Il Festival del libro etico tornerà.
Carli: “Lo porterò nelle strade”

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libroIl libro giusto tornerà anche il prossimo anno e crescerà, diverrà più grande. Il mio desiderio è che diventi un percorso – reale e virtuale – all’interno del quartiere (Roma, ndr) per creare un collegamento ideale tra l’esterno e il cuore della città”.
Bernardo Carli, presidente della “Fabbrica dei grilli” – l’associazione culturale del quartiere più multietnico di Piacenza (il Roma, appunto) che assieme a Comune, Papero Editore, Borgo Faxhall e What Studio (con il contributo di Fondazione, San Martino, Confcooperative Emilia Romagna e Banca di Piacenza) – ha reso possibile la prima edizione piacentina del Festival dell’editoria indipendente. Lo sollecitiamo a tracciare, a caldo, un primo bilancio, e lui comunica l’entusiasmo di sempre: “Sono contento, l’affluenza è stata alta, sia da parte del pubblico che degli editori, che hanno registrato molti contatti e molta attenzione. Notevole il successo degli eventi con punte di folla agli incontri con la scrittrice Michela Murgia, col magistrato Gherardo Colombo e con l’oncologo Luigi Cavanna.
Il festival del libro etico (l’impegno nel sociale è il filo conduttore che ha guidato la selezione delle case editrici partecipanti) era un sogno  che avevo da anni – prosegue Bernardo Carli -, un sogno che sono riuscito finalmente a realizzare grazie, soprattutto, all’aiuto di Papero Editore e al suo deus ex machina Gabriele Dadati. Questa prima edizione è stata per noi un prototipo apripista, con l’obiettivo, il prossimo anno, di  allargare il bacino di pubblico, coinvolgendo non solo quello scelto e interessato intervenuto quest’anno ma anche quel pubblico che non è abituato alla lettura. L’obiettivo, infatti, in coerenza con la mission della ‘Fabbrica dei grilli’, è quello di promuovere la lettura”.
La scelta della location, Borgo Faxhall, un centro commerciale non particolarmente amato dai piacentini, si è rivelata adatta?
“Certo che sì. L’intento era di riscattare questo luogo che non gode di buona fama. Mi affascinava l’idea di un centro commerciale vicino alla stazione che accoglie chi arriva in treno, un non luogo che deve essere recuperato come ponte tra chi arriva e la città. Non è escluso che non si cambi spazio in futuro ma Piacenza non deve essere ripiegata su se stessa… sogno un festival che si espanda in strada, tra librerie, libri usati e tante altre realtà”.
Promozione della lettura, dicevamo.
“Promuovere la lettura è il compito che si è data l’associazione ‘La fabbrica dei grilli’, attraverso la libreria di regalo (la prima libreria dove i libri non si comprano) e l’attività di alfabetizzazione verso i bambini e gli stranieri: la nostra mission è quella di lavorare sulla lettura come strumento di inclusione sociale e di ricompattamento della società e perfino come ricostituente della mentalità collettiva. Lavoriamo contro la frammentazione che provoca isolamento attraverso la valorizzazione della cultura storica in senso lato. Ma non si parli di integrazione: ‘integrazione’ è una parola che detesto, significa imposizione di una cultura dominante”.

Bernardo Carli
Bernardo Carli

E il quartiere come risponde?
“Il quartiere ancora non si è appropriato di questa sollecitazione ma c’è attenzione: sto lavorando con altre associazioni, con il Comune… questo quartiere, se ben gestito, potrebbe essere un formidabile laboratorio per la città di Piacenza (c’è l’università, ci sono scuole, centri di aggregazione…), un laboratorio dove fare squadra. Io metto a disposizione il lavoro di 5 anni alla ‘Fabbrica dei grilli’, cerco contatti con altri interlocutori, cerchiamo di fare nel nostro piccolo quello che la città non riesce a fare, scontando il suo peccato originario, ovvero il gran peccato originale di questa città: la difficoltà di andare d’accordo e di fare squadra, un peccato che le ha ‘consentito’ di perdere ogni possibile treno, e dal punto di vista economico, e culturale, e turistico, e del lavoro… Noi stiamo cercando di dimostrare che è possibile fare il contrario”.
L’amministrazione comunale vi supporta?
“L’amministrazione sta iniziando a capire. Stiamo praticando una modalità di rapporto diversa: non partiamo chiedendo contributi economici ma portiamo in dote quello che sappiamo fare e chiediamo l’opportunità di progettare insieme”.

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