Toto-sindaco, Cacciatore:
“Dosi rompa gli indugi

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Francesco Cacciatore
Francesco Cacciatore

Francesco Cacciatore è un autorevole esponente della minoranza Pd. Competitor di Dosi alle primarie del 2012, fa sentire la sua voce oggi, in merito alla designazione di un candidato sindaco (quota centrosinistra, naturalmente) in vista delle amministrative della prossima primavera: “Mi chiede quanto siamo disposti ad aspettare che Dosi sciolga la sua riserva? Be’, non è certo questione di un giorno in più o in meno, ma diciamo che siamo nell’ordine delle settimane, certo non dei mesi, poiché bisogna uscire da una incertezza che si sta rivelando paralizzante. E, si badi, bisogna farlo per il bene del centrosinistra e della città. C’è un appuntamento importante, le amministrative della primavera prossima, e non c’è più tempo da perdere”.
Ma c’è chi attende l’esito del referendum costituzionale. Non è scontato?
“Aspettare il referendum, come vuole qualcuno, confligge con l’interesse del centrosinistra”.
E le primarie? Il Pd ne ha fatto una bandiera di democrazia e partecipazione. C’è qualcuno che le osteggia? Che lavora per allontanarle?
“Sembrerebbe di sì, proprio quando le primarie – oggi, appunto – sarebbero utili per fare chiarezza. Non mi nascondo dietro a un dito: il problema sta in casa Pd. Si ripetono costanti appelli all’unità, ma negli ultimi anni si è adottato il meccanismo perverso del ‘chi vince prende tutto’. Ora si chiede la nostra disponibilità a discutere, disponibilità che per altro c’è sempre stata. Ma se si chiede la disponibilità è perché qualcuno vede sfarinarsi l’unità… ma allora lo si dica apertamente. Vede, il Pd è tutt’altro che autosufficiente, bisogna pensare all’impostazione di linee programmatiche, alla costruzione di una coalizione, all’inclusione di altre forze, a un dialogo con le forze di sinistra che negli ultimi tempi si è colpevolmente trascurato e ora richiede, per la sua ripresa, molta fatica… Non c’è più molto tempo, occorre chiarezza. Quindi, togliamo di mezzo gli ostacoli, basta con il balletto del ‘mi ricandido non mi ricandido’. In questo modo non si riesce ad aprire nessuna nuova pagina, si resta al punto di partenza.”
Boatos cittadini insinuano la tentazione della borghesia progressista di tornare alla riscossa con un nome extra-partito. Il pensiero corre al ’94, al cilindro che rivelò il professor Vaciago. Cosa ne pensa?
“Non so niente, ascolto anch’io queste voci, leggo indiscrezioni in merito. Ricordo però che Vaciago, all’epoca, fu proposto da una coalizione di cui facevano parte anche i Ds. Credo comunque che sia un altro segnale, che una parte di civismo (il termine società civile non mi piace), sia ancora in auge, direi in fermento. E’ interesse del centrosinistra intercettarlo e con esso confrontarsi.
C’è da ridisegnare il ruolo del comune capoluogo su temi importanti (per esempio l’area vasta), e in questo caso, oggi, il peso del comune è inconsistente. In questa situazione mi sembra poco utile discutere se il sindaco in carica si ricandiderà o non si ricandiderà”.
Correte il rischio di perdere, per divisioni non componibili, così come è accaduto recentemente a Fiorenzuola?
“Fiorenzuola rappresenta, senza dubbio, un campanello d’allarme. Ma chiunque fa politica deve sentirsi in pace con se stesso, con i suoi ideali, con le sue aspirazioni; quindi con il suo campo, nel nostro caso con il centrosinistra, centrosinistra di cui il Pd costituisce il perno.  Ritengo quindi necessario, assolutamente necessario,  sciogliere al più presto i nodi che rischiano di soffocarci”.

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