Bottega XNL, da fruitori e formatori di arti: un salto di qualità nella prospettiva culturale

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NELLA FOTO DA SX :MARCO BALIANI, MARCO BELLOCCHIO, ROBERTO REGGI, PAOLA PEDRAZZINI E LEONARDO DI COSTANZO

Bisogna partire dal concetto di “bottega” da intendere come luogo per imparare un’arte e non come spazio in cui vendere prodotti. Sta tutto qui il senso che inquadra la nuova operazione che ha al centro lo spazio XNLPiacenza. Facile a dirsi.

Quel luogo che prima non esisteva ora c’è.

Fare Teatro e Fare Cinema (le due “botteghe” si affiancano a quella già annunciata del fare arte contemporanea) prendono forma nell’ex palazzo Enel di via Santa Franca di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Il luogo è uno dei motori fondamentali se in passato ha già segnato una svolta significativa nell’uso degli spazi urbani dismessi, ora con questo progetto che prende casa lì si va oltre. Nello spazio reinventato si  compie, con questo specifico progetto, un’operazione in più portando al luogo una valenza attiva e di stimolo alla crescita culturale e sociale.

E’ un grande sguardo rivolto al futuro quello che (nelle intenzioni) ha preso avvio con il progetto Bottega XNL che riunisce in un solo punto le esperienze prima disperse sul territorio provinciale da Fare Cinema a Bobbio a Fare Teatro a Veleia.

Presentato alla città nei giorni scorsi ha avuto come protagonisti il presidente della Fondazione Roberto Reggi, l’ideatrice e direttrice artistica Paola Pedrazzini il regista Marco Bellocchio e i due docenti che seguiranno i master di Teatro Marco Baliani e di Cinema, Leonardo Di Costanzo.

Valenza molto importante tanto da evidenziarne – quasi come una repentina evoluzione di status – il passaggio da Bottega a prima Fabbrica culturale di Piacenza. Che dire, per la stagnante tradizione locale una vera svolta epocale.

Ma non si parla di uno spazio fisico solamente. Si parla di uno spazio creativo e immaginifico che insieme all’apertura mentale dei protagonisti ha reso possibile la svolta.

Ci si chiede come mai in tanti decenni – in cui in questa città si è fatto un gran parlare di cultura – solo ora abbia trovato convergenza (complici gli astri favorevoli?) il sentire di tante persone rivolte (forse un caso fortunato) verso un’unica direzione.

E si è così impostata una via che cambia radicalmente rotta rispetto al modus vivendi delle istituzioni culturali riconosciute secondo cui le manifestazioni artistiche bastava acquistarle, proporle, esporle, rappresentarle per appropriarsene.

No, non basta. Ci vuole altro.

Ed eccolo l’altro che ci vuole. Una bottega dove formarsi in cinema, teatro, arte… in una parola nella capacità di poter e saper praticare una libera espressione con la possibilità di scegliere il linguaggio che ci è più congeniale. E tutto questo senza dover andarsene da Piacenza come tanti hanno fatto.

Non una scuola, no. Ma una frequentazione dei maestri per osservarne e comprenderne il pensiero individuale che si traduce in gesti e parole e che per questo si fa valore collettivo. Perché la sintesi delle emozioni, delle osservazioni diventano, se raccontate sul palcoscenico o sullo schermo, patrimonio collettivo. Questo può significare crescita. Vera crescita per tutti noi, non solo per i ragazzi di bottega.

Quella convergenza di vari sentire ha potuto andare oltre perché il terreno non era deserto, era stato coltivato da tempo seppure in ordine sparso. Ora diventa sistema e quindi fa presente la sua esistenza e arriva sulla scena con tutta la sua grande potenzialità.

Non basta offrire la fruizione dell’espressione artistica in tutte le sue forme (cinema, teatro, pittura, scultura) quello che conta è esserne anche i formatori.

E’ così che si passa il testimone da una generazione all’altra, da una società all’altra, da una cultura all’altra. Anche l’arte nelle sue varie forme – così come l’umanità stessa da cui è forgiata – non è un’isola, ma contaminazione tra conoscenze, scoperte, generi e persone.

C’è anche un aspetto (minore s’intende) che pesca nella breve storia dei muri di questo palazzo. L’utilizzo che verrà fatto con questa iniziativa è anche un po’ la ripresa di una vocazione originaria, (ex palazzo Enel così lo chiamano tutti). Seppure traslandone il significato nel concetto immateriale, ha evidentemente conservato una “vocazione intrinseca” e continuerà ad occuparsi di “luce” per illuminare in questa nuova veste le forme di espressione artistica (dall’arte contemporanea al cinema al teatro e altre se ne aggiungeranno nel tempo) rendendo protagonisti non solo artisti già noti e conosciuti ma anche giovani che possano trovare il luogo giusto per crescere come nuovi allievi di un  antico e nobile modo di trasmettere il sapere: da chi sa a chi vuole sapere.

Come avveniva in bottega, appunto.

E perché no, c’è anche dell’altro. Si tratta anche di un’espressione a colori che arriva in un contesto rabbuiato dalla guerra che ha già portato alla crescita degli investimenti in armamenti (2% del Pil è l’obiettivo). Per contrasto, di fronte a una tradizione che elenca una scarna manciata di soldi impegnati in cultura (0,7% del Pil nazionale e una spesa pro capite media nel 2020 a 28,21 euro) qui, in un angolo quasi ai margini dell’impero, si punta a un progetto culturale primario. Non parlerei di coraggio ma di intelligenza. Teniamone conto è un surplus di valore.

Due i primi atti concreti. Nell’immediato un bando di Fare teatro. Servirà per raccogliere le candidature degli allievi che lavoreranno con il Maestro Marco Baliani. Lo spettacolo da lui diretto entrerà nel Festival di Teatro antico di Veleia, edizione 2022. A settembre poi al via il master di cinema del regista Leonardo Di Costanzo finalizzato alla produzione di un corto d’autore che sarà inserito nella programmazione di una delle successive edizioni del Bobbio Film Festival. Sono rivolti a giovani appena usciti dalle scuole d’arte teatrale e cinematografica, che avranno come esito, rispettivamente, la produzione di cortometraggi d’autore e spettacoli o elementi teatrali. L’attività della Bottega sarà altresì integrata da una programmazione di rassegne e laboratori, che concorreranno a costruire un dialogo continuo con le scuole e i cittadini.

Accanto a Cinema e Teatro, come è già stato presentato nei mesi scorsi si affianca anche la bottega dell’arte contemporanea di cui è stata presentata un’anteprima a febbraio e che si svilupperà a partire da settembre. Anteprima che ha segnato l’inizio di un percorso che porterà lo spazio a intrecciare la relazione tra pratiche artistiche e pratiche educative. Il programma vedrà artisti di diversa generazione invitati a formulare progetti espositivi legati ad atelierda loro ideati e diretti, pensati per studenti, insegnanti e pubblico interessato.

Antonella Lenti

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