Dibattito nel Pd, Alessandra Fanti:
“Momento difficile ma ora si gioca a carte scoperte”

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Matteo Renzi e Pierluigi Bersani
Matteo Renzi e Pierluigi Bersani

Crisi del Partito democratico: pubblichiamo l’intervento di Alessandra Fanti, intervenuta in occasione della direzione provinciale Pd del 16 febbraio scorso.
“E’ un momento  difficile questo per la storia del Partito Democratico come lo  sono del resto  tutte le separazioni: si ha infatti  l’impressione di aver perso del tempo, di aver sprecato energie e di  aver sopportato anche  torti purché il tutto andasse avanti. Ma è anche un momento di chiarezza perché  finalmente si gioca a carte scoperte e chi da mesi, forse da anni,  minacciava continuamente di andarsene ha preso una decisione precisa . Penso che il ritorno del proporzionale abbia necessariamente  spinto a fare chiarezza : in un matrimonio già fragile  le lusinghe di un nuovo posizionamento con la salvaguardia di rendite ha giocato un ruolo fondamentale.  Per quel che mi riguarda  invece il PD, nato sì con una fusione a freddo una sorta di matrimonio combinato,  è comunque la mia casa, la casa che mi rappresenta e che ha cercato, a volte ce la ha fatta altre volte no,   sempre più di interpretare le istanze di una società in cambiamento e proporre idee nuove in un momento  molto  difficile  con una crisi economica che sembra non avere mai fine. E’ proprio vero, come ricordavano alcuni  opinionisti, che in un paese dove nessuno azzarda  Renzi ha rappresentato un’autentica rivoluzione; ha tentato di rimettere  in moto una macchina sclerotizzata e  inefficiente. Non era forse  il congresso il momento giusto per aprire un dibattito sulle riforme, sui risultati delle stesse e definire  eventualmente una nuova linea? Si accusa di aver voluto celebrare il congresso in tempi  troppo stretti; forse è anche vero  ma  alla fine non sono così dissimili da altri  appuntamenti congressuali dove i tempi li dettavano  proprio coloro che oggi sono usciti- la Ditta . Penso che per almeno tre  cose fra le altre occorreva dare al Pd e al suo segretario ora dimissionario un pochino di più di credito: il risultato  di oltre il  40% all’europee  con percentuali mai viste   dopo i vari tentativi di “smacchiare il giaguaro” completamente inefficaci; la posizione molto chiara  sulla questione dei  migranti di fronte ad un menefreghismo generale o addirittura sadismo, Renzi ha parlato chiaramente   di accoglienza e ha posto con decisione all’Europa il tema dei flussi migratori e da ultimo la  schiena dritta sulla elezione del Presidente della Repubblica un’ operazione, quella sulla elezione di Mattarella, politicamente molto interessante che ha ridato piena dignità al parlamento rafforzando il centro sinistra. Questi sono alcuni  dei buoni motivi  per cui avremmo dovuto essere tutti più generosi  con il Pd  e il suo ex- segretario  non facendogli certo  sconti sul ruolo del partito e su diverse modalità di coinvolgimento dello stesso, in un confronto anche aspro  sugli esiti delle riforme ma, quanto meno, accettare  di riportare in partito  un dibattito  vero e serio senza continuamente minacciare prima e imboccare poi la strada della scissione. Ma noi  del centro sinistra abbiamo la memoria corta;   alla fine siamo abituati a farci del male da soli  condannandoci per sempre all’opposizione. A me,   peraltro non nativa del Pd con una storia politica di altro tipo, quel bandiera rossa del Teatro della Vittoria  ha fatto una grande tristezza (è stato sconfitto dalla storia ovunque) e ai più giovani, quelli nativi  del Pd,  penso che il tutto sia parso come un  folcloristico ritorno  al  passato, ad  un deja vus trito e ritrito.
Venendo alle questioni più locali la sconfitta del  centro sinistra  a Fiorenzuola   è uno spettro di quanto potrebbe avvenire a Piacenza con una mucca, quella del populismo e delle destre,   che dal corridoio (la periferia)  si accomoda direttamente in salotto (nel centro della provincia) .  A  Fiorenzuola  il centro sinistra si è presentato frammentato : il PD ha sposato la tesi della continuità che è stata bocciata sonoramente dai cittadini. Lì però la maggioranza del partito che conta autorevoli esponenti vicini agli scissionisti così attenti alla democrazia e al confronto, non ha promosso alcun dibattito  serio e aperto sulle ragioni della sconfitta con  assunzione di responsabilità  e qualche passo indietro…… ma sapete si predica bene e nei propri territori  si razzola malissimo: amen e buon congresso a tutti!!!”

Alessandra Fanti, componente direzione provinciale Pd

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