Addio al fotoreporter Prospero Cravedi,
grande testimone del nostro tempo

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prosperoProspero Cravedi, in quanto reporter, è stato il testimone di Piacenza per lungo tempo. Negli anni, con la sua nikon, ha registrato fatti, persone e avvenimenti con straordinaria professionalità e facondia. E la sua città ne ha riconosciuto il ruolo, appunto, di prezioso e forse insostituibile testimone. Se Prospero amava Piacenza (con grazia scontrosa), Piacenza amava Prospero. Certe cose si capiscono dai particolari: non uno, tra coloro che lo conoscevano, si esimeva dal riferirsi a lui col solo nome di battesimo. È vero, Cravedi aveva un bellissimo prénom scespiriano, ma certo il punto non era quello. Il punto era quello di rivendicarne almeno la conoscenza, quando non l’amicizia.

Prospero Cravedi – scomparso il 23 agosto scorso all’età di 80 anni – è stato maestro e compagno di strada di due generazioni di giornalisti. Nato nel 1935 a Borgotrebbia – quartiere “rosso” e popolare – famiglia che abbracciò la lotta partigiana, fin da bambino respirò quel clima fatto di senso di giustizia e di equità sociale che accompagnò tutta la sua esistenza. Sempre dalla parte dei più deboli, lo sguardo sul mondo aperto e curioso che diventa presto un mestiere, quello della fotografia come racconto di vita, e lo rende presto un prezioso testimone di tutti i piccoli e grandi eventi della nostra città. Lo sgombero della Camera del Lavoro da parte della polizia il 4 ottobre 1954 è l’oggetto del suo primo scatto storico che dà il via a una lunga carriera di fotoreporter.

Da lì iniziano le collaborazioni con il periodico sportivo di Beppe Recchia, con “Piacenza Oggi” diretto da Ennio Concarotti e, infine, alla metà degli anni sessanta, l’approdo al quotidiano “Libertà”, di cui diventa “il fotografo”. Affianca il suo lavoro a quello di giornalisti del calibro di Gianni Manstretta, Giulio Cattivelli, Nando Boschi, Nello Bagarotti, Giacomo Scaramuzza. Nel giornale compaiono i suoi paginoni fotografici che ritraggono gare sportive, spettacoli, grandi viaggi e cronache di disastri. Intraprende contatti con gli emigrati piacentini di cui documenta, attraverso reportage in loco, vita e emozioni oltreoceano. Nel laboratorio di via Sant’Antonino intreccia relazioni non solo professionali, ma anche culturali e politiche.

Sempre affascinato dal mondo delle telecomunicazioni, nel 1974 prova a fare televisione riprendendo le partite del Piacenza Calcio e ospitando la squadra nel suo studio. Le trasferte per seguire il Piace lo porteranno per molti anni a venire negli stadi di tutta Italia. Pur continuando la collaborazione con il quotidiano cittadino e con Telelibertà, fonda “Quarta radio”, lavora con il settimanale Corriere Padano negli anni d’oro e, in tempi recenti, partecipa all’avventura di Piacenza Sera. La sua lunga carriera lo porta a collaborare con tutte le maggiori testate nazionali. Oggi, la Cravedi Produzione Immagini, nella quale lavorano i figli Ettore e Gianni che ne raccolgono il testimone, tra le altre cose è azienda service della Rai.

Tra le date fondamentali della sua esistenza, il 1980 –  in cui compie il primo viaggio in Uganda con il vescovo Enrico Manfredini e don Vittorio Pastori – segnerà il resto della sua vita. Da allora Prospero ha continuato a sostenere con impegno ed energia – attraverso la documentazione fotografica di una realtà drammatica ma anche con l’aiuto concreto – l’attività di Africa Mission e Cooperazione & Sviluppo in Uganda. All’associazione – fa sapere la famiglia Cravedi – saranno destinate eventuali offerte raccolte in ricordo del loro caro.

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