“Un seme di umanità”, ai Filodrammatici Bellocchio presenta le sue “letture necessarie”

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Prima presentazione piacentina per “Un seme di umanità”, il libro che raccoglie gli scritti di Piergiorgio Bellocchio su quelle che lui stesso definisce “le letture necessarie”. A prendersi cura di una pubblicazione altrettanto necessaria è stata la casa editrice Quodlibet, che già aveva raccolto i numeri della rivista di Bellocchio e Berardinelli, “Diario”, in un volume notevole. A discuterne con l’autore saranno – domenica 23 febbraio alle 10.30 al Teatro dei Filodrammatici – Alfonso Berardinelli e Angela Borghesi. L’incontro è organizzato dall’associazione Cittàcomune con gli Amici del Teatro Gioco Vita.

«Mettendo insieme questi scritti» su autori che vanno da Casanova a Kubrick, e includono fra gli altri Stendhal, Dickens, Flaubert, i grandi narratori russi dell’Ottocento, Herzen, Hašek, Isherwood, Céline, Edmund Wilson, Orwell, Böll, Pasolini, Fenoglio, Bianciardi, Montaldi, Pampaloni, «mi rendo conto che la parzialità delle mie scelte non è stata del tutto casuale: essa individua o indica molte mie reali preferenze.

Anche se alcuni sono stati commissionati da editori per collane economiche, cosa che spiega la forma e il taglio delle pagine su Casanova, Stendhal, Dickens, Flaubert o il romanzo russo, la necessità di un’esposizione piuttosto didascalica la trovo tuttavia a me congeniale oltre che doverosa (e da essa mi sono distaccato solo in parte in altri testi). Benché con il passare degli anni la scrittura d’invenzione mi abbia interessato progressivamente meno a favore di scritture diaristiche, memorialistiche, storico-politiche, l’occasione editoriale mi ha sollecitato a tornare a certe mie passioni del passato: il risultato è perciò non di critica letteraria in senso rigoroso, ma comporta la tendenza a leggere di preferenza quella narrativa che illumina aspetti della storia sociale, verso i quali mi indirizzavano anche alcuni dei critici da cui mi è sembrato di imparare di più, come Edmund Wilson, Lukács, Adorno, senza dimenticare la saggistica di scrittori come Baudelaire, Proust, D.H. Lawrence, Orwell, Fortini… Più che dall’invenzione sono sempre stato attratto dalle testimonianze personali e dirette, dal giornalismo di reportage e dall’autobiografia».

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