Scavano nel passato della Valnure, terra nota per i fiorenti traffici commerciali ma meno conosciuta nel suo periodo storico piu remoto: preistorico, romano e altomedievale. Appassionati ed esperti di archeologia di Pontedellolio e dintorni hanno deciso di dare vita ad un gruppo di lavoro che a poco a poco – attraverso il ritrovamento di importanti reperti archeologici – sta ricostruendo la storia della vallata dall’Età della pietra al Medioevo. Dal 1999 – anno della sua costituzione, per iniziativa di Luigi Madreperla e Giampiero Devoti – ad oggi il Gruppo archeologico Valnureha accumulato una consistente raccolta diventata patrimonio culturale per la comunità intera. Presso la sede del Gruppo – nella vecchia scuola di Riva di Pontedellolio, ora centro culturale dedicato a Sara Paserini – è stato infatti realizzato un piccolo antiquarium in cui sono esposti tutti i reperti recuperati dai soci (che sono oggi circa una trentina) in tredici anni di attività.
‘Anno dopo anno – afferma Luigi Madreperla, presidente del Gruppo archeologico – abbiamo setacciato il territorio della Valnure e portato alla luce numerosissimi reperti antichi che altrimenti sarebbero andati perduti. Al tempo stesso abbiamo cercato di trasmettere la passione per il recupero delle nostre tradizioni agli abitanti della vallata: per questo motivo – aggiunge Madreperla – organizziamo numerosi incontri aperti al pubblico in cui raccontiamo la storia della nostra terra ed invitiamo le persone a partecipare alle nostre ricerche, segnalandoci eventuali ritrovamenti. Purtroppo molti reperti vanno perduti perchè vengono sottovalutati dai nostri concittadini o per paura dei vincoli della Soprintendenza dei Beni Archeologici. E’ bene specificare che in caso di ritrovamento normalmente si procede alla bonifica dell’area con asportazione dei reperti senza alcun rischio di esproprio dei terreni’. Il Gruppo archeologico Valnure organizza anche incontri con le scuole e coinvolge spesso le classi sul campo per sensibilizzare i ragazzi all’importanza del recupero e della salvaguardia delle proprie radici e per allenare gli occhi dei più giovani al riconoscimento di oggetti e materiali antichi.
I ritrovamenti
‘Il primo scavo – ricorda Madreperla – risale al 1999 a Carmiano e nacque dal sospetto che dal terreno potessero riemergere alcune strutture sepolcrali romane, in realtà trovammo i resti di un muretto inerente un abitato, ma questa nostra prima collaborazione, divenne un metodo di lavoro che accomuna tutti i soci del Gruppo: affrontare la vita con atteggiamento curioso e con occhio critico, andando oltre all’osservazione superficiale delle cose ma cogliendone i dettagli’. Molti ritrovamenti sono infatti avvenuti per caso, ispezionando su e giù la vallata. Il Gruppo Archeologico Valnure ha così iniziato un’intensa collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici che dura tutt’ora. I soci svolgono costantemente ricerche di superficie e a volte vengono indirizzati in determinati luoghi grazie alle segnalazioni degli abitanti. In questo modo hanno portato alla luce i resti di numerosi oggetti usati dai nostri lontani antenati e altri materiali recuperati lungo l’intera vallata (da Carmiano a Bettola, da San Giorgio a Podenzano, da Pontedellolio a Ferriere).
In altri casi sono stati riportati alla luce strutture, officine o veri e propri atelier medievali, come sui monti di Groppallo: qui il Gruppo ha individuato un’antica officina medievale per la lavorazione di perline in steatite scavata in seguito dall’archeologo dott. Angelo Ghiretti, la cui professionalità è stata premiata anche con la scoperta di un esemplare della prima moneta della Zecca di Piacenza, una rarità che ora è depositata al Museo archeologico di Palazzo Farnese. In seguito il comune di Farini, finanziatore dello scavo, ha manifestato l’intenzione di realizzare un piccolo museo – all’interno della scuola di Groppallo e che è ora in allestimento – in cui esporre i risultati della ricerca e ricostruire le fasi di lavorazione della steatite (talco) per ricavarne: fusaiole, vaghi di collane, grani di protorosari . A Veano sono stati recuperati alcune sepolture tardoantiche mentre a Pontedellolio sono riemerse alcune tracce dell’antica chiesa medievale di S.Michele. Attualmente i soci del Gruppo archeologico Valnure si stanno occupando del recupero di alcuni reperti in bronzo a Vigolzone: dai primi ritrovamenti si presuppone la presenza di un’officina di un fabbro che spigherebbe la presenza di numerosi frammenti metallici fra cui un frammento di statua equestre.
Attività e dibattiti
Tra le attività organizzate dal Gruppo ci sono anche diversi incontri con i soci in cui vengono affrontati temi tra i più svariati insieme ad esperti come il professor Giuseppe Marchetti e il dottor Giovanni Pilla. ‘Lo scorso anno abbiamo ospitato la presentazione del libro ‘Il Castello di Boli’, di Claudio Gallini che è riuscito a ricostruire i fatti medievali che accaddero attorno alla piccola rocca di Groppallo. Nel 2009 – ricorda Madreperla – abbiamo realizzato lo spettacolo teatrale ‘La spada di legno’ scritto da Umberto Fava e realizzato da Quarta Parete, che abbiamo presentato al Teatro dei Filodrammatici di Piacenza, al Teatro di Fiorenzuola e al Teatro di Castelsangiovanni’. Recentemente abbiamo intrapreso un excursus storico sulla Valnure con Stefano.Pronti. A luglio Gianpiero Devoti organizza un incontro a Montesanto di Pontedellolio per ricostruire la storia del luogo tenendo una relazione titolata “Montosanto e i suoi homines a metà del 1600”, mentre ad ottobre allestiremo una mostra temporanea sui ritrovamenti archeologici di Vigolzone nella ex scuola elementare.