Maloberti (Carne che Piace): “Dai nostri allevatori
rispetto regole e attenzione al benessere animale”

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Giampaolo Maloberti
Giampaolo Maloberti

Giampaolo Maloberti, presidente del Consorzio La Carne che Piace, interviene in risposta alle polemiche degli animalisti nate in seguito all’indagine shock che ha documentato maltrattamenti agli animali in un allevamento che fornisce il Prosciutto di Parma. “Il Consorzio La Carne che Piace – scrive Maloberti nel suo intervento – ribadisce l’eccellenza della zootecnia italiana e degli allevamenti. Sarà banale, ma se può servire anche noi ripetiamo che chi sbaglia deve pagare e che i delinquenti che provocano sofferenze agli animali devono essere sanzionati e rispondere di ciò che hanno fatto davanti un giudice. Detto questo, sono tantissimi i punti che dividono gli allevatori onesti – la grandissima parte – da chi la pensa come la signora Daria Motta, del Gruppo Piacenza Vegan. Innanzitutto, per una questione economica. Nessun imprenditore tratterebbe male ciò che gli dà un reddito. E’ come se, ad esempio, il titolare di una pizzeria servisse pizze con farina, formaggio e olio di infima qualità, in piatti mezzi sporchi, avesse i bagni non puliti, le tovaglie con le macchie e i bicchieri opachi. Ne andrebbe della professionalità, del bene dell’azienda, dei guadagni e del personale. In secondo luogo, chi alleva animali li ama, anche se ad alcuni può sembrare strano. Si stabilisce un rapporto affettivo che proviene dall’attaccamento alla terra, da secoli di allevamento e di capacità di trasformazione della materia prima per alimentare l’uomo.
Gli allevatori del Consorzio ricordano le tantissime norme che devono rispettare – e che rispettano – di ordine sanitario, amministrativo e legale. L’ultimo caso, tuttora al vaglio della magistratura, riguarda i presunti maltrattamenti a 200 vacche avvenuti in una stalla alle porte della città. Ebbene, questa vicenda non è stata scoperta per caso, ma grazie al lavoro quotidiano degli ispettori del Servizio veterinario dell’Ausl. Le loro segnalazioni hanno fatto scattare un’indagine penale. Come spesso è accaduto per altre indagini partite dai diversi organi preposti al controllo.
I gruppi vegani sorridono quando sentono parlare di benessere animale, ma, purtroppo per loro, vacche e suini vengono allevati nel più rigoroso rispetto delle regole e messi nelle condizioni di vivere al meglio la loro vita, con un’assistenza sanitaria adeguata e un’alimentazione calibrata sui loro bisogni e che sia rispettosa della qualità e della sicurezza per i consumatori. I vegani forse non lo sanno, ma in provincia di Piacenza ci sono tanti pascoli all’aperto sulle colline e di allevamenti cosiddetti lager non se ne ha notizia. Tralasciamo, infine, di ricordare l’indotto economico, i posti di lavoro e la ricerca scientifica legati alla zootecnia e all’alimentazione, ma vorremmo solo dire che di italiani «presi in giro», come scrivono i vegani, ne esistono sempre meno. Perché i consumatori, per fortuna, sono sempre più informati e non si lasciano abbagliare da campagne ideologiche o da un fanatismo culturale che sempre più spesso assomiglia al peggior fondamentalismo che utilizza come pretesto la religione. Qualunque essa sia.
Giampaolo Maloberti (presidente Consorzio La Carne che Piace)

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