Criminalità e titoloni, anche Piacenza ha più paura
ma bisognerebbe pure analizzare i perchè

0

ladro00-seppiaSarà l’avvicinarsi di Halloween e dei suoi mostri, ma da qualche tempo i media locali insistono parecchio su titoli ansiogeni come “banda in azione”, “faccia a faccia con il  ladro” o “ondata di furti” e su parole da brivido come “razzia”, “maniaco”, “spaccata”, “rissa”, “coltellata” e chi più ne ha più ne metta.
Si tratta – è bene precisarlo subito – del riflesso di situazioni incontestabilmente preoccupanti, che stanno innegabilmente accrescendo il  livello di paura e la percezione di rischio tra i piacentini di  città e provincia, ma il modo di raccontarle sembra anche tornare a sottolineare un problema dei media di oggi.
Agitata soprattutto dall’irrefrenabile rincorsa alla notizia last minute e dalla sterile corsa a pubblicarla prima dei concorrenti, manco si trattasse del Watergate o di Wikileaks, l’informazione locale (non solo a Piacenza, sia chiaro) risente sempre di più del difetto che deriva dall’affastellare fatti senza collegarli al contesto: l’assenza di qualsivoglia tentativo di fare un ragionamento più profondo che perlomeno provi a evidenziare anche alcune delle ragioni dell’indubbio perturbarsi (basti pensare all’orrenda piaga del femminicidio) della vita quotidiana.
Per tacitare sia chi sminuisce pro domo sua l’accresciuta aggressività della microcriminalità facendo paragoni forzati con realtà ben più grandi della nostra sia chi agita spettri per strumentalizzare a suo uso e consumo un andazzo comunque non piacevole, ci dovrebbe essere più spazio per qualche dato in più sull’interconnessione tra molte problematiche di un presente in continua evoluzione.
Benchè non possano in alcun modo suonare come giustificazione alla scelta di delinquere, probabilmente sul rigurgito della microcriminalità qualche peso stanno cominciando ad averlo anche i problemi legati alla povertà in aumento, il dilagare di disoccupazione e sotto-occupazione e la carenza di integrazione, che non può essere imputata sempre e solo a chi arriva e si trova magari di fronte a un muro di pregiudizi.
L’abbandonare a se stesse le famiglie, i tagli all’istruzione e i rubinetti sempre più spesso chiusi per le forze dell’ordine sono altri fattori che sui fronti dell’educazione, della coesione sociale, della prevenzione e della repressione stanno certamente incupendo il quadro: la politica, invece di decadere su tante questioni bagatellari, potrebbe ritrovare almeno parte della fetta di dignità smarrita fornendo risposte concrete – a livello locale, visto che i soldi sono pochi, con più idee e più abnegazione – prima che la falla evidenziata dai fatti sbattuti in prima pagina dai media si trasformi in una voragine per definire la quale nessun titolone sarà più sufficiente.

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.