Caro Novara, il dolore non si misura contando le necrologie

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A sinistra, Daniele Novara; a destra, Annalisa Lombardi

Non sono piaciute, a molti residenti e villeggianti, le parole con le quali il 31 luglio scorso Daniele Novara (fondatore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti, nella foto a sinistra) ha commentato l’agghiacciante fatto di sangue avvenuto il 24 luglio scorso a Ferriere, dove Annalisa Lombardi – 28enne milanese (nella foto a destra) che spesso frequentava il paese – è stata trucidata con 160 coltellate dalla 29enne milanese Monica Montagna, amica di sempre.
Secondo il pedagogista, intervenuto sul quotidiano cittadino Libertà, “la pura brutalità della violenza” è “semplicemente frutto della pazzia, di una situazione psichica alterata, di stati interni paranoici, dissociativi, dove la psicolabilità trova uno sbocco tragico”, ma secondo l’educatore l’opinione pubblica è “piuttosto sconvolta da tutto questo” e i criminologi polizieschi “brancolano nel buio, nell’idea vetero ottocentesca che per ogni delitto ci deve essere un movente, roba che non ha a che fare con quello che succede realmente”. Per Novara, inoltre, “Le necrologie su Libertà per questa povera ragazza di 28 anni sono pochissime. Molto raro che una ragazza così giovane abbia tanta poca attenzione per la sua morte, come se la comunità non riuscisse a vivere questo lutto, a parteciparlo, a dare un senso, a dare un nome, a distinguere la violenza da altri fenomeni normali della vita come i conflitti e i litigi”. Novaraha chiuso infine il suo intervento ricordando alcuni appuntamenti organizzati dal Centro da lui fondato.
In una lettera, una residente di Ferriere risponde così, tramite Corriere Padano, al pedagogista.
Gentile Redazione de il Corriere Padano, vi inoltro la risposta alla lettera in prima pagina del “pedagogo” Daniele Novara.  Vi ringrazio fin da ora se pubblicherete quanto ho scritto e firmato, tutto Ferriere è rimasto allibito dalle parole di Novara, una risposta era doverosa!
Il 24 Luglio, il brutale omicidio di Annalisa annichilisce Ferriere. Sul paese calano lo sgomento e il silenzio. I quotidiani nazionali ne danno notizia, quello della provincia cerca faticosamente di ricostruire la dinamica del delitto. Qualcuno che per professione si occupa di psichiatria e medicina analizzando il fatto, cerca di chiarire quella dinamica che può indurre ad una brutale violenza. Ferriere non si pone alcun quesito sul movente che ha mosso la mano omicida. È un compito degli investigatori. Il paese continua a restare in silenzio. Ad otto giorni dal delitto di Anna, il pedagogo Daniele Novara sul quotidiano “Libertà” disserta in prima battuta sulla violenza definendola atto brutale senza ragioni, frutto di una follia che può portare al delitto senza movente. Poi, esterna la sua impressione sulla comunità Ferrierese che mostra, a suo parere, poca attenzione per una ragazza brutalmente uccisa a soli 28 anni. Qui, il clamoroso scivolone di Novara che Ferriere tollererebbe da un mestierante, non da un educatore di professione.
Novara, lontano dal luogo, distante dal sentire della comunità e preso dalla necessità di dire, si avvale del numero di necrologie apparse su “Libertà” per misurare l’attenzione di Ferriere verso Anna. Un metodo che gli impedisce anche solo di intuire il dolore che ha ammutolito il paese.
Ferriere ha colto l’enormità dell’atto di violenza perpetrata ai danni di Anna e pur rifiutandola con quella decisione che l’educatore invoca non è riuscito ad impedirla, ad escluderla.
E ancora la trasvolata di Novara quando nel negare il movente della violenza, lo trova, individuandolo nell’assenza di un educazione in grado di fornire alle persone, fin dai primi anni di vita, la capacità di reggere, di stare nelle contrarietà, nelle situazioni di contrasto.
E, individuatolo, ecco promuovere con l’Istituto psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti momenti di  confronto che si terranno a Piacenza nei prossimi mesi, e cogliere prontamente l’occasione per indicarne anche le date.

Fosca Lavezzi

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