Il richiamo della lotta politica,
vecchia guardia agguerrita

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Giovanna Calciati
Giovanna Calciati

“Il richiamo della lotta politica in questo Paese è un richiamo irresistibile”, così ha risposto Massimo D’Alema qualche giorno fa a Giovanni Floris che gli chiedeva perché avesse cambiato idea rispetto alla sua fuoruscita dalla politica in età post-referendaria. La passione politica, evidentemente, è la molla che ha spinto alcuni big a rimettersi in gioco, dopo un periodo di assenza dalla politica attiva, per le amministrative di giugno.
Non piace l’accostamento a D’Alema a Giovanna Calciati, già assessora e consigliera comunale, che torna a candidarsi nelle fila del Pd: “La politica per me non è solo passione, ma è studio, ricerca, ascolto. Occorre viverla con la testa e con il cuore per arrivare alla testa e al cuore delle persone, e non alla pancia. E’ la politica che dà la possibilità di realizzare quello in cui credi, insieme agli altri. Ho deciso di ricandidarmi, rispondendo all’invito del mio segretario, con l’idea che la mia esperienza possa essere ancora utile, confortata da un entusiastico parere positivo delle persone che mi sono vicine”.

Flavio Antelmi
Flavio Antelmi

Flavio Antelmi è stato sindaco di Fiorenzuola dal ‘97 al 2006. Ex Pd ed ex Centro Democratico, al momento senza tessere di partito, è candidato nelle file di Passione Civica, la lista che sostiene la candidata sindaco di Articolo 1 Sandra Ponzini: “Perché mi ricandido? Innanzitutto, mi candido in una lista dove molti non hanno mai fatto politica, quindi il mio è un impegno civico: la politica per me è sempre stata una passione. Sono stato tra i soci fondatori del Pd e ne sono uscito da tempo perché la mia formazione cattolico-democratica mi impedisce di accettare la leadership dell’uomo solo al comando. Oggi, a fronte di una situazione economica e sociale così complessa, ci sono due modi per reagire: cercare l’uomo forte che risolva tutto, oppure mettere insieme le forze per cercare di trovare una soluzione condivisa; bene, questa è la strada che io voglio percorrere. Ho semplicemente voluto riconfermare questo mio modo di vedere la politica, e solo per questo mi sono ricandidato. Mi hanno richiesto (si badi, anche in altre liste), e ho scelto questa per i motivi che le ho detto. Il mio è semplicemente un mettersi a disposizione, se poi gli elettori mi voteranno…”.

Mario Angelillo
Mario Angelillo

Sulla stessa lunghezza d’onda ecco un altro veterano della politica locale, in lista con Passione Civica. E’ Mario Angelillo, ex Margherita e poi Pd, ora vicino ad Articolo 1: “Prima di tutto la mia è una passione politica, infatti ho scelto una lista civica composta da molti giovani e da candidati privi di esperienza politica. Perché mi candido? Perché vedo che si fatica ad affrontare i temi reali, amministrativi, filtrati dalla necessaria impronta politica: in questi anni ho percepito un’ amministrazione un po’, forse troppo, autoreferenziale. Per recuperare un senso di comunità penso ci sia bisogno di offrire stimoli alla comunità, di andarle incontro, di creare tavoli di confronto. Se non coinvolgi la gente, cresce la sfiducia. Mi spiego: che dibattito c’è stato sul nuovo ospedale? Farlo, non farlo? Lo ha deciso l’amministrazione comunale. Ci si è chiesti se ne abbiamo davvero bisogno? E poi la logistica, ebbene, che cosa si vuole fare? Sono temi forti, nevralgici per la nostra comunità, e dobbiamo affrontarli in termini politici. Un esempio? Il tema dell’immigrazione: non si può subirlo, bisogna organizzarsi, favorire il ripristino del concetto stesso di comunità. Ma di questi problemi, a livello di partito, abbiamo mai parlato? La gente è stata coinvolta? Ha mai avuto l’occasione di discuterne, di parlarne? Oggi manca il senso della comunità, mi spingo a dire che  ormai manca il buon senso. Ognuno guarda il suo ombelico.
Non si può andare avanti senza avere il quadro generale, senza sapere dove si vuole andare. Aspettative? Le dico questo: il risultato non conta quando c’è la passione e io vorrei farmi capire dalla gente. Il senso, infine, è questo: se non prepari una comunità, se non si discute insieme e a decidere resta solo e soltanto l’amministrazione… beh, allora non va bene. Noi, semplicemente, vogliamo cambiare questa impostazione”.

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