Patrizia Barbieri: “Concretezza.
E priorità ai piacentini”

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Patrizia Barbieri è la lepre. Il vantaggio ottenuto al primo turno costringe Rizzi, il Pd e gli elettori del centrosinistra all’inseguimento. A lei il compito di mantenere un distacco da nessuno pronosticato alla vigilia del 5 giugno.
Nel Point elettorale di via Cavour entrano ed escono maggiorenti del centrodestra piacentino, volontari e sostenitori. L’attesa, naturalmente, è sempre accompagnata dall’incertezza, ma la speranza di tornare a Palazzo Mercanti, dopo quindici anni di Purgatorio, la si avverte nell’aria.
Avvocato Barbieri, ci parli di lei, della sua formazione, di come ha cominciato con la politica.
“In politica sono arrivata per caso: coinvolta nel ‘94 in una stimolante esperienza civica, a Castelvetro, ho deciso di mettermi a disposizione. Sono entrata in Forza Italia e sono stata eletta sindaco: un’esperienza coinvolgente cui ha fatto seguito un secondo mandato. Prima di allora nessuna esperienza politica, facevo l’assistente universitaria, insegnavo in una scuola privata, praticavo l’avvocatura. La professione è divenuta il mio mestiere. L’altra significativa esperienza politica coincide con le elezioni provinciali del 2004: mi sono presentata con la lista civica ‘Oltre i partiti’, in appoggio al centrodestra, e sono divenuta – amministrazione Boiardi – consigliere provinciale. Alla successiva tornata, cambio di maggioranza in Provincia, vengo scelta per il ruolo assessore, chiamata dall’esterno, giunta di Massimo Trespidi. Oggi non ho tessere di partito e se mi chiedono modelli di riferimento rispondo che non ne ho. Ho solo me stessa, e non lo dico per presunzione: mi considero più un amministratore che un politico, una persona concreta che bada alle cose concrete. Naturalmente sono di centrodestra, i miei valori si collocano in quest’area”.
Cosa le ha lasciato l’esperienza amministrativa?
“Per me amministrare significa mettersi al servizio, la mia esperienza mi ha fatto capire e mi ha dato la voglia di cambiare le cose, naturalmente in meglio, a beneficio della comunità. Significa ancora, giorno per giorno, riuscire ad incidere positivamente sulla vita della gente, aspetto questo che ti ripaga di sforzi e sacrifici”.
Il primo intervento in caso di elezione a sindaco?
“Sicuramente nei primi cento giorni bisognerà mettere mano al bilancio, disastroso, che ci consegna come regalo un’Irpef già aumentata per il 2018 e la tassa di soggiorno. Mettere mano al bilancio per rendersi conto se si può intervenire evitando di vessare i piacentini. Altra cura immediata  sarà quella di facilitare i rapporti comune-cittadino, e viceversa. E poi cominciare subito a tenere la città pulita, a sistemare i marciapiedi. Saranno pure piccole cose ma sono importanti. E ovviamente, restituire subito ai cittadini quella sicurezza che dicono di non sentire più”.
Sicurezza, dunque. La percezione di insicurezza esiste ma in realtà i dati delle forze dell’ordine dicono che sono diminuiti i reati e aumentati gli arresti. Significa che c’è stato un impegno, no?
“Le forze dell’ordine fanno un lavoro splendido ma occorre un diverso e migliore impiego della polizia municipale che non deve rimanere negli uffici ma andare in strada insieme alle altre forze dell’ordine. Ci sono quartieri in cui la gente ha paura ad entrare o ha paura ad uscire dopo le otto di sera. L’impegno degli agenti, certo, non è mancato ma sono stati impiegati male da questa amministrazione. Bisogna implementare i controlli, migliorare il sistema delle telecamere, illuminare meglio zone oggi male illuminate. E bonificare zone come, per esempio, i Giardini Margherita”.
E che dire della sua proposta denominata ‘quoziente Piacenza’? Il suo competitor l’ha definita una bufala, per di più incostituzionale.
“Il mio competitor dovrebbe informarsi meglio, anche su quello che dice la sua regione, l’Emilia, che un minimo di quoziente, nell’edilizia abitativa, ce l’ha messo. Si tratta di agevolare, attraverso l’introduzione di un ‘quoziente Piacenza’, i piacentini nei servizi sociali, nell’accesso alle case popolari, nell’assistenza, in base agli anni di effettiva residenza. E’ un discorso rivolto al riequilibrio, alla tutela di tutti, evitando che ad essere discriminati siano i piacentini: sì, perché oggi sono i piacentini ad essere discriminati. Leggo che Dosi considera e si sdilinquisce per gli ‘islamici piacentini’… ma dico, è sotto gli occhi di tutti il fatto che siano proprio i piacentini a non avere più accesso all’edilizia popolare, ai servizi di nido e materna… Ecco, dico questo: serve equilibrio e buon senso”.
I commercianti fuori dal centro storico si sentono abbandonati…
“E lo credo. In viale Dante non ci sono parcheggi né hanno la possibilità di organizzare iniziative per attirare la clientela. E così in via Taverna, altro esempio eclatante. Ma il problema reale è che in questa città non si fa cultura, il Guercino è stata la prima ed unica esperienza finora messa in atto. Solo con programmi turistici e culturali mirati e di un certo tipo si può rianimare e far vivere l’intera città. Noi ci impegneremo per ridonare linfa a tutto il tessuto commerciale, con manifestazioni a 360 gradi. Serve più attenzione al commercio e all’artigianato, alle partite Iva (oggi bistrattati, senza neanche la possibilità di parcheggiare in centro) anche e soprattutto per quanto riguarda la tassazione”.
Eccoci alla partita, nevralgica, della riqualificazione e del recupero alla città di aree demaniali e militari. Porterete avanti i progetti avviati da questa amministrazione?
“Dipende, è ancora tutto da vedere. Intanto la Pertite sarà un parco, su questo non ci sono dubbi. E l’ospedale militare per noi non ospiterà gli uffici comunali, questo è sicuro. La Lusignani, infine, per ragioni di spazio proprio non mi sembra adatta ad ospitare il nuovo ospedale (del quale, per altro, allo stato non c’è alcun progetto). Poi, mi lasci dire, vediamo di farcele dare queste aree, a tutt’oggi dobbiamo ancora compiere tutti i passaggi necessari. Con tempi certamente molto lunghi”.
Capitolo logistica. Che dice il centrodestra?
“Va sicuramente riorganizzata. Occorre attrarre qualità con la manifattura, occupazione più qualificata, più centri direzionali e meno capannoni di stoccaggio. Dobbiamo portare a Piacenza imprese innovative, in grado di creare lavoro di qualità per i nostri giovani. Quell’area immensa deve cessare d’essere un polo logistico per diventare un parco logistico di qualità”.
Recuperare l’accesso al fiume da parte della città. Lo ritiene possibile?
“Nel nostro programma la zona lungo il Po deve essere recuperata dal punto di vista ambientale e destinata ai giovani: un polmone verde da vivere, un luogo di aggregazione per i giovani con eventi e manifestazioni senza il problema di arrecare disturbo e rumore, conciliando le esigenze di tutti, anche di chi vuole dormire”.
Infine, un appello agli elettori: cosa vi differenzia dalla proposta del centrosinistra?
“Il nostro è un appoccio completamente diverso, noi partiamo dal cittadino per costruire un progetto e dare delle risposte, non partiamo da idee astratte partorite nel chiuso di una stanza. Siamo concreti e il nostro approccio sarà concretissimo: partiamo dai marcipiedi, dalla manutenzione dei parchi, dagli anziani, dai giovani, dalle famiglie. I nostri avversari hanno un libro fantasioso, fingono di vivere in una capitale europea e non hanno consapevolezza delle reali necessità dei piacentini, ponendosi in perfetta continuità con la precedente amministrazione. Lo prova il fatto che quasi tutti gli assessori della giunta Dosi sono ancora nella compagine di Rizzi. Noi, invece, vogliamo essere vicini ai cittadini: più realtà dunque e meno teoria. Anche per questo motivo la mia giunta si arricchirà di un assessorato alle frazioni, che io stessa terrò in capo, proprio per rispondere da vicino alle esigenze dei cittadini”.

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