Mio post – Piacenza e la crisi, forse è ora di cambiare qualcosa

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di Nereo Trabacchi – Massì dài, la crisi poi non è così terribile e grave, altrimenti tante attività non chiuderebbero per ferie per un mese, come vedo su vari cartelli e post su facebook.Non ci sarebbe tanta attesa per l’inizio del campionato di calcio e molte squadre non avrebbero speso milioni di euro per tizi che corrono in un campo. Ah, durante la guerra sì che c’era la fame, la sete pure, mancavano le medicine, quella sì che era crisi nera,e nessuno infatti pensava alle ferie, al calcio e al Papa. I “vecchi” fanno bene a non mollare il loro lavoro, spesso facendosi riassumere quando entrano in pensione, perché ai giovani frega nulla del loro posto; i giovani pensano a divertirsi, fumare, bere e fare all’amore. Perché si dovrebbe pensare di lasciare questo Paese? O ancora peggio, una piccola città come Piacenza?

Qui si sta bene! Ok, ok, ora non sarà più possibile andare contromano in bicicletta perché la regola è cambiata, ma ci sono tanti altri motivi per restare:per esempio se da oggi volete aprire un’attività in centro, avrete solo l’imbarazzo della scelta sulla location. L’altro giorno, non perchè io abbia tempo da buttare, ma perché è il mio hobby sin da piccolo, ho contato i negozi “abbandonati”, nel tratto tra piazza Borgo e Piazza Sant’Antonino: sono 16. In effetti ho faticato a capire se erano proprio abbandonati, ma poi l’ho compreso non vedendo i commercianti sulla porta a fissare il vuoto con le braccia incrociate. Massì dài, la crisi non è così terribile e grave,e il ritornello che mi sento ripetere da quando sono nato, di come sia un vantaggio vivere in una piccola città di provincia, mi rincuora ancordi più. Sì, sì, perché qui la sera puoi uscire tranquillo,senza paura di essere aggredito a picconate,  il problema però,una volta rimasto in vita,è dove andare.

Mentre facevo la conta delle serrande, perché è il mio hobby, ma forse già l’ho detto,mi affianca una macchina con a bordo una coppia olandese credo, che in italiano tirato mi chiede: ” Skussi, un hotteel che non costi troppo qui in zentrum? ” Io guardo nelle due direzioni, poi torno su di loro: “Ehm…. ” La donna poi mi chiede: “Skussi anca un ristorante per subito mangiare adddessoo… ” “Alle  19? ” Chiedo io… “Ceerrtoo” risponde lei.

Ancora mi guardo intorno: “Ehm…. ” Massì dài, la crisi non è così terribile e grave, come vedete la città è invasa da turisti a cui offriamo servizi di prima qualità. Un articolo di qualche giorno fa del Corriere, diceva che Piacenza è tra le prime città in Italia invasa dai turisti cinesi. E io ci credo, l’ha detto un articolo del Corriere, ma probabilmente devono aver fatto tutti la plastica, perché io non ne ho visto neppure uno,se non nei loro ristoranti e bazar, che in effetti aprono alle 19 per riso cantonese e wanton, ma nessuno per tortelli e pisarei, ma la crisi non è così grave. Massì dài, che crisi volete che ci sia se abbiamo interi viali dell’amore che brulicano di fervente attività, dove è permesso a ragazze 19enni, come la povera Marsela,di passeggiare alle tre di notte e morire in un tragico incidente? Se davvero mancassero denari per sfamare famiglie e pagare mutui,come potrebbero esserci per attività ludiche da consumare in pochi istanti? No,no,stiamo guardando tutto nel modo più sbagliato.

Riassumendo: fondamentalmente stiamo bene,abbiamo una moderna mentalità imprenditoriale, sappiamo sfruttare il territorio e chi ci passeggia. Con la nostra innata simpatia attiriamo orde di turisti danarosi e imprenditori stranieri.Proponiamo i nostri prodotti e servizi senza sosta e soprattutto sappiamo prendere importanti decisioni in autonomia, senza mai e poi mai prima pensare e domandarci: “Ma gli altri, cosa fanno? Ah, allora perché io dovrei fare diversamente? “ Ovviamente e qui senza ironia, io come tutti gli altri: ma forse è giunta davvero l’ora di cambiare qualcosa.

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