Crisi del Partito democratico: pubblichiamo l’intervento di Alessandra Fanti, intervenuta in occasione della direzione provinciale Pd del 16 febbraio scorso.
“E’ un momento difficile questo per la storia del Partito Democratico come lo sono del resto tutte le separazioni: si ha infatti l’impressione di aver perso del tempo, di aver sprecato energie e di aver sopportato anche torti purché il tutto andasse avanti. Ma è anche un momento di chiarezza perché finalmente si gioca a carte scoperte e chi da mesi, forse da anni, minacciava continuamente di andarsene ha preso una decisione precisa . Penso che il ritorno del proporzionale abbia necessariamente spinto a fare chiarezza : in un matrimonio già fragile le lusinghe di un nuovo posizionamento con la salvaguardia di rendite ha giocato un ruolo fondamentale. Per quel che mi riguarda invece il PD, nato sì con una fusione a freddo una sorta di matrimonio combinato, è comunque la mia casa, la casa che mi rappresenta e che ha cercato, a volte ce la ha fatta altre volte no, sempre più di interpretare le istanze di una società in cambiamento e proporre idee nuove in un momento molto difficile con una crisi economica che sembra non avere mai fine. E’ proprio vero, come ricordavano alcuni opinionisti, che in un paese dove nessuno azzarda Renzi ha rappresentato un’autentica rivoluzione; ha tentato di rimettere in moto una macchina sclerotizzata e inefficiente. Non era forse il congresso il momento giusto per aprire un dibattito sulle riforme, sui risultati delle stesse e definire eventualmente una nuova linea? Si accusa di aver voluto celebrare il congresso in tempi troppo stretti; forse è anche vero ma alla fine non sono così dissimili da altri appuntamenti congressuali dove i tempi li dettavano proprio coloro che oggi sono usciti- la Ditta . Penso che per almeno tre cose fra le altre occorreva dare al Pd e al suo segretario ora dimissionario un pochino di più di credito: il risultato di oltre il 40% all’europee con percentuali mai viste dopo i vari tentativi di “smacchiare il giaguaro” completamente inefficaci; la posizione molto chiara sulla questione dei migranti di fronte ad un menefreghismo generale o addirittura sadismo, Renzi ha parlato chiaramente di accoglienza e ha posto con decisione all’Europa il tema dei flussi migratori e da ultimo la schiena dritta sulla elezione del Presidente della Repubblica un’ operazione, quella sulla elezione di Mattarella, politicamente molto interessante che ha ridato piena dignità al parlamento rafforzando il centro sinistra. Questi sono alcuni dei buoni motivi per cui avremmo dovuto essere tutti più generosi con il Pd e il suo ex- segretario non facendogli certo sconti sul ruolo del partito e su diverse modalità di coinvolgimento dello stesso, in un confronto anche aspro sugli esiti delle riforme ma, quanto meno, accettare di riportare in partito un dibattito vero e serio senza continuamente minacciare prima e imboccare poi la strada della scissione. Ma noi del centro sinistra abbiamo la memoria corta; alla fine siamo abituati a farci del male da soli condannandoci per sempre all’opposizione. A me, peraltro non nativa del Pd con una storia politica di altro tipo, quel bandiera rossa del Teatro della Vittoria ha fatto una grande tristezza (è stato sconfitto dalla storia ovunque) e ai più giovani, quelli nativi del Pd, penso che il tutto sia parso come un folcloristico ritorno al passato, ad un deja vus trito e ritrito.
Venendo alle questioni più locali la sconfitta del centro sinistra a Fiorenzuola è uno spettro di quanto potrebbe avvenire a Piacenza con una mucca, quella del populismo e delle destre, che dal corridoio (la periferia) si accomoda direttamente in salotto (nel centro della provincia) . A Fiorenzuola il centro sinistra si è presentato frammentato : il PD ha sposato la tesi della continuità che è stata bocciata sonoramente dai cittadini. Lì però la maggioranza del partito che conta autorevoli esponenti vicini agli scissionisti così attenti alla democrazia e al confronto, non ha promosso alcun dibattito serio e aperto sulle ragioni della sconfitta con assunzione di responsabilità e qualche passo indietro…… ma sapete si predica bene e nei propri territori si razzola malissimo: amen e buon congresso a tutti!!!”
Alessandra Fanti, componente direzione provinciale Pd