Guado sul Trebbia:
ancora in mezzo al guado

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ll sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani
ll sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani

Una corsa contro il tempo: più passano i giorni più si allontana l’ipotesi del guado provvisorio sul Trebbia. “Sapevamo fin dall’inizio di avere imboccato una salita ripidissima – conferma il sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani – e ad oggi mancano ancora tre o quattro passaggi complessi. La percentuale di riuscita, ora come ora, è al di sotto del 50 per cento”.
Il sindaco di Rottofreno è reduce da un incontro, definito “interlocutorio”, con il Comune di Piacenza, incontro nel quale sono stati analizzati gli aspetti della viabilità sul lato piacentino. L’ipotesi a cui si sta lavorando è quella del guado a valle della briglia che – non si nasconde Veneziani – “creerebbe problemi di viabilità soprattutto in territorio urbano (cioè a Piacenza). Nell’ipotesi, remota, che il guado si faccia, questo sboccherebbe in via Foppiani e in via Rio Chiappone: c’è un problema di spazi, le strade sono piccole, e il sottopasso di via Einaudi a sua volta ha larghezza ridotta”.
Quali sono gli step che mancano alla realizzazione del guado?
“Sostanzialmente tre: superamento dei vincoli ambientali del Parco del Trebbia, risoluzione dei problemi di viabilità, reperimento dei fondi necessari”.
“Dal punto di vista delle autorizzazioni ambientali – prosegue Veneziani – è fondamentale, e questo chiederemo, che la Provincia si pronunci sulla pubblica utilità dell’opera, dichiarando il guado funzionale al cantiere, inserendolo così nei lavori di manutenzione al ponte. In questo modo si giustificherebbe una deroga alle limitazioni statutarie del Parco del Trebbia”.
Dunque, tutto sommato, probabilità al lumicino?
“Salvo deroga, ritengo alquanto improbabile che l’autorizzazione ambientale possa arrivare in tempo per la partenza dei lavori necessari alla realizzazione del guado: si dovrebbe cominciare a fine aprile, al massimo ai primi di maggio”.
E per quanto riguarda l’aspetto economico?
“Ho sottomano una prima ipotesi di costi – che ancora non posso rendere noti – e si tratta di preventivi non incoraggianti. Ho in agenda incontri con imprenditori e, infine, l’impegno reale sarà valutato. Resto dell’idea che si debba comunque provare, ma ho la sensazione che siamo in pochissimi a crederci veramente”.
Niente spiragli, dunque?
“Una notizia positiva consiste nella prima risposta, informale, ottenuta dal ministero dell’Economia al riguardo degli oneri fiscalmente deducibili nel caso in cui un consorzio di imprese si rendesse disponibile a finanziare l’opera: teoricamente è possibile, ma serve un interpello specifico all’Agenzia delle Entrate, cosa che a sua volta comporterà tempo”.
Le associazioni di categoria, almeno, stanno supportando i commercianti e gli imprenditori in questa battaglia?
“Le ho convocate a suo tempo e hanno dato la loro disponibilità. Ho però la dolorosa sensazione, e lo ripeto, che siano in pochissimi a crederci veramente. Stasera incontrerò una delegazione di imprenditori, quasi tutti del lato piacentino. Bene, non vorrei che il nostro impegno ci riducesse al ruolo di parafulmine, e mi spiego: essendo divenuti gli alfieri della riduzione del danno, desidererei che il problema non fosse percepito come una esclusiva di San Nicolò-Rottofreno. Con Piacenza e in particolare il quartiere di Sant’Antonio che, viceversa, non percepiscano la gravità di una situazione che riguarda anche loro, anzi, loro come noi.
Certo, stiamo scalando una montagna, ed è chiaro che la meta resta lontana”.

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