Giardino Merluzzo addio,
Putzu: “Si chiamerà San Savino”

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Filiberto Putzu

Filiberto Putzu è assessore alla Valorizzazione del centro storico, agli Eventi, al Demanio, al Grande fiume. E’ la nouvelle vague del centrodestra vincente (Piacenza, amministrative di giugno): un puzzle ad incastro che nelle intenzioni potenzierà sinergicamente il lavoro degli assessorati. Putzu, per esempio, ha competenze che incontrano e si mescolano a quelle dei colleghi Garetti (Lavori pubblici) e Opizzi (Urbanistica).
Assessore che cosa bolle in pentola? Che cosa debbono attendersi i piacentini?
“Stiamo lavorando al collegamento stradale tra via XXIV Maggio e piazzale Malta. La cessione dell’area militare ci consentirà di collegare il grande parcheggio che congiunge viale Malta a via Palmerio. Il primo beneficio consiste nella decongestione di Barriera Genova; l’area di piazzale Malta, inoltre, liberata da casupole e baracche, acquisterà in spazio e decoro”.
Sacrificherete il gattile?
“No, no. Il gattile sarà salvaguardato”.
Poi?
“E’ in essere una grande iniziativa che riguarda il laboratorio Pontieri di piazza Cittadella. Il disegno rientra in un più ampio progetto europeo di cui Piacenza è capofila. Stiamo prendendo visione del tutto e valuteremo il da farsi”.

Uno scorcio del giardino Merluzzo

Il timore è che vogliate fare tabula rasa di ciò che ha messo in cantiere la sinistra…
“Noi opereremo per il bene della città, naturalmente. Poi, se mi chiedete se voglio portare avanti progetti molto connotati politicamente, rispondo che – rispetto a coloro che ci hanno preceduti – avrò e avremo un approccio ai problemi differente”.
Ad esempio?
“Ad esempio rispetto alle modalità di intervento della passata amministrazione nei confronti delle criticità che continuano a investire il quartiere Roma. Modalità che con ogni evidenza non hanno funzionato e non funzionano: penso a iniziative ‘ottocentesche’ come la biblioteca di strada, i negozietti di sedicenti giovani artisti destinati a chiudere in tre mesi, le feste che simulano per una sera un’integrazione che non c’è. Via Roma, oggi, evoca un passato popolare che oggi non ha appeal o, perlomeno, non lo ha più. Io voglio ribaltare la prospettiva: valorizzare le cose belle invece che tentare di abbellire il deludente e spesso brutto esistente. A partire dalla nomenclatura: i Giardini Merluzzo diventeranno Borgo San Savino; il centro storico diverrà un facondo contenitore di eventi. Perseguirò la strategia dell’agopuntura urbana: piccoli interventi che comportino un impegno economico contenuto ma che siano in grado di migliorare i luoghi della città che hanno urgente bisogno di vita, di bellezza. E, finalmente, anche di ordine”.
Un altro esempio?

piazzetta Plebiscito

“Piazzetta Plebiscito: è un gioiello nascosto e io la valorizzerò”.
In cosa si differenzierà, in generale, il vostro intervento rispetto a quello della giunta Dosi?
“Il Comune non subirà più in modo passivo le proposte ideate da terzi ma parteciperà alla progettazione e alla gestione degli eventi. E non saranno interventi spot ma dovranno rientrare in un progetto organico, un progetto rivolto alla valorizzazione di alcuni luoghi”.
Sì, ma qual è la strategia?
“Per la valorizzione del centro serve una migliore qualità urbana. E per questo occorre avere un’idea di città: la politica deve decidere quale Piacenza vogliamo. La politica, e non la Camera di Commercio o l’Unione Commercianti. Tutti insieme, certo, ma con un ruolo predominante della politica. Ci teniamo la città così com’è – magari imbellettandola un po’ – ma sempre più povera, consegnandola a un evidente declino, oppure copiamo da altre realtà (come Parma) e cerchiamo di far crescere l’economia, di attirare abitanti, di intercettare 20-30mila persone in uscita da Milano alla ricerca di un’alta qualità della vita? Mi chiede come? Con il marketing territoriale, migliorando la città”.
Il Po. Punterete anche sulla valorizzazione del Grande Fiume?
“Il Po è il grande tradito dalla politica piacentina. Occorre lavorare molto. Esiste un progetto di qualificazione dell’intera area del lungo fiume che noi riprenderemo in mano. Tutta la zona deve diventare attrattiva”.
Ha già in mente qualche idea?
“Voglio riportare a Piacenza la gara di motonautica. Penso a un festival ‘Piacenza terra d’acqua’: un weekend con un convegno, laboratori per i bambini, la gara di motonautica appunto. Tutto sul tema dell’acqua. Chissà, magari già dalla prossima primavera”.
La pedonalizzazione totale del centro è un’opzione? Tutte le città europee stanno andando in quella direzione. Voi, viceversa, avete in programma liberalizzazioni pro-traffico, come l’anticipo dell’orario di ingresso nella Ztl…”
“Sono due cose diverse. L’idea di creare aree completamente pedonalizzate c’è. Ce lo chiedono anche – in modo inaspettato – i protagonisti della movida. Certo, a Brescia e a Milano posso andare a parcheggiare con la macchina fin sotto alla piazza principale, allora sì che un’area completamente pedonalizzata funziona. La Zona a traffico limitato, invece, vogliamo aprirla un’ora prima per favorire il commercio. Ora un automobilista paga 1 euro e scorrazza in centro finché vuole: ha senso? L’accesso va regolamentato. E poi chiediamoci, ad esempio, se ha senso mantenere via Scalabrini nella Ztl. Perché? Pensiamoci”.
Ci anticipi qualche idea sul rilancio del commercio in centro.
“Sto pensando ai mercoledì rosa con sconti nei negozi per tutte le donne. Attirerò la gente il giovedì pomeriggio e sfido i negozi a continuare a restare chiusi. Alcune novità le vedrete già a Natale: più qualità nei banchi del mercatino in piazza Cavalli e un’illuminazione nuova, mai vista. E guardi, anticipo a voi una sorprendente piazzetta Plebiscito natalizia: un inedito e magico spettacolo di luci e proiezioni”.

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