Bufera sullo spettacolo delle drag queen a Spazio 4: Barbieri ” Show non si faccia li ma altrove”.

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I gestori e la comunità gay si oppongono: “Noi censurati sia come artisti che come persone”

È scandalo attorno alla spinosa questione della (mancata) esibizione delle drag queen a Spazio 4. La bufera è scoppiata 48 ore fa, in seguito al divieto imposto dall’amministrazione comunale all’esibizione delle artiste. C’è chi addita la sindaca Patrizia Barbieri di voler censurare non solo lo spettacolo, ma anche le persone e l’intero movimento gay. Dall’altro lato della barricata l’amministrazione comunale ha sottolineato come iniziative del genere siano state accolte di buon grado in passato a Piacenza e che, in questo caso specifico, è stata la scelta di svolgere l’evento a Spazio 4 a porre il veto.

Patrizia Barbieri, con una lettera aperta, ha sottolineato come: “La comunità sia inclusiva ed aperta al dialogo e che queste accuse siano strumentali e inaccettabili”. La prima cittadina ha ribadito che: “Esibizioni analoghe a quelle delle artiste che avrebbero dovuto salire sul palco questa sera si sono tenute un paio di mesi fa sul Facsal, durante l’iniziativa promossa dalla rete di associazioni Piacenza Pride, così come nell’edizione 2019 dei “Venerdì piacentini”, durante un evento in piazza Borgo. In entrambe le occasioni c’è stata, da parte del Comune, assoluta disponibilità e collaborazione nel garantire lo svolgimento e la promozione di questi spettacoli in uno spazio pubblico, nel massimo rispetto della libertà di manifestare e di una forma di intrattenimento di cui nessuno mette in discussione la professionalità e la qualità.”

A detta della Barbieri il nodo della questione è proprio la scelta di Spazio 4: Ben diverso è il contesto di una realtà come Spazio 4, affidata in concessione a seguito di un bando che esplicitava le finalità educative delle attività proposte e i criteri cui devono essere ispirate, tant’è che la dirigente di settore ha richiamato i gestori – sotto il profilo tecnico e amministrativo, certo non politico – al dovere di assicurare la totale rispondenza a questi principi. Il Comune ha la responsabilità di vigilare sull’affidamento delle proprie strutture e sul fatto che vi sia una costante, rigorosa adesione ai requisiti previsti in sede di gara.”

Inoltre la sindaca ha evidenziato come: “In assoluta onestà, se avessimo voluto trovare un pretesto banale per non consentire l’evento avremmo potuto appellarci alla mancata osservanza dei trenta giorni di preavviso necessari per presentare la richiesta: abbiamo scelto, invece, la strada della trasparenza e della coerenza nel motivare il diniego, che non è riferito al Drag Queen Show in sé, ma semplicemente al luogo in cui lo si voleva portare in scena, che continuiamo a ritenere non idoneo.”

La lettera si conclude con la Barbieri che afferma che “Se lo show si terrà in un altro luogo io mi siederò in prima fila”.

Tuttavia i rappresentanti di Spazio 4 e della comunità gay non sono rimasti in silenzio e hanno accusato l’amministrazione comunale di essere stati “censurate anche come persone”. I gestori hanno inoltre scritto una lettera a loro volta in risposta alla Barbieri. “Riteniamo educativo, in una società inevitabilmente sempre più complessa e diversificata, conoscere e capire le diversità e lavorare per una civile convivenza delle diverse visioni del mondo, il tutto naturalmente senza trascendere nella volgarità e nell’offesa. Riteniamo diseducativo trasmettere l’idea che una visione del mondo possa prevaricare le altre, imponendo una omologazione che si traduce di fatto nel rifiuto di convivere con culture e persone diverse.”

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