“Accorpamenti aziendali per una migliore competitività internazionale delle industrie di trasformazione del pomodoro del Nord Italia”

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“Sfide e prospettive per l’industria di trasformazione del pomodoro” è il titolo di un confronto tra
responsabili d’impresa organizzato a Piacenza, durante Tomato World, dall’Interprofessione del
Nord Italia per valutare l’impatto dei recenti processi di acquisizione e di accorpamento aziendale
sullo stato di salute della filiera e sulla sua competitività. Alla tavola rotonda, moderata dal
Presidente dell’OI Pomodoro Nord Italia Tiberio Rabboni, hanno partecipato Aldo Rodolfi,
Presidente della Rodolfi Mansueto; Dario Squeri, Amministratore di Steriltom e Italtom;
Costantino Vaia, Amministratore delegato di Casalasco Industria; Pier Paolo Rossetti, Direttore
Generale di Conserve Italia Soc. Coop. Agricola.
Il Presidente Rabboni, dopo aver ricordato che negli ultimi anni diverse aziende trasformatrici del
Nord Italia hanno realizzato importanti acquisizioni di stabilimenti precedentemente autonomi, ha
invitato i partecipanti ad argomentare i vantaggi dell’aumento delle dimensioni aziendali e come il
territorio e la filiera devono interpretare questa riorganizzazione e concentrazione degli assetti
proprietari. Nel Nord Italia gli ultimi accorpamenti hanno visto Rodolfi assorbire Von Felten, Mutti
acquistare Copador, Steriltom la Ferrara Food, Conserve Italia l’OPOE e Casalasco acquisire ARP,
Emiliana Conserve e De Martino.
Nei successivi interventi i relatori hanno sottolineato che gli accorpamenti e le acquisizioni hanno
innanzitutto accresciuto la competitività internazionale delle produzioni del territorio, sia in ragione
delle economie di scala rese possibili dalle nuove dimensioni aziendali sia per la possibilità di
specializzarsi in una produzione e di sostenere investimenti a favore della ricerca e sviluppo e a
favore di una sempre maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Le acquisizioni, in alcuni casi, hanno riguardato imprese in precedenti difficoltà finanziarie, che con
l’accorpamento hanno ritrovato prospettive e stabilità. In altri casi si è trattato di una naturale
“incorporazione” effettuata in una logica di continuità e di sviluppo, che ha rafforzato la struttura
della trasformazione industriale. Ogni impresa si è specializzata in un preciso segmento di mercato:
dalla private label ai prodotti di marca, dalla ristorazione al prodotto industriale, generando un
grande valore per la filiera e un rispetto reciproco tra i vari attori.
Questo processo di riorganizzazione competitiva si basa, a parere degli intervenuti, su solidi
rapporti tra la parte agricola e quella industriale, dimostrati dalla presenza consolidata di una
Organizzazione Interprofessionale a cui aderiscono tutte le imprese di trasformazione e tutte le
Organizzazioni di Produttori del Nord Italia che, al di là delle normali dialettiche tra imprese
concorrenti, assicura a tutti i protagonisti la certezza di relazioni corrette, ovvero obbligatoriamente
improntate a trasparenza e lealtà. Da qui la volontà dei rappresentanti industriali di confermare e, se
possibile, rafforzare le prerogative dell’organismo interprofessionale. Quanto alle prospettive future
del settore, molto dipenderà da come si affronterà concretamente l’adeguamento delle infrastrutture

al cambiamento climatico e alla conseguente ricorrente crisi idrica da parte delle istituzioni europee,
nazionali, regionali e dei Consorzi di Bonifica.
Decisiva sarà anche la difesa e la tutela dell’origine della materia prima utilizzata per produrre le
conserve di pomodoro e il mantenimento della qualità tipica del made in Italy, due punti chiave per
il futuro, per consentire al prodotto italiano di continuare a distinguersi rispetto a quello dei
competitor internazionali. Un risultato da perseguire anche attraverso l’adozione da parte delle
istituzioni nazionali di misure e strumenti per la verifica e il controllo della provenienza del
pomodoro importato e commercializzato in Europa.

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