutta la provincia».
Lo scopo delle interviste è quello di cercare la persona dietro il personaggio, alternando l’intimità e il surrealismo con domande pungenti e certe volte imbarazzanti. «Ci siamo accorti che spesso le risposte dei personaggi si adeguano a quelle dei pazienti. È la chiave di un aspetto sociale frequente: si cerca di omologarsi a qualcosa già esistente, poiché è difficile essere sempre autonomi e originali», svela il medico e caporedattore Marco Martinelli. «Radio Shock è un esempio produttivo di igiene mentale. Quando si preparano le interviste, ridiamo tutti insieme: pazienti e operatori, privi di coerenza e senza menzogne. È un’esperienza terapeutica che dovremmo seguire tutti. Non solo chi soffre».
Il gruppo mi mostra il processo di lavoro, sfruttando l’occasione per ideare un’ipotetica intervista a Vittorio Sgarbi. Si parte con un brainstorming di curiosità sul critico d’arte. «È vero che per raggiungere il dottorato hai dovuto dipingere volantini? Cosa ne pensi di Trump e di sua moglie? Attraverseresti i monti Urali sulla Transiberiana con noi o con Angelina Jolie? Hai più fascino o intelligenza? Sei più peloso con le donne o con le opere d’arte? Ti arrabbi moltissimo con gli uomini e pochissimo con le donne, per caso sei di parte? Parli in continuazione e sei aggressivo: riesci a chiacchierare al telefono? Hai mai portato le capre in un museo?», sono alcuni dei quesiti strampalati proposti dai pazienti, diligentemente trascritti dalla segretaria di redazione Maria Luisa Repetti. Ci si fa contagiare facilmente in questo tunnel di cervelli rombanti. Anch’io propongo una domanda: «Se ti regalassero dei miliardi, faresti a meno del vitalizio?». Poi tocca al colpo finale, la domanda shock: «Fra un museo d’arte e una donna, cosa sceglieresti?».
Negli undici anni di attività, i pazienti hanno intervistato centinaia di personaggi famosi – da Alex Del Piero a Susanna Camusso, da Checco Zalone a Carlo Verdone, da Emma Bonino a Stefano Rodotà: un palinsesto da far invidia alle grandi testate -. Sono stati addirittura ospitati nel programma “Le invasioni barbariche” di Daria Bignardi su La7 per svestire l’ex premier Matteo Renzi, una figura che li ha particolarmente ispirati: a fronte delle settantasei domande confezionate, la conduttrice ne ha scelte sei. «A quale personaggio serio ti ispiri? Hai mai fatto un autogol clamoroso?».
Parte di questo materiale è stato raccolto in due pubblicazioni: Per me va bene il pareggio e Le 50 interviste più pazze del mondo. Quest’anno è stato pubblicato anche Qualcuno tornò sul nido del cuculo (ed. Officine Gutenberg) realizzato da Giovanni Battista Menzani, Brunello Buonocore e Marco Murgia, i quali hanno indagato le storie personali degli irriverenti redattori. Sogni per il futuro? «Ci piacerebbe intervistare Francesca Cipriani, Elisa Isoardi, Lorella Cuccarini, Federica Panicucci, Papa Francesco e il presidente Sergio Mattarella per regalargli uno spray fissante per capelli».

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