Dosi bacia le mani a Rizzuto
nel dopo-Festival del Diritto

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Il sindaco Paolo Dosi “bacia le mani” a Libertà. Il primo cittadino ha utilizzato ben 260 parole per ringraziare pubblicamente il quotidiano locale – in primis il suo direttore, Gaetano Rizzuto – per aver dato alla manifestazione “una straordinaria visibilità” (chissà se e cosa Dosi avrà scritto a Rai News 24, presente con una postazione per aggiornamenti in diretta…) e per aver spiegato – bontà loro, chi ci sarebbe mai riuscito altrimenti? –  “il senso autentico di questo grande avvenimento” ad un pubblico più vasto di quello presente agli incontri (non sempre foltissimo, al netto degli studenti “precettati” dalle scuole).
L’antologia di elogi sperticati prosegue esaltando l’ultrasecolare quotidiano locale – che, tra l’altro, ha da poco varato la storica novità delle foto a colori dei defunti – per aver “colto sfumature, dettagli, aspetti di colore, ma soprattutto l’identità” della sesta edizione della kermesse guidata dall’ex candidato ala presidenza della Repubblica Stefano Rodotà, ma il top arriva nel cuore della missiva: il sindaco sembra addirittura scoprire solo ora “il ruolo che ‘Libertà’ ha nella diffusione delle notizie, nella divulgazione dei fatti, nel farsi interprete di ciò che accade sul territorio”.
Una carezza ripetuta che sfiora (eufemismo) la piaggeria, e che si spinge addirittura nel futuro lasciando intendere che le “intere pagine” dedicate al Festival verranno celebrate per aver contribuito “a fermare nel tempo, come preziosa testimonianza, ciò che questa edizione ha rappresentato per tutti coloro che a vario titolo vi hanno preso parte”.
Non è chiaro se il “tutti” si riferisca anche al blitz di Valerio Staffelli di Striscia la Notizia – cacciato per aver tentato di consegnare il tapiro d’oro alla presidente della Camera Laura Boldrini, fustigatrice dell’uso distorto del corpo della donna e dei (mal)costumi televisivi, ma in passato assistente di produzione della trasmissione di Raidue Cocco alla quale, negli anni ’80, partecipavano ragazze assai poco coperte – ma in ogni caso la lettera si chiude con un climax di applausi al direttore di Libertà. “Mi preme dunque ringraziarLa sinceramente – chiude Dosi – per ciò che Lei e i Suoi collaboratori avete fatto: un grande lavoro, svolto con onestà, attenzione, puntualità e dedizione. Grazie di cuore”: difficile, alla fine, non rimanere un po’ sorpresi e un po’ disgustati dal clamoroso spot.
Ripensando alle dure parole  (legittimo esercizio del diritto di critica, sia chiaro) riservate – soprattutto nel più recente mesaggio di “fine anno” – dal direttore di Libertà al sindaco Dosi, sostanzialmente accusato di immobilismo, viene davvero difficile considerarlo uno spot gratuito.

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