Ponte, gli imprenditori: “Guado fondamentale.
L’impressione è che si voglia negare l’evidenza”

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particolareponteSono stati in molti a pensare che l’incidente di lunedì scorso sul ponte del Trebbia a San Nicolò abbia costituito le prove generali della chiusura al traffico del manufatto storico che separa il sobborgo piacentino da Sant’Antonio, previsto per 115 giorni, a partire da giugno. Caos, code chilometriche sulla via Emilia e nelle vie interne di San Nicolò, e idem, dall’altra parte, a Sant’Antonio e in via Einaudi. Ed anche sul ponte Paladini, dove si sono riversate tutte le automobili, il traffico è andato in tilt una seconda volta, rendendo impossibile, per un paio d’ore, raggiungere Piacenza in tempi ragionevoli. “Guado subito” il tam tam rimbalzato subito sui social network con i cittadini che si domandano: “Come si potrà stare per quattro mesi con il ponte chiuso per lavori? Serve il guado subito”.  Guado per la cui realizzazione si sta spendendo instancabilmente il sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani, il quale scrive sulla sua pagina facebook: “Inutile dire che la situazione ha manifestato l’assoluta insufficienza del ponte Paladini. Ho constatato personalmente code in tutto l’abitato di San Nicolò, Via Alicata e via Quasimodo comprese. Mi riferiscono di corriere ferme, di lezioni mai iniziate, di tempi di percorrenza San Nicolò – Piacenza di 1ora e 30 minuti. Davvero non serve una viabilità alternativa? Queste rischiano di essere le prove generali per una estate estremamente difficile. Ciascuno si metta in condizione di fare la propria parte…”.
Getta acqua sul fuoco, invece, Patrizia Calza, sindaco di Gragnano e vicepresidente della Provincia: “E’ chiaro che durante lo svolgimento dei lavori ci saranno disagi che un guado e una nuova viabilità connessa potrebbero ridurre – ha commentato su Facebook – Si auspica e si lavora perchè si possa realizzare. Tuttavia, nel caso ciò non si avverasse, la realtà non sarebbe certo quella di lunedì mattina – – ovvero quella di un incidente (imprevisto), sul ponte, nell’ora di punta, in febbraio. I cittadini infatti saranno a conoscenza del problema e si attiveranno di conseguenza: percorsi alternativi (ponte di Tuna, ponte Paladini, autostrada), diversificazione degli orari di partenza. Le scuole, inoltre, saranno chiuse e inizieranno i periodi di ferie”. Non la pensano così i commercianti della via Emilia e gli imprenditori di Ponte Trebbia: “A causa dell’incidente di lunedì scorso abbiamo toccato con mano la mole di veicoli che ogni giorno percorrrono la via Emilia: sono decine di migliaia. Il guado per noi è fondamentale. Migliaia di mezzi non possono riversarsi tutti sul ponte Paladini, da un giorno all’altro.  Per noi, sono giorni di sfiducia. La nostra sensazione è che si voglia negare l’evidenza. Vogliono mettere in ginocchio le piccole aziende”. Diciamo, in effetti, che da un amministratore ci si attendono (anche) proposte per attenuare i disagi – quando questi sono reali e non frutto di capriccio, come nel caso presente. Fastidiosa, viceversa, risulta la sicumera esibita, quasi un parlare ex cathedra, da parte di chi proprio non riesce a mettersi nei panni dei cittadini.

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