Ambiente e lavoro,
Rabuffi: “Temi prioritari”

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Luigi Rabuffi
Luigi Rabuffi

La cifra della lista “Piacenza in Comune” la offrono l’entusiasmo e anche il candore con i quali, senza soldi e senza sedi, i candidati a sostegno del candidato-sindaco Luigi Rabuffi si impegnano quotidianamente nel vis-à-vis con la città. La creatività pubblicitaria degli altri è in genere affidata a professionisti della comunicazione, i rabuffiani sudano invece nel fai-da-te. Fatica che può essere efficace, come nel caso della trovata – sicuramente felice – di non buttare un solo euro nell’affitto di una sede elettorale (che dev’essere in centro, visibile) ed eleggere a sede ambulante una bici-carretto, con i colori rossoverdi della lista a tappezzarne il cassone. L’hanno chiamata eco-point itinerante, i rabuffiani, sottolineando con quel prefisso (eco, appunto) la vocazione e l’impegno ambientalista della formazione. “Piacenza in Comune”, tra quelle in corsa, è la lista più di sinistra tra quelle in competizione nella tornata dell’11 giugno. Un’appartenenza rivendicata senza infingimenti, con l’orgoglio d’aver messo insieme almeno una parte (ex rifondazione, ex Sel, Possibile, ambientalisti) della vasta area, frammentata e litigiosa, che si pone a sinistra del Partito democratico.
La lista che sostiene Rabuffi va alla battaglia elettorale a cavallo di due certezze: da un lato la sottolineatura, ripetuta, di avere il La cifra della lista “Piacenza in Comune” la offrono l’entusiasmo e anche il candore con i quali, senza soldi e senza sedi, i candidati a sostegno del candidato-sindaco Luigi Rabuffi si impegnano quotidianamente nel vis-à-vis con la città. La creatività pubblicitaria degli altri è in genere affidata a professionisti della comunicazione, i rabuffiani sudano invece nel fai-da-te. Fatica che può essere efficace, come nel caso della trovata – sicuramente felice – di non buttare un solo euro nell’affitto di una sede elettorale (che dev’essere in centro, visibile) ed eleggere a sede ambulante una bici-carretto, con i colori rossoverdi della lista a tappezzarne il cassone. L’hanno chiamata eco-point itinerante, i rabuffiani, sottolineando con quel prefisso (eco, appunto) la vocazione e l’impegno ambientalista della formazione. “Piacenza in Comune”, tra quelle in corsa, è la lista più di sinistra tra quelle in competizione nella tornata dell’11 giugno. Un’appartenenza rivendicata senza infingimenti, con l’orgoglio d’aver messo insieme almeno una parte (ex rifondazione, ex Sel, Possibile, ambientalisti) della vasta area, frammentata e litigiosa, che si pone a sinistra del Partito democratico.
La lista che sostiene Rabuffi va alla battaglia elettorale a cavallo di due certezze: da un lato la sottolineatura, ripetuta, di avere il candidato-sindaco più affidabile e di parola che si possa trovare su piazza (assessore stimato, ha abbandonato la giunta Dosi, quindi la poltrona, per incompatibilità con scelte giudicate lontane dall’impegno preso con i cittadini), dall’altro la convinzione che esista un pezzo importante di città orfana di una sinistra che si possa davvero definire sinistra, quindi propenso da anni all’astensione e al voto di protesta. Ed è attraverso un programma ricco di lessico d’area che “Piacenza in Comune” si propone di far tornare a casa un elettorato disamorato, quando non addirittura rassegnato.
Ambiente e lavoro, dunque.
“I temi ambientali e i temi del lavoro per noi sono prioritari. Facendo l’assessore ho capito che si può incidere sul lavoro anche da Palazzo Mercanti. Purtroppo si parte dal presupposto che il Comune sia incompetente in materia quando, viceversa, ha la possibilità e il dovere di mettere in campo tutte le iniziative di promozione e salvaguardia per mantenere e offrire nuovo lavoro, sostenendo le aziende in difficoltà”.
Non sembra una cosa facile. “Le faccio un esempio: mentre si parlava del nuovo polo logistico, la Paver metteva in cassa integrazione 150 persone e nessuno ne ha parlato. Il Comune invece di pensare ad investimenti come quello dovrebbe preoccuparsi delle aziende e delle famiglie in difficoltà. E controllare quello che succede, ad esempio l’evasione fiscale nel polo logistico dove – dalla Direzione territoriale del lavoro – sono stati rilevati 3 milioni e mezzo di evasione contributiva, Inps e Inail. Poi, si può agire offrendo borse lavoro ai giovani, opportunità, ad esempio mettendo in contatto gli anziani con i giovani. Inventarsi tutto quello che è possibile”.
Nuovo ospedale, tema che scotta. La posizione di Piacenza in Comune è divenuta un Ni? Così parrebbe…
“Questa è una grande mistificazione. La mia posizione, ribadita in ogni occasione, consiste in questo: non si può trattare un tema come questo con un Sì o con un No secchi, e nemmeno partendo dalla localizzazione dell’area. Un tema di questa portata deve essere discusso con la comunità, non calato dall’alto e deciso nelle chiuse stanze dei partiti. Se sarò sindaco stopperò la procedura e bloccherò i 200 milioni di euro (sempre che ci siano) e ne discuteremo con i cittadini. Verificare se un nuovo ospedale ci serve e, qualora ci serva, qual è il progetto e, infine, individuare il luogo idoneo dove costruirlo”.
Serve un nuovo ospedale? “Me lo domando pure io: la Regione stessa ha indicato come prioritari lo sviluppo delle Case della salute e l’implementazione della domiciliarità, che vuol dire portare la sanità vicina al cittadino, allontanando il concetto di ospedalizzazione. Senza contare il tema prevenzione, di cui nessuno parla più. Ma detto questo, se davvero serve, dove si fa? Né la Lusignani (dimensioni non coerenti per l’ospedale) né la Pertite (problemi di bonifica e in ogni caso per noi deve essere un bosco, come deciso dai piacentini) sono adatte.
Chiedo, dunque, in assenza perfino di un luogo idoneo dove costruirlo, di che cosa stiamo parlando? E pensare in primis a risolvere i problemi parcheggio e liste d’attesa? E perché non parlare dell’irrobustimento del personale? Sembra che parlare di assunzioni sia utopico quando non folle: io ritengo invece che il capitale umano preceda ogni altra considerazione e che i soldi si debbano trovare per tutti, non solo per i costruttori. Infine, cosa faremo dei due vecchi ospedali? Lasceremo fare loro la fine della Clinica Belvedere?”.
Inquinamento e inceneritore. Temi scottanti anche questi, no?
“In campagna elettorale molti affermano cose senza conoscerne i contenuti. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti, nato con l’assessora Freda, prevede la chiusura dell’inceneritore al 31 dicembre 2020. In seguito, ricevute pressioni dalle multiutility, si è voluto dare al provvedimento regionale un’altra interpretazione: l’inceneritore di Piacenza smetterà di bruciare solo i rifiuti solidi urbani dei piacentini. Quindi non chiude. Una legge nazionale ha stabilito come l’inceneritore di Piacenza sia strategico e ha quindi autorizzato a bruciare rifiuti speciali provenienti da fuori provincia e addirittura da fuori regione. Come a dire che smetterà la sua funzione pubblica per diventare un impianto industriale, bruciando rifiuti di libero mercato. E il paradosso è che i nostri rifiuti li porteremo all’inceneritore di Parma e il tutto ci costerà di più. Mi chiedo: dal 1° gennaio 2021, il sindaco di Piacenza autorizzerà l’incenerimento di rifiuti speciali? Perché i cittadini devono sapere che il teleriscaldamento – operazione in sé virtuosa – di cui si sta predisponendo in tutta fretta la rete, avrà bisogno dell’inceneritore per produrre il calore. Quindi il 1° gennaio 2021 i cittadini collegati al teleriscaldamento rimarrebbero al freddo se si decidesse di spegnere l’inceneritore. Il tema del teleriscaldamento è estremamente delicato e il nuovo sindaco dovrà dire subito che cosa farà dell’inceneritore. I cittadini devono saperlo ora: purtroppo anche di queste cose non si discute”.
Vuole dire che in campagna elettorale non si parla di temi importanti? Magari pesanti ma importanti?
“Mi delude l’impossibilità di discutere. Si semplifica tutto, gli argomenti vengono solo sfiorati. D’altronde la superficialità dilaga, l’immagine ha sostituito la conoscenza e gli stessi candidati si pensa di conoscerli per come appaiono in tivu o per come portano la loro faccia sulle fiancate degli autobus”
Invece?
“Si dovrebbe giudicare sul merito e nel merito: visto che il prossimo sindaco governerà per i prossimi 5 anni, in un momento molto difficile. Il momento è difficile non tanto perché non ci sono i soldi, attenzione. I soldi ci sono, sono solo passati di mano. La ricchezza si è trasferita dalle tasche dei cittadini a quelle dei grandi potenti che sono persone o società, come le multiutility ad esempio. Noi dobbiamo riportare la ricchezza nelle tasche dei cittadini. Rivedere, per esempio, le politiche dei bonus indipendenti del reddito: una vergogna”.
Al ballottaggio che farete? Sosterrete Rizzi?
“A parte che a quell’appuntamento vorrei arrivarci io, le dico che in ogni caso i nostri voti peseranno tonnellate, saranno molto importanti per governare Piacenza”.

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