Crisi delle rappresentanze, anche Piacenza ne soffre

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L’evoluzione della crisi che sta mettendo a dura prova la capacità di sopravvivenza dell’intero sistema, sia nella declinazione economica che sociale, evidenzia ormai molto chiaramente come l’esercizio della rappresentanza dei corpi intermedi si stia sfarinando di fronte alla necessità di trovare nuovi spazi e nuovi ruoli. Le associazioni economiche di categoria, quelle sociali e i sindacati denunciano ormai un vistoso deficit  nel riproporre una rappresentazione della realtà economica e sociale che possa fungere da piattaforma per innescare un nuovo sviluppo.

Un’emergenza che si presenta ormai anche nella dimensione territoriale di comuni, province e distretti. Quindi anche a Piacenza. Ne sono un chiaro sintomo le vicende che hanno interessato la Fondazione di Piacenza e Vigevano, la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, l’incerto approccio alla futura disponibilità della aree militari, per non parlare della partecipazione del sistema Piacenza a Expo 2015.

Si fatica ad abbandonare il solito approccio autoreferenziale e gli stretti legami con il sistema politico, più preoccupato a difendere se stesso che non a proporre pratiche di sistema che avrebbero, ahimè, il grave difetto di superare le scadenze elettorali.

Qualcosa si sta muovendo, per ora le prime reazioni interessano la riorganizzazione delle strutture, la ricerca di  una migliore efficienza e maggiore economicità. Mentre si parla di rivedere l’articolazione territoriale di Confindustria, Piacenza dovrebbe essere accorpata a Parma, così come le Camere di Commercio dovrebbero essere completamente riformate se non addirittura abolite, abbiamo assistito  in casa Legacoop alla fusione di tre direzioni provinciali, Piacenza, Parma e Reggio Emilia in Legacoop Emila Ovest. L’orientamento è quello di abbandonare i riferimenti amministrativi localistici per preferire le indicazioni che emergono dall’economia reale articolata più facilmente in distretti o piattaforme. Come si vede, un sistema in fibrillazione alla ricerca di nuovi modelli. Il settore più in difficoltà appare il commercio dove operano addirittura quattro associazioni: Confcommercio, Confesercenti, Lac e per finire la recente apertura ai commercianti piacentini di Cna. Soprattutto Confcommercio ha dovuto misurarsi con la nascita di alcuni comitati che proponevano una diversa rappresentazione per finire poi a contare alcuni importanti trasferimenti in casa Cna. Come si suol dire, il tempo stringe, forse un po’ di coraggio sarebbe ora di esprimerlo. Anche facendosi da parte.

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