A Piacenza solo 6
i ginecologi non obiettori

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La dottoressa Maria Cristina Molinaroli
La dottoressa Maria Cristina Molinaroli

di Elena Caminati – A Piacenza su 20 medici ginecologi, 6  non sono obiettori. In  Emilia Romagna i medici obiettori sono pari al 53%. Essere medici non obiettori signifca non essere a favore della vita? Una domanda provocatoria certo, che inquadra però i termini del dibattito nato qualche settimana fa quando la regione Lazio ha pubblicato un bando per l’assunzione di due medici non obiettori all’ospedale San Camillo di Roma. Una decisione giustificata da una parte con la tutela della legge 194/78, dall’altra bollata come grave discriminazione dai movimenti cattolici pro – life. Alla domanda inziale ha risposto la dottoressa Maria Cristina Molinaroli, medico ginecologo, direttore dei consultori Asl di Piacenza, nella lunga intevista a Di Profilo la trasmissione trasmessa sulla pagina Facebook del programma e su www.zerocinque23.com
“Credo che nessuno non sia a favore della vita – ha risposto Molinaroli – ricordo che un collega di Reggio Emilia, conosciuto proprio in uno dei convegni organizzati dalla regione sulle interruzioni di gravidanza, mi disse che pur essendo cattolico non era obiettore perchè nel momento in cui è chiamato a svolgere la sua professione deve aiutare le donne, ed è l’unico, davanti a quella richiesta, a poterlo fare”. La richiesta è quella dell’aborto. Grazie alla Legge 194 il numero è fortemente diminuito e soprattutto la pratica si è regolarizzata. Nel 2014 il numero di aborti in valore assoluto a Piacenza è stato 499, 500 nel 2015; un dato pressochè invariato. Il tasso di abortività, ovvero il rapporto tra il numero di aborti e donne in età fertile (15/49 anni) in quell’anno, nel 2015 è stato del 7,4 X1000 in Emilia Romagna così come a Piacenza, nel 1980 era del 21 X1000. Al pari è drasticamente diminuito anche il numero assoluto: in Emilia Romagna nel 1993 furono eseguiti 12.000 aborti contro i 7.000 del 2015.
Tra le donne che si rivolgono ai consultori piacentini per interrompere una gravidanza indesiderata ci sono più straniere:  54,8%. Il tasso di abortività è del 17,5 X1000 tra le donne straniere e del 5 X1000 tra le italiane. Le motivazioni che portano una donna a sottoporsi all’aborto sono per lo più riconducibili ad un fallimento contraccettivo: “all’utilizzo non ideoneo o al non utilizzo di contraccettivi, con diverse sfumature – spiega la dottoressa Molinaroli – conoscenza sommaria o impropria, ostacoli di tipo sociale/culturale, false informazioni”.
I consultori sparsi sul territorio piacentino diretti dalla dottoressa Molinaroli offrono assistenza e servizi specifici alle donne che decidono di interrompere la gravidanza. “Le pazienti possono presentarsi presso i nostri ambulatori – ha spiegato – dove incontrano l’ostetrica per la presa in carico. Il medico effettua un’ecografia e insieme alla donna analizza le motivazioni che l’hanno indotta all’interruzione; questo passaggio coinvolge anche altri professionisti dell’azienda sanitaria come gli psicologi. Successivamente viene fissato un appuntamento, per il prericovero, a distanza di 15 giorni tempo nel quale vengono messe in atto le metodiche contraccettive efficaci e responsabili”.
Una corretta conoscenza che passa, soprattutto, attraverso un’altrettanto corretta informazione: “da 20 anni a Piacenza esiste un consultorio giovani – ha spiegato Molinaroli – con personale formato, anche sotto l’aspetto clinico, al quale i ragazzi si possono rivolgere. Annualmente vengono organizzate attività all’interno degli istituti scolastici che hanno coinvolto fino a 600 ragazzi nella provincia di Piacenza”.

L’intera intevista è visibile sulla pagina Facebook DiProfiloweb e su www.zerocinque23.com

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