Disagio giovanile a Piacenza,
educatori strada per strada

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foto corriere educatori di stradaIl loro è un sostegno concreto, diretto al problema, senza filtri o intermediari. Gli educatori di strada agganciano ragazzi, adolescenti e preadolescenti, proprio nei luoghi che loro stessi frequentano, scuola, centri di aggregazione, parrocchia, in una parola nel loro mondo. Partendo da qui, entrando in diretto contatto con loro, è più facile diventare amici, semplicemente dar vita ad un rapporto di fiducia tra adulto e ragazzo diversamente difficile da instaurare. “In questo modo è più facile capire le problematiche che speso i ragazzi fanno fatica ad esternare soprattutto agli adulti, si possono fidare di noi e ci chiedono aiuto” spiega Maurizio Iengo psicologo ed educatore del progetto. Funziona così il progetto Strade di Crescita attivato dalla parrocchia di San Lazzaro che si propone di realizzare percorsi educativi rivolti a gruppi informali di adolescenti nei loro luoghi di ritrovo, su una panchina, in un bar o semplicemente in strada, ma anche nei contesti più formali come la scuola. Il progetto si rivolge anche agli adulti di riferimento, genitori o insegnanti, gli opinion leader che sono in diretto contatto con i ragazzi. “L’obiettivo – continua Iengo – è creare una rete affinchè le diverse realtà si parlino, una rete fattiva sul territorio. Il progetto che è partito dal quartiere 4 grazie alla parrocchia che ci ha sostenuto, si vuole allargare alla città, per intercettare il maggior numero di bisogni”. Tra i percorsi attivati anche il corso di Operatore Amico, una figura fondamentale che funge da collante tra i professionisti del progetto e gli adolescenti. L’operatore amico agisce come sostegno per gli alunni della classe e riferimento per educatori e psicologi. “Presso la scuola Anna Frank – spiega Iengo – abbiamo formato due ragazzi per classe rispetto alla capacità di capire per primi le difficoltà relazionali e riferirle agli educatori”.
In un anno e mezzo il progetto Strade di Crescita ha coinvolto 1200 persone, tra cui anche nutriti gruppi di genitori e insegnanti, si sono toccati picchi di 165 persone a corso, che hanno dato vita all’associazione Piacenza 4. “Il progetto è partito proprio coma formazione di base per gli opinion leader – spiega Alberto Genziani, educatore professionale – educatori, allenatori, poi ci siamo rivolti anche a insegnanti e genitori con l’obiettivo di rafforzare la genitorialità su tematiche fondamentali come affettività ed autostima”.
Bullismo, disturbi della sessualità, cyberbullismo, episodi che se non monitorati rischiano di compromettere la crescita e la vita degli adolescenti ai quali spesso adulti e insegnanti non sono pronti. “Abbiamo riscontrato una ampia disinformazione – continua Genziani – spesso accompagnata da concetti stereotipati che alterano la realtà”. Se a questo aggiungiamo il ruolo spesso negativo dei social network, la situazione diventa esplosiva. “Già in quarta e quinta elementare i bambini hanno un cellulare di ultima generazione, un profilo Facebook, navigano su qualunque sito incappando in reati frequentissimi come la violazione della privacy, istigazione alla violenza. Gli effetti più pericolosi di questi comportamenti – spiega Genziani – si traducono in una desensibilizzazione affettiva e precocità sessuale, come se la vita fosse un videogame”.
La parrocchia di San Lazzaro, con il sostegno di Comune, Provincia, Fondazione e alcune associazioni ha creduto in questo progetto; ora la speranza è poterlo allargare oltre la circoscrizione 4 alla città intera. Don Silvio Pasquali, responsabile del progetto, si augura che anche altre parrocchie, grazie alla libertà di agire e alla loro autorevolezza, possano promuovere nuove strade di crescita.
Sul sito www.parrocchiasanlazzaropiacenza.com potrete trovare tutte le informazioni relative al progetto e ai corsi

– Il servizio completo su www.zerocinque23.tv

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