Garetti: “Voglio una città
a misura di ciclisti e pedoni”

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L’assessore Paolo Garetti

Paolo Garetti, da assessore ai Lavori Pubblici e Manutenzione, come ha vissuto i primi cento giorni del suo assessorato?
“I primi tre mesi sono stati complicati: arriviamo da 15 anni di gestione diversa rispetto al modello che vogliamo adottare, quello per noi valido ed efficiente. Si  tratta di un cambiamento a 360 gradi, cambiamento che coinvolge noi amministratori e gli uffici, il funzionariato. Può immaginare come in un settore come il mio, fortemente progettuale, le difficoltà siano tante”.
Bene, ma che progetti avete per quanto riguarda i lavori pubblici?
“Nel nostro piano triennale delle opere pubbliche, appena licenziato, vi sono interventi che riguardano soprattutto l’edilizia scolastica (un nuovo asilo a Borgotrebbia, ndr) e la viabilità, opere che si intersecano e comunicano con i grandi progetti per la città: penso al Piano Periferie e a tutto ciò che riguarda l’area nord. Qualcuno ha detto che noi stiamo distruggendo tutto quanto è stato fatto in precedenza. Non è così: siamo tutti d’accordo sulla riqualificazione urbana (che è auspicabile e necessaria), ma bisogna vedere come farla, questa riqualificazione. Comunque, non è vero che distruggiamo tutto: noi prendiamo atto dei progetti ereditati da chi ci ha preceduto: in alcuni casi è possibile e doveroso apportare modifiche, in altri i progetti si trovano in fasi amministrative e di realizzazione tali che non possiamo che ratificarli, al di là della condivisione politica.
Per quanto concerne i ‘miei’ interventi, targati giunta Barbieri (quindi che non arrivano da lontano), riguarderanno l’edilizia per l’infanzia, l’impiantistica sportiva e la viabilità. Bisogna però tenere conto che gli uffici Lavori pubblici e Manutenzione sono stati falcidiati dall’inchiesta contro i cosiddetti furbetti del cartellino. Attualmente all’ufficio Manutenzione, tra sospensioni e licenziamenti, è presente il 50% dell’organico. E la Manutenzione – è bene ricordarlo – è uno dei biglietti da visita dell’amministrazione, perché il cittadino si confronta quotidianamente con le buche delle strade, con i muri scrostati delle scuole… Non si tratta, quindi, di un problema di poco conto”.
Alcuni vostri interventi hanno destato perplessità: il ritorno al doppio senso di marcia sul Corso, la trasformazione dei biscotti in biscottini sullo Stradone… Perplessità, diciamo, comprensibili.
“Innanzittutto bisogna dire che chi non fa non falla… Se avessimo aspettato un anno a fare qualcosa, con tutti i problemi che abbiamo trovato, nessuno avrebbe detto nulla. Non è stato facile intervenire nell’immediato. Per quanto riguarda i nuovi biscotti, ad esempio, quante macchine ribaltate ci sono ora? Quante assi rovinate, coppe dell’olio bucate o quant’altro? E tutto ciò mantenendo la sicurezza per i pedoni”.
I lavori per la riqualificazione della chiesa del Carmine sono partiti. Che ci dice, invece, sul parcheggio di Piazza Cittadella?
“Si tratta, dal punto di vista amministrativo, di uno di quegli iter ormai arrivati a definizione. Mi lasci dire, però, che se il progetto è stato tenuto nel cassetto da chi ci ha preceduto per quattro anni, ebbene un motivo ci sarà… Vedremo di fare chiarezza”.
E il laboratorio Pontieri?
“Ceduto al Comune, diventerà uno spazio di e per Piacenza a tutti gli effetti. Costituisce uno dei primi passi in direzione del collegamento fra il centro storico e il Po. Tutto il comparto nord della città è da riqualificare, da Terrepadane (via Colombo, ndr) fino a piazza Cittadella, ma se questi progetti non si parlano tra di loro, si creano problemi strutturali irrimediabili. Per questo preferiamo non andare di fretta, bensì inquadrare il tutto in un  unico piano progettuale”.
L’impiantistica sportiva è di sua competenza. Che farà?
“Stiamo valutando se sia il caso di realizzare la vasca da 33 metri al Polisportivo, che ha un iter amministrativo già avviato ma ci trova perplessi. Ribadisco che per me chiudere la Raffalda è assolutamente sbagliato. Vediamo se ci sono ancora spazi di manovra. Per il resto ci sono parecchi impianti che vanno riqualificati: abbiamo inserito nel piano delle opere pubbliche il campo da rugby Guarnieri, il Puppo e il campo di via Millo. Tutti interventi in project financing, quindi senza oneri per l’amministrazione. Sono poi in scadenza le convenzioni con le società che gestiscono il campo da baseball e la pista di atletica Dordoni e quando si rinnoveranno le convenzioni si farà il punto sullo stato di salute degli impianti, nonché sugli interventi necessari. In ogni caso, compatibilmente con le risorse, le nostre disponibilità e attenzione per l’impiantistica sportiva sono massime: lo sport è salute, educazione, disciplina, favorisce risparmi oggettivi in relazione al costo sociale della città”.
Capitolo smart city.
“E’ un settore fortemente legato alla progettualità: i primi mesi, dedicati all’analisi e alla presa d’atto della situazione, e l’emergenza personale, non ci hanno ancora permesso di formalizzare dei progetti. Abbiamo però avviato rapporti con operatori di settore, interessati a progetti pilota su Piacenza, al fine di fare investimenti nella digitalizzazione, nella mobilità, in innovative tecniche di manutenzione. Grazie alla convenzione con Open Fiber arriverà la banda larga, che faciliterà molte cose. E’ in fase di studio operativo un progetto per rendere più efficiente la comunicazione amministrazione-cittadino, con nuove tecnologie e nuovi schemi organizzativi. Per me, inoltre, smart city significa migliorare la fruibilità del centro urbano, che deve diventare a misura di ciclisti, pedoni, mamme con passeggino. Ma sono interventi che non si fanno in cento giorni. Ripeto, però, che prima di fare qualcosa di nuovo bisogna avere di fronte un ben definito quadro dell’esistente. Adesso gli interventi devono essere chirurgici, per la limitatezza delle risorse e il problema del personale. Voglio dire che non possiamo iniziare lavori e poi lasciarli a metà. Siamo a un ventesimo del cammino di cinque anni di amministrazione, ogni progetto ha bisogno di un tempo congruo. In sintesi, per esperienza, voglio dire che più la progettazione è dettagliata, più efficiente sarà l’opera di costruzione. Glielo dico da imprenditore e costruttore”.

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