Gli studenti del liceo scientifico Respighi scendono in campo contro il gioco d’azzardo patologico e per dire no alle dipendenze sfruttando statistiche, indagini e numeri per ribaltare le percezioni sociali del gioco d’azzardo. Una serie di video che raccontano in modo ironico ed efficace l’alienazione e la solitudine del gioco d’azzardo nelle forme patologiche. Gli studenti hanno approfondito il problema anche con l’aiuto dello Svep, della cooperativa l’Arco e dell’associazione la Ricerca.
Ecco il racconto, in prima persona, del loro progetto.
“Scommetti che smetti?” non è solo un progetto, ma la sfida in cui noi, classe 4ª E del Liceo Scientifico Respighi, ci siamo lanciati nel corso dell’anno. Tutto è iniziato a settembre con una lezione tenuta dal media educator Michele Marangi, in collaborazione con lo Svep, sul gioco d’azzardo e in modo particolare sulla sua diffusione mediatica, le modalità spesso subdole e ingannevoli con cui viene pubblicizzato e la conseguente percezione distorta che ne ha l’opinione pubblica.
L’idea di un progetto di contro informazione è quindi nata spontaneamente.
Con l’aiuto del professor Marangi e della professoressa di scienze naturali Paola Gobbi, abbiamo definito fin da subito la nostra volontà di non screditare e ridicolizzare efficacissime pubblicità da migliaia di euro, ma di creare, a costo zero, alcuni brevi video-spot in cui abbiamo provato a usare statistiche, indagini e numeri per ribaltare le percezioni sociali del gioco d’azzardo. Attraverso lo studio di alcune pubblicazioni ufficiali facilmente reperibili su Internet e grazie alle innumerevoli informazioni che ci hanno presentato anche le dottoresse Alessandra Bassi di Cooperativa L’Arco e Fausta Fagnoni di Associazione La Ricerca, abbiamo raccolto una serie di dati poco noti sul mondo del gioco d’azzardo e su di essi abbiamo costruito dei confronti con realtà familiari a tutti, in modo tale da “smascherare” l’entità di un fenomeno spesso trascurato. Ad esempio, sapevate che c’è una slot machine ogni 150 persone e invece solo una gelateria ogni 1.500?
È questa la provocazione lanciata nel nostro ultimo video (visionabile digitando questo link: https://youtu.be/NTzMtcjQkyo) e al quale sono collegati gli altri video-spot.
Per quanto riguarda la realizzazione pratica dei video, siamo stati aiutati da Marco Zerbarini, giovane regista amatoriale piacentino, che con pazienza ci ha ripresi mentre impersonavamo giornalisti intenti a tempestare di domande giocatori d’azzardo patologici alienati nella loro dipendenza.
Il mezzo scelto è stato quello del digitale, che meglio poteva permetterci di conseguire il nostro principale obiettivo di diffusione virale.
I video sono stati caricati sul canale YouTube del Liceo Respighi e poi condivisi sui principali social network.
Al di là della soddisfazione derivata dal crescente numero di visualizzazioni, riteniamo che il vero appagamento consista nell’aver contribuito a una campagna di sensibilizzazione contro una grave dipendenza che lo Svep continua a portare avanti con passione e in cui abbiamo avuto la possibilità di mettere del nostro.
Classe 4ª E, Liceo Scientifico Respighi, Piacenza