“Le avventure di Numero Primo”
Al Municipale, Paolini attraversa il futuro

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Marco Paolini

Marco Paolini racconta della sua generazione alle prese con la rivoluzione tecnologica, di un futuro probabile fatto di cose, bestie e umani rimescolati insieme come carte da gioco. Con “Le avventure di Numero Primo” Paolini ritorna a Piacenza, e ancora una volta si attende al Teatro Municipale il tutto esaurito. Appuntamento giovedì 5 e venerdì 6 aprile alle ore 21 a chiusura della programmazione di Prosa della Stagione “Tre per Te” proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano. Venerdì 6 aprile alle ore 17.30 al Teatro Filodrammatici Marco Paolini con Gianfranco Bettin incontrerà il pubblico. Si tratta dell’ultimo appuntamento dell’edizione 2017/2018 di “Ditelo all’attore”. Scritto da Marco Paolini con Gianfranco Bettin, con le immagini e la scenografia di Antonio Panzuto, prodotto da Jolefilm, “Le avventure di Numero Primo” è una sorta di esperimento di fantascienza narrata a teatro, anche se agli autori non piace chiamarla così. Se raccontare storie ambientate nel futuro prossimo è un esercizio confinato in un genere come la fantascienza, è indubbio che esiste una tradizione di fantascienza in letteratura e nel cinema ma a teatro non è molto diffusa: quindi Numero Primo può essere definito un esperimento. Numero Primo infatti è una storia che racconta di un futuro probabile fatto di cose, di bestie e di umani rimescolati insieme come si fa con le carte prima di giocare. Numero Primo è anche il soprannome del protagonista, figlio di Ettore e di madre incerta. Gli autori di questo lavoro, sono partiti da alcune domande: Qual è il rapporto di ciascuno di noi con l’evoluzione delle tecnologie? Quanto tempo della nostra vita esse occupano? Quanto ci interessa sapere di loro? Quali domande ci poniamo e quali invece no a proposito del ritmo di adeguamento che ci impongono per stare al loro passo? Quanto sottile è il confine tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale? Se c’è una direzione c’è anche una destinazione di tutto questo movimento?
Al narratore sulla scena tocca il compito di rendere credibili cose possibili domani, ma che oggi appaiono inverosimili.

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